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Tosi: i trofei del Dopolavoro in discarica… No, dai!

Potrebbe essere questa la fine di tanti cimeli, coppe e libri conservati nella struttura in via Cairoli-. Il bar chiude e riapre in  via Venegoni...

Renato Carretta gestore del bar Tosi, a destra, con il socio Graziano Colombo

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Tosi: il bar del Dopolavoro se ne va 4 di 10

Trofei conquistati in tante discipline sportive e amatoriali in tutto il secolo scorso, libri e cimeli impolverati. La storia della Franco Tosi e dei suoi lavoratori, raccolta tra le mura del Dopolavoro in via Cairoli, rischia di sparire nel nulla.

Preoccupato lo storico gestore del bar Tosi, Renato Carretta (nella foto), ha aperto a Legnanonews le porte della struttura per mostrarci i "tesori" ancora conservati.

«Che fine faranno tutti questi ricordi?si chiede Carretta-. Dopotutto, fanno parte del patrimonio storico della nostra città».

Entro la fine del mese di agosto, l'edificio dovrà essere svuotato e il bar chiuderà definitivamente i battenti. Già stabilita domenica 18 settembre una festa di addio.

«Sono entrato in Franco Tosi negli anni '70 – racconta Carretta -.  Nel 2013, sono andato in pensione . In questi anni mi sono occupato del Cral Tosi e con i soci Graziano Colombo, Alessandro Crocco e Giovanni Gilormello ho gestito questo bar».

Al secondo piano dell'enorme edificio, ecco cosa è rimasto del Cral Tosi: armadi a vetri nei quali sono conservate numerose coppe vinte dalle diverse sezioni sportive e culturali.  «Negli anni '90 questo piano era completamente dedicato alle sezioni del Cral – spiega ancora Caretta -. Diverse le discipline in cui i dipendenti Tosi primeggiavano: biliardo, ciclismo, pittura e scultura. Non potete immaginare quante persone sono passate per queste sale». 

Nella visita, ci accompagna Aldo Colombo, anch'egli ex dipendente, con tanti ricordi della Tosi di un tempo: «Ricordo ancora il corridoio lungo del cineforum, i tornei di bocce e biliardo, le feste di Capodanno, la mensa su tre piani per gli operai e quella degli impiegati. Durante la pausa del mezzogiorno, si mangiava velocemente per poter fare una partita a biliardo al bar. Quante le vittorie conquistate con la sezione ciclisti di cui facevo parte. È un peccato che tutte queste coppe possano andar perse. Di certo, con la chiusura, di questa struttura non rimarrà nulla».

Nella visita, lascia a bocca aperta la sala una volta riservata alla biblioteca. Centinaia e centinaia di libri, di qualsiasi genere e autore, fanno ancora bella mostra di sè, ben custoditi su una decina di lunghi scaffali. Erano gestiti da  Pietro Frassine, allora responsabile della biblioteca.

«Non li vuole proprio nessuno – spiega sconsolato il gestore -. Ci siamo rivolti a biblioteche della zona e a varie associazioni. Non interessano. Finiranno al macero…».

Con la chiusura dell' attività anche i cancelli del parcheggio non si apriranno più a meno che «il Comune non si decida a fare qualcosa – commenta Carretta -. Penso sia indispensabile un guardiano in quest'area così da evitare che si trasformi in un luogo degradato, preso di mira da senzatetto e altri personaggi meno raccomandabili. In questi anni abbiamo registrato già diversi tentativi di intrusione».

Carretta, con il socio Crocco, lascerà il Dopolavoro Tosi, ma è pronto a traslocare in un altro storico luogo di aggregazione sociale: il Circolo Alberto da Giussano di via Venegoni, nell'Oltrestazione, che aprirà entro l'inverno.

«Non sarà come il bar riservato ai lavoratori della Tosi, ma almeno riapriremo un altro posto apprezzato dai legnanesi – spiega Carretta -. Voglio portare i biliardi, per allestire una sala altrettanto suggestiva e accogliente, come questa del Dopolavoro è stata per tanti anni. In questi ultimi anni non sono mai riuscito a sedermi a un tavolo con il commissario Lolli per poter trattare l'affitto: è sempre stato rimandato tutto sino ad ora, quando è arrivata la comunicazione ufficiale di "sfratto". Resta l'amarezza di veder morire un luogo come questo. Spero che qualcuno si faccia avanti per salvare almeno le coppe e i libri. Patrimonio non solo della Tosi, ma di tutta la città, di tanti legnanesi che hanno speso parecchio in passione e sacrifici». 

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 11 Agosto 2016
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