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Lavoro dopo il diploma: l’esperienza di Gaia

Continuano le testimonianze degli studenti dell’Istituto Fermi di Castellanza  che, dopo la maturità sono riusciti ad inserirsi nel mondo del lavoro. ...

Continuano le testimonianze degli studenti dell’Istituto Fermi di Castellanza  che, dopo il diploma di maturità sono riusciti ad inserirsi nel mondo del lavoro. 

E’ la volta di Gaia Slavazza, studentessa che lo scorso anno frequentava la classe 5^ dell’Istituto Tecnico Economico  e che oggi lavora alla concessionaria Mercedes “Autocentauro” di Legnano.

Gaia, potresti raccontarci il tuo percorso?

Il mio percorso lavorativo inizia lo scorso anno, quando la prof.ssa Morlacchi insieme alla prof.ssa Mazza mi proposero tre mesi di tirocinio presso la concessionaria  Mercedes  di Legnano Autocentauro. Il tirocinio si svolgeva il pomeriggio e prevedeva lavori in ambito commerciale; inoltre mi occupavo di inserire i dati delle auto su uno specifico software e di aggiornare il registro dei correspettivi. Questa è stata la mia formazione durata tre mesi.

Poi?

Finita la maturità ho incominciato, come tanti miei coetanei che decidono di non continuare gli studi universitari, a guardarmi intorno alla ricerca di un impiego.         Non pensavo al tipo di contratto, al compenso che avrei ricevuto, speravo solo di incominciare a mettere a frutto quello che la scuola e lo stage mi avevano insegnato. Così sono passati 2 mesi; poi a novembre è arrivata una telefonata: il direttore di Autocentauro voleva incontrarmi per un colloquio e, da lì, la bellissima notizia: il lavoro 

Cosa è cambiato rispetto alla prima esperienza dello stage?

E’ cambiato il lavoro, il margine d’errore si riduce notevolmente  e poi  inizi a sentirti più grande. Capisci che inizia il tuo dialogo con il futuro, tante domande, tante perplessità, tante responsabilità.

Cos’è la responsabilità?

Per me è semplicemente ammettere quando si sbaglia, non addossare la colpa ad altre persone, facendosi carico dell’errore, cercando di rimediare per poi non commetterlo più.

Come hai vissuto questo passaggio dal mondo della scuola al mondo del lavoro?

Beh! Per fortuna il mio è stato breve, so di persone in cui questo passaggio si allunga tanto. Non è bello.  Per me l’approccio è stato proprio facile  anche se a causa della mia timidezza, avevo molti dubbi che ci potessi riuscire. Ma sentivo che era la mia occasione, la paura doveva essere ascoltata ma non doveva impedirmi di camminare, farmi sentire la bellezza del provarci.  In questo modo ho trovato il coraggio.

La prima cosa che ho potuto notare è stata quella di sentire il lavoro sulle mie mani, pesarlo, toccarlo, provarlo, respiralo, viverlo, farlo. Oggi posso affermare  anch’io di conoscere qualche angolo del mondo e del lavoro. Oggi non mi sento più sospesa nel tempo, ora ci sono dentro. Il lavoro che giornalmente svolgo mi fa capire che questo passaggio è difficile, sia nell’ottenerlo sia nel mantenerlo. Ma se lo si affronta con coraggio può diventare una splendida avventura.

La scuola ha contribuito in questo?

Certo, è il suo lavoro! Il suo lavoro è formare. L’esperienza dell’alternanza scuola lavoro è fondamentale in quanto ti apre una finestra sul mondo dal secondo piano, da cui poter osservare tutto ciò che passa. Poi tocca a noi desiderare di scendere al primo, aprire la porta e camminare nel mondo. Perciò ringrazio la scuola per avermi aperto quella finestra del secondo piano.

Qualcuno dice che la scuola è scollata dal tessuto sociale, vive nel suo mondo, a volte distante. Tu cosa ne pensi?

Un po’ si! È vero anche però che la scuola mette nel nostro bagaglio tanti piccoli strumenti che  possono fare la differenza. 

Cambieresti qualcosa?

Cambierei soltanto l’anno di alternanza, lo farei fare anche in 5. Fermarsi al quarto mette nuovamente distanze tra lo studente e il mondo del lavoro. Ma forse l’ultima riforma ci ha già pensato.

Tu hai frequentato per gli ultimi 3 anni di corso l’Istituto E. Fermi, in cosa ti ha aiutato?

Mi ha dato tanto! Non solo dal punto di vista culturale e disciplinare. Mi ha aiutato a crescere. Prima di arrivare al Fermi avevo perso l’autostima, non credevo in me stessa, Al Fermi sono cresciuta, ho capito che potevo farcela da sola, finalmente ho assaporato il gusto di progettare i miei obiettivi e raggiungerli. Il Fermi mi ha fatto sentire libera in quanto mi ha concesso il diritto alla replica. 

Cosa auguri ai tuoi ex compagni di studio?

Auguro il meglio, la piena realizzazione dei loro sogni. Inoltre mi sento di dare un consiglio, quello di  diffidare da coloro che impongono  limiti al voler fare. 

Valeria Arini
valeria.arini@legnanonews.com
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Pubblicato il 01 Marzo 2016
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