Quantcast

Cscina Mazzafame: il discorso di Luigi Botta

CASCINA  MAZZAFAME – 8 GIUGNO 2014 – INTERVENTO ANPI

A nome della sezione ANPI di Legnano, che si onora del nome di Mauro Venegoni, medaglia d’oro al V.M. della Resistenza, ringrazio tutti i presenti ed in particolare il sindaco della nostra città Alberto Centinaio,  il  M. rev. Decano don Fabio Viscardi per l’assistenza religiosa che ci ha riservato, il Corpo Bandistico Legnanese che sempre  accompagna le nostre manifestazioni più significative.
Anche quest’anno ricordiamo l’episodio della Resistenza che ebbe luogo in questa cascina nel lontano giugno del 1944, idealmente  legandolo alla giornata del 2 giugno Festa della Repubblica, poiché Lotta di Liberazione e Repubblica sono legati da un filo che unisce la storia della nostra Patria e che può essere sintetizzato in due parole: libertà dall’oppressione e democrazia.
Era il 21 giugno del 1944 ed un gruppo di partigiani, molti dei quali legnanesi, venne assediato in questa cascina da oltre 200 fascisti in pieno assetto di guerra. Erano delle Brigate nere, della X mas e della PAI, la famigerata polizia dell’Africa italiana.
I contadini che qui abitavano vennero ammassati dai fascisti contro questa chiesetta e minacciati di morte se i partigiani non si fossero arresi. Erano tutte donne, bambini  e vecchi, tra questi Carlo Clementi di 97 anni.
Ciò che avvenne mi è stato raccontato dallo stesso Samuele Turconi, nostro concittadino, che comandava il gruppo di partigiani. Nel racconto, Samuele aveva gli occhi lucidi per la commozione e ricordava i suoi amici combattenti che ormai non c’erano più.  Anche Turconi ci ha lasciato il 26 febbraio di cinque anni fa.
Lo scontro armato fu durissimo e durò molte ore. Poi Turconi fu ferito per ben due volte, mentre i fascisti tentavano di dare fuoco al fieno ed alla paglia ammucchiata in alto nei fienili. Prima di cadere in man dei brigatisti neri Samuele Turconi si premurò che gli altri partigiani potessero salvarsi fuggendo per i campi. Purtroppo con lui altri suoi uomini vennero presi, uno fu ucciso durante il trasporto a Busto Arsizio, gli altri inviati nei lager in Germania. 
Ritornarono dopo la guerra ma morirono poco dopo per i patimenti subiti. 
Turconi in gravi condizioni venne ricoverato all’ospedale di Busto sotto sorveglianza per essere interrogato e poi fucilato “per impressionarmi, sotto il letto mi misero una cassa da morto”, mi raccontò Turconi.
In uno dei giorni seguenti una giovane e coraggiosa ragazza entrava di corsa nella stanzetta del Turconi e lo baciava abbracciandolo. I fascisti di guardia, credendo fosse la sua fidanzata, la picchiarono sulla schiena col calcio del fucile e la gettarono fuori della stanza tirandola per i capelli. La ragazza di allora, valorosa staffetta partigiana, si chiama Piera Pattani e vive ancora a Legnano.
In bocca, Turconi si trovò un biglietto nel quale era scritto “tenteremo alle 10”. La sera stessa un gruppo di partigiani, tra i quali Guido e Mauro Venegoni, entrarono di soppiatto in ospedale attraverso una finestra, neutralizzarono i tre fascisti di guardia, legarono il Turconi, che non poteva muoversi, ad un cuscino e lo liberarono dileguandosi in bicicletta.
Venne portato a Legnano in casa di Angela Logisi in via Novara. Di notte veniva curato, con grave rischio personale, dal farmacista Ezio Tornadù.
Guarito, Samuele tornò alla lotta clandestina. Venne preso, torturato, portato nelle carceri di San Vittore a Milano ed infine liberato il 25 aprile del ’45.
Ma trovandoci nella zona d’Oltrestazione voglio ora ricordare il sacrificio di due legnanesi, partigiani come Turconi della 101° Brigata Garibaldi, uccisi dai fascisti al ponte di S. Bernardino: Renzo Vignati di 19 anni e Dino Garavaglia di anni 18.
Era il 27 giugno 1944, una settimana dopo i fatti che sono stati qui ricordati.
I funerali si svolsero il 4 luglio in un clima di grande tensione in quanto i fascisti pretendevano che le onoranze si svolgessero in forma privata per timore della reazione di tutta la popolazione.
Sugli eventi di quel giorno, credo interessante quanto raccontò un testimone oculare, il partigiano della Garibaldi Francesco Crespi. Riprendo testualmente dal libro “Giorni di guerra” degli autori Giorgio Vecchio, Nicoletta Bigatti e Alberto Centinaio.
Il racconto di Crespi: “arriva il prete (don Francesco Cavallini coadiutore della parrocchia SS. Martiri) e dà la benedizione ai morti. Poi arrivano i fascisti, prendono le casse e fanno per portarle via. Don Francesco li ferma e dice: “questi ragazzi li ho battezzati in chiesa ed in chiesa devono venire”. Allora ci facciamo avanti in otto o dieci, prendiamo le bare e le portiamo in chiesa. All’uscita vediamo che i fascisti hanno messo le mitragliatrici sul piazzale.
Don Francesco si mette davanti, fa uscire le donne, poi tutti assieme andiamo al cimiteri, guardati a vista dai fascisti. Questo fatto mi ha colpito molto perché nessuno, né il prete né la popolazione che ha partecipato al funerale hanno avuto paura dei fascisti e delle loro mitragliatrici.” Fin qui il partigiano Francesco Crespi.
Don Francesco Cavallini l’ebbe vinta, ma per lui la vicenda non si concluse lì. Qualche giorno dopo il fascisti lo arrestarono e lo portarono al carcere di S. Vittore a Milano, dal quale venne poi liberato il 25 aprile del ’45.
Ecco, a tante persone come coloro che abbiamo ricordato, noi dobbiamo la liberazione dell’Italia dalla dittatura fascista. A loro, a quelli che persero la vita, ai loro sacrifici dobbiamo la libertà di cui oggi godiamo.
 La libertà e la democrazia, sancite dalla nostra Costituzione nata dalla Resistenza,sono il frutto di una lotta di popolo che vide accomunati fianco a fianco donne e uomini di ogni credo politico e fede religiosa. Libertà e democrazia, seppur garantite dalla Costituzione,  non sono però un vitalizio, ma vanno difese e alimentate ogni giorno.
Sacro è l’impegno che ognuno di noi deve assumersi affinchè la Costituzione venga appieno realizzata. Dobbiamo studiarla, assimilarla, renderla parte di noi stessi.
Don Andrea Gallo soleva dire che la Costituzione deve essere la nostra preghiera laica che va recitata ogni giorno. E Giuseppe Dossetti, presbitero, giurista, politico e teologo, chiamava la Costituzione il “fiore pungente” perché bella e giusta in ogni sua parte come un fiore e pungente nello stimolarci a migliorare per noi stessi e per gli altri.
In una lectio magistralis nel ’56 tenuta agli studenti all’Umanitaria di Milano, Piero Calamandrei li esortava a vigilare sulla libertà perché, diceva, la libertà è come l’aria e ci si accorge quanto questa sia preziosa quando comincia a mancare.
La presenza qui, oggi, di giovani studenti portati a partecipare al ricordo di chi ha dato se stesso perché noi  si possa vivere liberi ci apre alla speranza di un domani migliore. Un grazie al loro Preside, un grazie ai loro docenti.
Sul muro di sinistra della chiesa dei SS. Martiri, in via Venezia, si riesce ancora a leggere una frase che amo spesso ripetere. La frase è in latino e dice: “tale sarà la società futura quale sarà stata oggi l’educazione dei giovani”.
E questi giovani, educati al culto della memoria e della libertà sono, come diceva Alcide Cervi, padre di sette figli fucilati dai fascisti, simili a “quelle radici che non gelano e che saranno gli alberi del futuro.”
Che l’albero della libertà, della giustizia sociale, della solidarietà e della pace possa crescere frondoso sulla nostra Italia.
W la resistenza, W la Costituzione

LUIGI BOTTA – presidente Anpi Legnano

Redazione
info@legnanonews.com
Noi della redazione di LegnanoNews abbiamo a cuore l'informazione del nostro territorio e cerchiamo di essere sempre in prima linea per informarvi in modo puntuale.
Pubblicato il 08 Giugno 2014
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore