IL BILANCIO DEL GRUPPO ECOTER E LE CAVE DI CASOREZZO
“Il Gruppo Ecoter gestisce nel territorio del Nord Ovest Milano tre impianti per il recupero di ‘rifiuti misti da costruzione e demolizione, assolvendo una funzione particolarmente preziosa per il nostro ambiente in quanto questo materiale, opportunamente trattato, viene rimesso in circolo in sostituzione di materiale vergine, che altrimenti dovrebbe essere ovviamente scavato, cagionando altre profonde ferite al territorio”.
Renzo Pravettoni, presidente del gruppo Ecoter, parte ricordando la ‘mission’ storica di quest’azienda, che troppo spesso viene volutamente strumentalizzata secondo capriccio.
“Mi permetto di ricordare che mediamente – spiega Pravettoni – il nostro Gruppo recupera in un anno circa 500 mila metri cubi di rifiuti misti da costruzione e demolizione, alias macerie (codice CER 17.09.04), sottraendole al circuito delle discariche (al contrario dell’opinione dei male informati), per destinarle, adeguatamente macinate selezionate e ripulite, al loro riutilizzo per la formazione di sottofondi e rilevati stradali. Questo quantitativo è pari all’attività di quattro cave. Quindi il nostro ruolo è essenziale per l’ambiente, tanto più in una zona antropizzata come la nostra, dove insistono importanti infrastrutture. Senza l’ausilio del prodotto Ecoter, ad esempio, la cava aperta dal CAV TO-MI a Marcallo con Casone, per la realizzazione della TAV, sarebbe stata di dimensioni doppie. Chiedere per credere. La crescita esponenziale, che tutti si augurano, provocata da EXPO 2015, che da una parte produrrà posti di lavoro e conseguente benessere generale, provocherà purtroppo anche qualche squilibrio ambientale non trascurabile. Da qui la funzione insostituibile svolta dalla nostra realtà, che potrà almeno costituire un adeguato “paracadute” sul fronte degli necessari approvvigionamenti di alcuni materiali da costruzione, di cui EXPO e il suo indotto non potranno fare a meno”.
Pravettoni, dunque, ribadisce con forza il seguente concetto basilare:
“Noi siamo l’unica alternativa credibile e concreta al proliferare di nuove discariche”generaliste”. In discarica ci va solo il rifiuto “terra”non altrimenti riutilizzabile! Il rifiuto “terra” poi è stato codificato dal Legislatore europeo, e recepito da quello italiano, con il CER 17.05.03 se contiene sostanze pericolose per l’ambiente e la salute dell’uomo e con il CER 17.05.04 se non contiene tali sostanze. A Casorezzo può essere conferito solo il rifiuto “terra” con codice CER 17.05.04 , certificato dall’ARPA di partenza (dove viene eseguito lo scavo) e verificato dall’ARPA di arrivo (quella competente a Casorezzo) e quindi senza alcun danno per l’ambiente e la salute dell’uomo. Chi manipola queste informazioni e afferma il contrario lo fa in modo del tutto pretestuoso, per interessi che non sono quelli sbandierati ma per meri fini propagandistici o, peggio, edonistici. E’ davvero molto triste, infatti, notare che questa linea, prevalente tra i nostri detrattori, faccia leva sulla spocchia e sulla distorta informazione propinata a lettori dei giornali locali, supponendoli carne da ingrasso per i propri vili obbiettivi. L’abusato ricorso alla dizione” sito contaminato”, per calcolo sbandierata come spauracchio, è la prova di quanto affermo, senza dilungarmi in reiterate spiegazioni”.
Più nello specifico, in riferimento alla situazione delle cave di Casorezzo, il Presidente afferma: “Abbiamo rilevato quest’area investendo risorse consistenti per l’azione di recupero di un sito, che avrebbe potuto diventare una vera e propria discarica per ben altri rifiuti, tenuto conto che la proprietà della precedente società titolare è stata conferita in A2A (ex AMSA – Milano e ASM – Brescia), attraverso la gestione di una discarica di sola “terra” che potrà riconsegnare all’ambiente un’area completamente ripristinata, non escludo destinata alla fruizione collettiva”.
“In questo senso – continua Pravettoni – può essere davvero sconsolante che i pretendenti ai posti di comando della Pubblica Amministrazione perdano di vista la prospettiva del buon governo ed usino il termine politica a difesa dei soli contingenti interessi personali, calpestando le altrui legittime aspirazioni, supportate non da chiacchiere ma da cospicui investimenti.
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