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LETTERA APERTA DI UNA GIOVANE DELLA POLITICA LOCALE INDIRIZZATA A TUTTE LE DONNE

Mi rivolgo a tutte le donne.

Parto dal principio che per essere donna non bisogna rinunciare alle prerogative del sesso femminile, quali, per esempio, portare una gonna (???), sposarsi (o convivere) o scegliere di diventare madre.

In questi ultimi tempi, il panorama politico italiano ha associato l’immagine delle donne che fanno politica a esemplari di essere umano che, “facendo gli occhi dolci”, ottengono un posto in Parlamento.

Figure deboli, da proteggere e qualche volta mandare allo sbaraglio perché quasi esenti da critiche, proprio in quanto donne.
Donne di tutta Italia, non sentite una punta di indignazione grande come l’oceano Pacifico?
Non credete che la nostra capacità di far politica debba prescindere dal nostro sesso?
Credo che il modo di scegliere le componenti femminili nella politica italiana sia ormai e ahimè dato da un insieme di fattori, non sempre qualificanti.

Fortunatamente una parte delle donne che ricopre cariche Istituzionali e politiche è dato dall’esperienza e dalla capacità.
Purtroppo però viviamo ancora in una società a forte caratterizzazione maschile e pertanto non vi è nella politica un numero sufficiente di donne per raggiungere il famoso 50/50 richiesto anche in Europa.

In tal caso, ahimè, troviamo nomi di persone che con la politica hanno poco a che fare: ex-soubrette o donne che non hanno esperienza politica sufficiente per poter ricoprire determinati ruoli. Ritengo che questa sia un’anomalia tutta italiana: nel resto dell’Europa viene sì favorito l’ingresso delle donne nelle cariche politiche ma con il principio che esse abbiano esperienza e soprattutto capacità per poterlo fare.
Zapatero e Sarkozy hanno una squadra di governo altamente competente e con una buona componente femminile. Angela Merkel è la 9° cancelliera tedesca, Hillary Clinton è stata candidata alle primarie presidenziali per i Democrats statunitensi. Potrei andare avanti con l’elenco di donne competenti e politicamente preparate in altri Paesi del mondo, ma mi fermo qui.

In Italia cosa succede? Dal 1951, quando Angela Congolani (DC) viene eletta sottosegretaria, al poco lontano 1958 quando la socialista Lina Merlin si è vista approvare la legge che porta il suo nome, cosa è accaduto? Quali figure sono passate nel panorama politico italiano? Dopo circa 20 anni due ruoli istituzionali di elevata importanza sono stati assegnati a donne: il Ministero del lavoro alla democristiana Tina Anselmi e la Presidenza della Camera dei Deputati alla comunista Leonilde Jotti.

In mezzo il vuoto. Arrivano poi Irene Pivetti, più giovane Presidentessa della Camera nella storia della Repubblica Italiana e Emma Bonino, con la sua brillante carriera politica sia in ambito nazionale, sia in ambito europeo.

Successivamente abbiamo visto che la storia delle istituzioni italiane ha subito un certo ribasso in fatto di qualità del far politica. Paradossalmente, questa voglia di inserire ad ogni costo un numero di donne prestabilito nelle Istituzioni e nella politica ha portato un numero maggiore di persone che con la politica hanno poco a che vedere.Personalmente, a 27 anni, ritengo che la mia presenza nella politica attiva debba essere direttamente proporzionale al mio grado di preparazione, capacità ed esperienza e non al mio cromosoma X.

Partecipo alla vita politica della mia città da solo 3 anni e le mie orecchie hanno udito qualsiasi tipo di commento e di proposta: “entra a far parte di quello o questo comitato.

Non ha importanza se non hai esperienza e non ti senti in grado. Non fa nulla se non hai tempo. Ci servono donne”. Come se l’essere donna sia più importante della qualità di un politico. Attenzione: questo accade in qualsiasi forza politica. Da quella più a destra a quella più a sinistra. Insomma, l’attenzione alle donne in politica esiste. Almeno nella loro fisicità.

Favoriamo la sana competizione tra donne e uomini meritevoli, in quanto in Italia, soprattutto in questo particolare periodo storico-politico-economico, servono persone di qualità, senza pregiudizi sessisti. Senza esasperazioni. 

Pamela De Rosa
Vice Segretaria Partito Socialista
Sez. Anna Kuliscioff
Parabiago

Redazione
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Pubblicato il 28 Ottobre 2008
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