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CGIL E CISL : "FAREMO IL POSSIBILE PER RICOLLOCARE I LAVORATORI DELL'EX MOTTANA"

 

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Si cerca di salvare il salvabile alla ex Mottana (ora Ntl), dove martedì è esplosa la rabbia dei cento operai rimasti di punto in bianco senza un poso di lavoro. Oggi (mercoledì) Cgil e Cisl territoriale hanno incontrato i giornalisti locali per replicare su alcune dichiarazioni dei Cub e per rimarcare la loro intenzione di tentare di procedere con la ricollocazione dei lavoratori. ‘Ormai la fabbrica ha chiuso ma noi cercheremo di rendere il meno penalizzante la situzione agli operai, cercando loro una ricoloccazione. Faremo il possibile, come del resto abbiamo sempre fatto anche in questa vicenda’.


«Stiamo vivendo una vera e propria agonia – dicono intanto i lavoratori, per i quali è già partita la procedura di mobilità – : già tre anni fa (quando l’azienda conservava ancora il prestigioso marchio Mottana, ndr), abbiamo subìto provvedimenti di mobilità, che hanno portato al licenziamento di cinquanta colleghi e al cambio di marchio, divenuto Ntl. Oggi ci ritroviamo con l’azienda chiusa e con una totale assenza di prospettive.

Dove andremo adesso? Come faremo a far fronte alle spese, ai mutui e all’avvenire dei nostri figli?».   Il declino della ex Mottana, una delle fabbriche tessili storiche del territorio è iniziato appunto nel settembre 2005, con la crisi che portò al licenziamento di cinquanta persone su centocinquanta e alla riapertura dell’azienda con il nuovo marchio. Le premesse di una rinascita sembravano essere reali ma, all’inizio di quest’anno, il grafico relativo al fatturato registrava già un preoccupante meno trenta per cento, a causa in particolare della decisione del loro cliente di punta di trasferire la produzione in Romania.    

Situazione difficile, che ha indotto la proprietà a chiudere.  Ma i lavoratori non ci stanno e chiedono a gran voce che qualcuno intervenga. Ieri mattina, al termine della manifestazione, sono stati ricevuti da esponenti dell’amministrazione comunale. Le maestranze della ex Mottana non escludono altre manifestazioni di protesta.

Va precisato che secondo gli ex-operai il lavoro in fabbrica non mancava e l'azienda, addirittura, non riusciva a consegnare per tempo i lavori assegnati a causa della mole di carichi.

Per il momento ai lavoratori è andato un misero incentivo da 960 euro, gli stessi hanno accettato di non ricevere la buonauscita che agli altri dipendenti licenziati nel 2005 è stata di 5000 euro. Gli operai, dopo il picchetto davanti all'entrata dell'azienda, sono stati ricevuti dall'amministrazione comunale che ha preso in carico la loro situazione avviando un tavolo con le imprese della zona per una ricollocazione dei licenziati.

                                                                                   
                                                                                                               
                                                                  Redazione Legnanonews

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Pubblicato il 28 Ottobre 2008
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