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MARZIO CONSONNI, TERZO LEGNANESE ORDINATO DIACONO

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Marzio Consonni, ordinato di recente, è il terzo legnanese a divenire diacono permanente dal 1986, anno in cui questo ministero è stato ripristinato nella nostra diocesi.
Gli altri due sono Abramo Garavaglia, ordinato nell’ottobre 1990, originario della parrocchia di San Magno, deceduto nell’agosto 2003 e Alfredo Guzzi, ordinato nel settembre 2006, anche lui originario della parrocchia di San Magno ed esercitante il ministero nella medesima comunità parrocchiale. Marzio invece è originario della parrocchia dei SS. Martiri Anauniani e svolgerà il proprio incarico di collaboratore pastorale presso la parrocchia di San Bartolomeo in Cantalupo oltre a seguire la pastorale familiare nel decanato di Legnano.

Il nuovo diacono appartiene al 14° gruppo di diaconi permanenti della diocesi ambrosiana; il primo gruppo è stato ordinato nel 1990 e con i 9 nuovi membri consacrati lo scorso settembre il collegio diaconale diocesano milanese per la prima volta oltrepassa la soglia delle cento unità raggiungendo la ragguardevole cifra di 103 componenti.

Come dicevamo sopra il diaconato è una figura nuova in ambito ecclesiale essendo stato ripristinato solo da pochi decenni nella chiesa cattolica la quale tuttavia, sin dall’età apostolica, ha tenuto in grande venerazione l’ordine del diaconato. Già San Paolo ne parla nella lettera a Timoteo.
Numerosi padri della chiesa poi attestano per i primi secoli la diffusione del diaconato illustrandone il significato teologico e proponendone la figura spirituale.Ma a partire dal sec. V, vicende storiche complesse purtroppo portarono ad un lento declino del diaconato, che alla fine rimase solo come tappa intermedia per i candidati all’ordinazione sacerdotale.Il Concilio di Trento (1563) decreta che il diaconato venga nuovamente ripristinato ma questa delibera rimane lettera morta. Si deve attendere il Concilio Vaticano II (1962-1965) per vedere il ritorno del diaconato. Il Vaticano II delibera che nella chiesa latina il diaconato “potrà in futuro essere restaurato come un grado proprio e permanente della gerarchia”, ne indica una serie di funzioni proprie e si esprime a favore del conferimento del diaconato “a uomini di più matura età anche viventi in matrimonio”. Stabilisce, infine, che spetta alle Conferenze Episcopali nazionali decidere, con l’approvazione del Papa, sull’utilità del ripristino del diaconato nella propria nazione, secondo i bisogni della chiesa.La Conferenza episcopale italiana si pronuncia ufficialmente per il suo ripristino nel marzo 1972 mentre nella diocesi di Milano il diaconato permanente sarà istituito dal Card. Carlo M. Martini solo nel dicembre 1986 (superando non poche perplessità sorte fra il clero ambrosiano) ma bisognerà attendere l’ottobre 1990 per vedere l’ordinazione del primo gruppo di cinque diaconi permanenti (di cui uno, come visto, legnanese).E’ un dato di fatto che la gran parte dei diaconi permanenti siano sposti (ben 90 su 103). Ciò significa che esiste un legame profondo tra la vocazione diagonale e la vita familiare.

A differenza di quello che si potrebbe immediatamente pensare, il diaconato non è un ostacolo alla vita familiare e tantomeno un annullamento della sua spiritualità. Il diaconato si innesta sulla vita familiare, conferendole una fisionomia nuova ed originale. Ne consegue che il primo ambito d’esercizio del ministero di un diacono sposato sarà la sua stessa famiglia.

A fianco della figura del diacono sposato vi è anche quella del diacono celibe. Sebbene il numero dei diaconi non sposati sia piuttosto ridotto rispetto a quello dei diaconi coniugati (solo 13 su 103) essi sono una realtà e vanno considerati un dono prezioso alla Chiesa. Chi diventa diacono da celibe resta celibe per tutta la vita, per la semplice ragione che il diaconato si riceve a partire da una scelta di vita che va considerata definitiva.

Per quanto concerne infine i compiti del diacono, seppure sommariamente, possiamo dire che, ad esclusione della consacrazione eucaristica e dell’amministrazione dei sacramenti della confessione e dell’unzione degli infermi, essi sono analoghi a quelli del sacerdote.

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Pubblicato il 24 Ottobre 2008
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