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“Liberamente sportivi”: il progetto che nel Carcere di Busto Arsizio trasforma lo sport in riscatto

Nel carcere di Busto Arsizio lo sport diventa uno strumento di educazione e reinserimento con il progetto “Liberamente sportivi”, che al momento conta 16 ragazzi detenuti impegnati con il calcio

Liberamente sportivi, progetto carcere di busto arsizio

Nel cortile della Casa Circondariale di Busto Arsizio, è nato “Liberamente sportivi”, un progetto che unisce sport, educazione e riscatto. Un’iniziativa che coinvolge oggi sedici ragazzi detenuti, impegnati in una squadra di calcio a 7 (che in campo gioca in 6) e in un percorso di formazione che presto si allargherà grazie all’inserimento di una nuova squadra di basket e una di pallavolo.

Sport e regole per educare e includere

«Avere in un carcere tante associazioni sportive significa disporre di un importante strumento educativo» ha spiegato la Direttrice del carcere, Maria Pitaniello, sottolineando come lo sport non sia solo competizione, ma “un modo per promuovere inclusione, rispetto e autonomia personale”. «Uno sport di squadra aiuta a far rispettare le regole, i compagni e gli avversari. È un insegnamento che vale dentro e fuori dal campo». Da sottolineare come le squadre avversarie siano società sportive del territorio, esterne al carcere, un aspetto fondamentale per favorire ancora di più il percorso di reinserimento nella società. Il progetto, partito più di un anno fa, è frutto di una collaborazione tra CSI Varese (Centro Sportivo Italiano), Sport e Salute SPA e la Cooperativa Intrecci, ognuno con un ruolo preciso all’interno di un piano che unisce allenamenti, corsi e percorsi di reinserimento.

Allenamenti, arbitri e reinserimento sociale

«Con il carcere di Busto Arsizio siamo entrati in contatto nel 2023 – ha raccontato il presidente del CSI di Varese, Diego Peri – e nel 2024, grazie al bando che abbiamo ottenuto, abbiamo potuto concretizzare qualcosa di bello. Lo sport è un veicolo di valori, il nostro obiettivo è formare persone prima ancora che atleti». Il bando, che ha una durata di 18 mesi, comprende anche un corso abilitante per arbitri di calcio a 7. Un impegno condiviso anche da Sport e Salute SPA, che da anni investe in progetti dedicati a contesti fragili. «Lavoriamo nelle carceri e nei quartieri a rischio per includere ragazzi tra i 14 e i 29 anni che non fanno attività sportiva – ha spiegato il coordinatore della regione Lombardia, Francesco Toscano – È un modo per farli sentire parte di qualcosa e dare loro strumenti per reintegrarsi».

Tra chi vive quotidianamente il progetto c’è Natalia Nicolosi, funzionario giuridico pedagogico referente delle attività sportive: «Abbiamo un turnover continuo, ma quei momenti sul campo cambiano tutto. Li vedo meno aggressivi: non sembrano più detenuti, ma ragazzi che giocano con altri ragazzi. Si danno la mano, si ringraziano spontaneamente. Prima dovevamo ricordarglielo, ora nasce da loro».

Tra le associazioni che accompagnano il percorso educativo c’è la Cooperativa Intrecci: «Siamo la parte che collega le persone al territorio – ha spiegato Sabrina Gaiera, Coordinatrice progetti Cooperativa Intrecci – Serve conoscere le loro storie per poterli includere davvero». Le attività comprendono colloqui individuali, analisi dei punti di forza e delle fragilità, e una parte importante sono le partite del weekend «che permettono di misurarsi con il mondo esterno e di imparare a relazionarsi in modo nuovo».

In campo, intanto, c’è anche l’allenatore Gian Marco Duino, che con ironia ha ammesso: «L’unico difetto di quest’anno è che non abbiamo ancora perso». Poi si fa serio: «Dentro il rettangolo di gioco io alleno calciatori, non detenuti. Tutti sullo stesso piano. Il calcio insegna che per vincere serve capire chi ti accompagna, e che una sconfitta può essere la base per una vittoria più importante». Sulla maglia, sopra il colletto, una scritta: “Non ci si salva da soli”. Un motto che racchiude l’essenza di un progetto dove il pallone è solo il pretesto per qualcosa di più grande: restituire fiducia, dignità e futuro a chi, per troppo tempo, ha pensato di averli perduti.

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Pubblicato il 27 Ottobre 2025
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