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Viaggiate in aereo? Attenzione al tipo di mascherina

L'ultimo Dpcm dice che è obbligatoria la chirurgica o le Ffp, alcune compagnie interpretano in senso restrittivo e non considerano valide le mascherine di stoffa

mascherina chirurgica

Dovete tornare dalle vacanze in aereo? Procuratevi una mascherina chirurgica o una Ffp2, giusto per precauzione. Alcune compagnie infatti hanno interpretato in senso restrittivo (non considerando sufficienti le mascherine in tessuto) le norme dell’ultimo Dpcm governativo uscito nel cuore d’agosto.

La norma è questa: “I passeggeri sull’aeromobile – si legge nel Dpcm – dovranno indossare necessariamente una mascherina chirurgica, che andrà sostituita ogni quattro ore in caso in cui sia ammessa la deroga al distanziamento interpersonale di un metro”. Il punto è l’interpretazione: la mascherina chirurgica è solo quella che si compra in farmacia? O sono considerate “chirurgiche” anche le diffuse mascherine in tessuto?

Risposta chiara e univoca non sembra esserci. L’autorità dell’aviazione civile, l’Enac, ha risposto solo in via informale – non si trovano note ufficiali sul sito- interpretando la norma in modo estensivo, cioè considerando le mascherine in stoffa equivalenti alle chirurgiche (e a questo punto bisogna averne due in caso di voli più lunghi di quattro ore). Ma Alitalia ad esempio ha interpretato come obbligatorio l’uso di una mascherina medicale, chirurgica o Ffp2 o Ffp3. Quindi escludendo le mascherine di stoffa.

Allo stesso modo Easyjet sul suo sito indica che “in linea con la prescrizione delle autorità italiane, è obbligatorio per i passeggeri sopra i sei anni di età di indossare una mascherina monouso chirurgica (o una maschera di livello superiore FFP2/FFP3). La mancanza di una mascherina chirurgica monouso può comportare il divieto di imbarco”. Insomma: nel dubbio, conviene comprarsi una mascherina usa e getta, giusto per il viaggio.

Anche per i traghetti è prevista analoga norma, anche se nei precedenti Dpcm (quelli dell’11 giugno e in quello del 14 luglio) era esplicitamente prevista la “mascherina, anche di stoffa”.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it
Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare.
Pubblicato il 27 Agosto 2020
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