“Patentino digitale” per i ragazzi: la proposta di Licata in Regione Lombardia
Cyberbullismo, dipendenza e uso scorretto del cellulare: la proposta mira a prevenire questi fenomeni nei preadolescenti attraverso momenti di formazione nelle scuole
Un percorso formativo per gli studenti delle scuole medie, pensato per educare all’uso consapevole dello smartphone e dei dispositivi digitali: è questo l’obiettivo della proposta di legge che il consigliere regionale di Forza Italia, Giuseppe Licata, si prepara a presentare in Consiglio regionale.
Educare i ragazzi al digitale
Il progetto si chiama “patentino digitale” ed è rivolto ai minori tra gli 11 e i 13 anni, in particolare agli studenti delle scuole medie. L’idea è quella di fornire strumenti concreti per affrontare con consapevolezza le sfide del mondo digitale, a partire dall’uso quotidiano dello smartphone.
«Questa fascia d’età è particolarmente esposta ai rischi legati al digitale – spiega Licata – e per questo occorre intervenire con una formazione mirata, che sappia affiancare famiglie e scuole nel compito educativo».
Un’iniziativa contro cyberbullismo e dipendenze
Tra gli aspetti più preoccupanti segnalati dal consigliere ci sono il cyberbullismo e la dipendenza digitale, fenomeni in crescita e che interessano sempre più spesso anche bambini molto piccoli. «Stiamo assistendo a una pericolosa anticipazione dell’età in cui si manifestano certi comportamenti – aggiunge Licata – e questo ci impone di intervenire con urgenza».
Il “patentino” prevede momenti di formazione e sensibilizzazione organizzati all’interno delle scuole medie, con l’obiettivo di rendere i ragazzi più consapevoli dei pericoli e delle opportunità legati all’uso del digitale.

Una proposta condivisa dalla maggioranza
La proposta, sostenuta dall’intera compagine di maggioranza in Regione Lombardia, si inserisce in un quadro più ampio di attenzione verso il benessere e la crescita equilibrata dei giovani. Licata sottolinea come la tecnologia possa essere un alleato potente per l’apprendimento e la socializzazione, ma solo se usata con criterio.
«Il nostro intento non è demonizzare il digitale – chiarisce il consigliere – ma offrire ai ragazzi gli strumenti per utilizzarlo in modo sicuro e responsabile».
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