A Palazzo Pirelli il convegno sul reinserimento sociale “In carcere non si finisce… si ricomincia”
Regione Lombardia ha ospitato l'evento sul “modello” della Casa di Reclusione di Vigevano promosso dalla Presidente della Commissione Carceri Alessia Villa

Il lavoro come strumento di reinserimento sociale per i detenuti: è il tema al centro del convegno “In carcere non si finisce… si ricomincia”, promosso dalla Presidente della Commissione Carceri Alessia Villa (Fratelli d’Italia) che si è svolto questa mattina a Palazzo Pirelli e ha visto anche la presenza del Vice Presidente della Commissione Carceri Luca Paladini (Patto Civico).
“La Commissione Carceri – sottolinea la Presidente Alessia Villa – ha avuto, fin dall’inizio un approccio molto concreto: formazione e inserimento lavorativo sono i due ‘asset’ su cui stiamo lavorando e su questi temi contiamo di portare entro la fine della legislatura un Protocollo in Aula. «Oggi raccontiamo una pagina diversa: non solo le criticità del sistema penitenziario, ma una concreta opportunità di riscatto. Il lavoro in carcere è uno strumento potente per abbattere la recidiva e restituire dignità. Investire nella formazione e nel reinserimento significa applicare l’articolo 27 della Costituzione, che assegna alla pena una funzione rieducativa. I dati lo dimostrano: la recidiva scende al 2% tra chi intraprende un percorso lavorativo, mentre supera il 70% tra chi non ha questa possibilità. In Italia si parla da decenni di crisi carceri, ma oggi non serve più definirla emergenza: è una condizione cronica, da prendere in carico come un paziente. Questo governo lo sta facendo, e Regione Lombardia è pronta a fare la sua parte”.
“Il carcere non può essere considerato una ‘discarica sociale’ – ha evidenziato il Vice Presidente della Commissione Carceri Luca Paladini (Patto Civico) -. Per questo è fondamentale costruire percorsi condivisi che siano in grado di riportare i detenuti, a fine pena, nel contesto sociale per ridare loro lo stato di cittadino. Le persone che si trovano negli istituti di pena non devono solo scontare una condanna, ma devono poter accedere a progetti di riabilitazione. In carcere bisogna investire sul tempo per dare ai detenuti ‘una seconda opportunità” dopo aver scontato la loro pena. In questo contesto il lavoro e la formazione costituiscono lo strumento principale”.
Nel corso del convegno è stato presentato, attraverso voci istituzionali e testimonianze dirette, il progetto di storytelling video “Pionieri”, realizzato dalla Casa di Reclusione di Vigevano (PV) in collaborazione con la cooperativa sociale “bee.4 – altre menti”: otto volti, otto storie per raccontare attraverso il linguaggio del video un percorso di costruzione di una “seconda possibilità”. I protagonisti sono otto detenuti che lavorano nel contact center del Carcere di Vigevano.
La Casa di Reclusione di Vigevano ospita circa 400 persone, a fronte di una capienza regolamentare di poco superiore a 300, e comprende una sezione maschile e femminile di media sicurezza e una sezione femminile di alta sicurezza. La maggiore presenza è di detenuti stranieri, con un passato di tossicodipendenze e con problemi di carattere psicologico e psichiatrico.
All’interno del carcere nel 2024 la cooperativa sociale “bee.4 – altre menti” ha promosso un progetto di lavoro qualificato per detenuti che ha portato all’apertura di un call center che oggi impiega stabilmente 30 persone in attività di customer care, back office e help desk tecnico: un modello di reinserimento innovativo e replicabile che, attraverso il lavoro, ha promosso un “percorso virtuoso” in uno dei penitenziari più complessi della Lombardia. Questo Progetto ha attivato un modello di collaborazione che coinvolge amministrazione penitenziaria, imprese e terzo settore, con ricadute positive non solo sul reinserimento lavorativo, ma anche sul clima interno al carcere, sul benessere degli operatori e sulla percezione stessa della pena, sempre più orientata a un significato rieducativo e costruttivo.

Dopo i saluti istituzionali di Alessia Villa e Luca Paladini, sono intervenuti Andrea Ostellari (Sottosegretario di Stato al Ministero della Giustizia), Rosalia Marino (Direttrice della Casa di Reclusione di Vigevano), Pino Cantatore (Presidente “bee.4 – altre menti”), Walter Meregalli (Videomaker e autore del progetto “Pionieri”), Guido Garrone (Amministratore Delegato di EOLO), Rino De Zotti (Direzione Servizi Innovativi e Inclusione di Sielte), Francesca Scipione (Customer Care Manager di Dolomiti Energia), Chiara Santambrogio (Director Customer Operations di TeamSystem).
A seguire la tavola rotonda “Limiti e opportunità per la replicabilità di modelli di intervento efficaci”, moderata dal professore Filippo Giordano (Università LUMSA). Hanno partecipato Elena Lucchini (Assessore alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità di Regione Lombardia), Simona Tironi (Assessore all’Istruzione, Formazione, Lavoro di Regione Lombardia), Gianalberico De Vecchi (Garante regionale dei detenuti della Lombardia), Maria Milano Franco D’Aragona (Dirigente Generale Provveditorato regionale dell’amministrazione penitenziaria Lombardia), Federico Papa (Presidente della Camera Penale di Milano), Valentina Alberta (già Presidente della Camera Penale di Milano), Emilio Minunzio (Segretariato permanente inclusione lavorativa detenuti del CNEL), Daniele Nahum (Presidente della Sottocommissione carceri del Comune di Milano), Marina Mira d’Ercole (Principal Expert di The European House – Ambrosetti) e Diego Dagradi (Impact Investment Manager di Fondazione Social Venture GDA).
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