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Meno iscritti a scuola e più tagli del personale, i sindacati chiedono più attenzione

La situazione che si sta prospettando non piace ai sindacati lombardi tornati in questi giorni a chiedere, anche al neo eletto governo della Regione Lombardia, più attenzione verso la scuola

scuola

Il prossimo settembre in Lombardia si stima che saranno quasi 10.000 gli studenti in meno iscritti alle classi prime della scuola primaria, della secondaria di I e di II grado. Un dato allarmante che va ad aggiungersi all’intenzione espressa dal Governo di razionalizzare le sedi sottodimensionate per ridimensionare le spese dello Stato. Una situazione che non piace ai sindacati lombardi tornati in questi giorni a chiedere, anche al neo eletto governo della Regione Lombardia, più attenzione verso la scuola.  «Le sfide per la prossima amministrazione regionale sono legate a due temi fondamentali non solo per la Scuola – affermano dalla Flc Cgil Lombardia -, ma l’intera tenuta sociale dei nostri territori: invertire la rotta della denatalità e scongiurare il dimensionamento scolastico. In entrambi i casi si tratta di fenomeni che segnano un impoverimento culturale e sociale, a cui è necessario dare presto una risposta concreta e convincente».

Il ridimensionamento previsto dalla Legge di Bilancio 2023 si tradurrà nell’eliminazione delle reggenze di Dirigenti Scolastici e di Direttori dei Servizi Generali ed Amministrativi. L’intento è quindi quello di ridurre le istituzioni scolastiche di circa 700 unità. In realtà, le scuole sottodimensionate in Lombardia corrispondono ad un numero esiguo (circa il 7% di 1.134), determinato per lo più dalla presenza di scuole montane (ben 1.102 plessi sui 5.471 totali del territorio lombardo, dunque più del 20%), mentre più del 65% delle Scuole hanno più di 1.000 alunni; il 42% ha più di 1.500 alunni; l’1% ha addirittura più di 2.000 alunni. Solo nell’ultimo triennio (2020-2023) la Lombardia ha visto un calo di 31.000 studenti circa (-11.000 fra il ‘20/21 e il ‘21/22; -18.000 fra il ‘21/22 ed il ‘22/23), passando da un totale di 1.173.645 studenti a 1.142.946. Nel contempo come già più volte segnalato  dal sindacalista Pippo Frisone della Flcgil Legnano si sta registrando un aumentano degli alunni disabili. Ciò significa una maggior richiesta di bisogni educativi speciali.

Meno iscritti a scuola, sindacati: «Una “bastonata generazionale” che taglierà posti di lavoro»

Di fronte ad una crisi regressiva, la risposta deve essere espansiva: «Bisogna che lo Stato, ma anche la Regione, investano concretamente su misure di sostegno sociale al reddito ed alle famiglie e bisogna che aumenti per tutti il tempo scuola per dare un segnale di importanza del ruolo sociale e civile dell’istruzione – spiegano i sindacati -. La risposta data nella Legge di Bilancio 2023 è invece quella della razionalizzazione delle sedi sottodimensionate al fine di procurare un chiaro risparmio alle casse dello Stato: si tratta di eliminare le reggenze di Dirigenti Scolastici e di Direttori dei Servizi Generali ed Amministrativi con l’intento di ridurre le istituzioni scolastiche di circa 700 unità. È un’operazione dannosa e sbagliata».

Per i sindacati le scuole rappresentano il primo presidio sociale e democratico dello Stato sul territorio quindi «considerarle come semplici spese e costi significa assecondare le logiche aziendalistiche che razionalizzano le risorse. Non sono in gioco soltanto posti di lavoro, ma la funzione stessa della Scuola come comunità educante: dimensionamento significa associare indistintamente plessi scolastici, sopprimere sedi amministrative e creare “scuole monstre” che non parlano alle persone, agli studenti, alle famiglie, ma sono la compilazione di un bilancio, di un rendiconto finanziario».

Un taglio delle risorse renderebbe quindi difficile poter sostenere la lotta alla dispersione scolastica, con attività di coinvolgimento individuale degli alunni: «Non bastano infatti progetti estemporanei con finanziamenti occasionali – affermano i sindacati -, ma servono attività programmate, strutturate e radicate nella cultura di un’intera comunità educante. Altrettanto difficile è riuscire a personalizzare l’attività didattica garantendo a ciascun alunno la giusta attenzione alla sua crescita. Scambiare le Scuole per dei bancomat o degli insiemi di numeri e di costi significa non aver capito il ruolo sociale che ha l’istituzione scolastica, un ruolo fatto di relazioni, di ascolto, di spazi e tempi di apprendimento. Per questo chiediamo che si investa davvero nella scuola rafforzando ed ampliando gli organici del personale scolastico per garantire apprendimenti veramente personalizzati, per aumentare il tempo scuola con attività di didattica alternativa; chiediamo che si investa sull’ammodernamento degli spazi e degli edifici scolastici perché siano adeguati ad accogliere i cittadini di domani; chiediamo che le Scuole non superino i 900-1000 alunni, perché la democrazia ha bisogno di tempi e spazi adeguati e non può essere compressa in una nota di bilancio. È arrivato il momento che anche Stato e Regione Lombardia facciano la loro parte».

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 23 Febbraio 2023
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