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I sindacati chiedono alla Regione una «vera riforma del sistema sanitario»

I rappresentanti sindacali di Cgil Cisl e Uil in audizione in III Commissione Consiglio Regionale: «Se non si mette mano e con urgenza a un rafforzamento degli organici e non s’inverte l’attuale declino delle risorse professionali»

Medici

«Serve una riforma vera del sistema sanitario, non una mera manutenzione». Ne sono convinti i rappresentanti sindacali di Cgil Cisl e Uil in audizione in III Commissione Consiglio Regionale. I sindacalisti hanno messo sul tavolo diverse problematiche a partire dall’organizzazione e dalla carenza del personale sanitario.

«Le linee d’indirizzo di Regione non risolvono i problemi e le tante debolezze del sistema sociosanitario lombardo – affermano i sindacalisti -. Non basta, ai fini della revisione della riforma della sanità lombarda, fare il minimo per non perdere le risorse in arrivo dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) Se non si risolve l’attuale frammentazione e sovrapposizione di funzioni di governo e programmazione tra Assessorato, ATS e ASST continueremo ad avere uno sfilacciamento della catena di comando e una risposta non coordinata, da parte degli erogatori del sistema, ai bisogni di salute della popolazione».

Sul riassetto dei Dipartimenti di Prevenzione i sindacati evidenziano  che quella  prospettata è una soluzione sbagliata, perchè si separano programmazione ed erogazione della prevenzione medica e della prevenzione veterinaria, che invece «dovrebbero operare in forte integrazione e assicurare, in collaborazione con i Dipartimenti di Cure Primarie, l’esercizio delle funzioni strategiche in materia di igiene e sanità pubblica, di tutela della salute e sicurezza negli ambienti di vita e di lavoro,  di salute animale, igiene urbana veterinaria e sicurezza alimentare». Risulta quindi necessario organizzare e valorizzare il Distretto sociosanitario, affinché diventi, con il Dipartimento di Prevenzione e l’Ospedale, «un punto di forza del “sistema salute”, capace di dare unità direzionale, gestionale e tecnica al sistema di offerta territoriale e di prossimità di tipo riabilitativo, residenziale, semiresidenziale e domiciliare, sanitario e socio-sanitario».

Per i sindacalisti manca anche un indirizzo di riforma rispetto alla presa in carico della non autosufficienza e alla residenzialità sociosanitaria che, invece, è una «parte importante di una risposta complessiva al bisogno di continuità assistenziale, con nuove modalità di assistenza intensiva domiciliare e forme intermedie di abitare protetto, da affiancare a soluzioni di degenza extraospedaliera, per assicurare il più a lungo possibile la permanenza della persona anziana nel proprio ambiente di vita o in un contesto di residenzialità che favorisca il mantenimento della vita di relazione e un adeguato sostegno alla residua autonomia».

Tra le altre cose, per le parti sindacali, vanno riviste le condizioni del coinvolgimento del privato nell’erogazione dei servizi e delle prestazioni sanitarie e sociosanitarie, ritenendo necessario un intervento correttivo sulle regole di ingaggio, le procedure e sul sistema di remunerazione, che «valorizzi la funzione integrativa e non sostitutiva dell’offerta privata al sistema sanitario pubblico – affermano Cgil, Cisl e Uil Lombardia – . Se non si mette mano e con urgenza a un rafforzamento degli organici e non s’inverte l’attuale declino delle risorse professionali a livello tanto ospedaliero che territoriale su ambiti essenziali quali la prevenzione, le cure primarie e la continuità assistenziale nessuna manutenzione o riforma della L.r. 23/15 avrà esiti importanti e concreti».

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Pubblicato il 16 Giugno 2021
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