Il “botto” di fine anno del sindaco di Legnano: “Ho ancora una promessa da mantenere…”
Radice fa il bilancio del primo mandato tra investimenti record, cantieri aperti e la partita della Manifattura sulla cui rigenerazione si è detto fiducioso...
Il sindaco di Legnano Lorenzo Radice è stato ospite della redazione di LegnanoNews per la tradizionale intervista di fine anno, un appuntamento che questa volta coincide con l’ultima intervista del suo primo mandato da primo cittadino.
Un confronto ampio, che ha ripercorso i cinque anni di amministrazione: dalla città ereditata nel 2020, segnata dal commissariamento politico e dalla pandemia, agli investimenti senza precedenti, fino alle grandi partite ancora aperte sulla rigenerazione urbana. Inevitabile anche lo sguardo al futuro e alla domanda che accompagna la fine del mandato: Radice sarà il candidato del centrosinistra e chiederà la riconferma ai cittadini?
Alla domanda, il sindaco non ha sciolto la riserva. Prima di parlare di squadre e di candidature, ha spiegato, c’è ancora un impegno da portare a termine: una promessa fatta alla città, che è a portata di mano e vuole portare a casa per i legnanesi. Di cosa si tratti, Radice ha scelto di non entrare nei dettagli creando un pò di suspance.
Tra i temi affrontati anche quello della rigenerazione urbana e riconversione della Manifattura, con il progetto Mani Futura, un’opera incompiuta ma sulla quale il primo cittadino si è detto fiducioso che si possa vedere un primo passo concreto di quella rigenerazione urbana destinata a cambiare il volto del centro di Legnano. Che sia questa la promessa da mantenere prima di guardare al futuro politico? Per ora resta una sorpresa…Di seguito l’intervista completa
L’INTERVISTA
Sindaco, che città ha ereditato nel 2020 e che città si appresta a riconsegnare oggi ai legnanesi?
«Nel 2020 abbiamo ereditato una città molto ferma e molto impaurita. Se torno con la memoria a quei mesi, Legnano veniva da un periodo complesso: le note vicende politiche, il commissariamento e poi il Covid avevano costretto la città, per forza di cose, a tirare il freno a mano.
Tutto il lavoro fatto in questi anni – dalle scuole ai cantieri, fino all’intercettazione dei fondi – è stato un grande movimento per rimettere in moto la città. Oggi credo che lasciamo una Legnano decisamente in movimento».
Qual è stata la direzione scelta in questi cinque anni?
«Abbiamo cercato di mettere le basi perché Legnano resti una “città ascensore”, capace di offrire opportunità e di dare alle persone il coraggio e il desiderio di sognare un futuro migliore.
Lo abbiamo fatto soprattutto attraverso una mole di investimenti pubblici mai vista prima: circa 100 milioni di euro complessivi tra risorse comunali, della Città Metropolitana e delle aziende partecipate. Normalmente si parlava di 5-7 milioni di opere pubbliche all’anno: il salto è evidente. Abbiamo messo mano ai beni pubblici proprio per creare le condizioni di questo rilancio».
In questi cinque anni, qual è il progetto di cui va più orgoglioso?
«Ne cito più di uno. Sicuramente lo Spazio 27B, che considero molto interessante sia per il valore di comunità, sia per il modo in cui associazioni e realtà del territorio si sono messe in gioco. È stato anche un processo amministrativo innovativo, che può essere un modello per il futuro.
Poi c’è la piscina comunale: recentemente abbiamo visto il varo delle grandi travi, un passaggio anche simbolico perché stiamo chiudendo l’involucro dell’edificio. La piscina era uno di quei progetti bloccati e fermi che abbiamo ereditato, e che creavano tensioni e problemi alle migliaia di persone che la vivono ogni giorno.
Infine cito un progetto che ancora non tutti vedono, se non chi passa con attenzione da via Cavour: la scuola dell’infanzia di via Cavour. Quando sono entrato in Comune mi ha davvero aperto il cuore. Le vecchie scuole Strobino erano assolutamente inadatte a ospitare una scuola dell’infanzia. Oggi lì c’è rigenerazione allo stato puro: abbiamo ricostruito e ricondizionato tutto, creando una scuola completamente nuova. Cambiare lo spazio significa cambiare anche le opportunità che diamo ai nostri bambini».
Restano però progetti incompiuti o molto discussi, come la Manifutura e la piazza della Stazione. Ha dei rammarichi?
«No, e il motivo è semplice. Su piazza della Stazione serve una visione, e abbiamo cercato di darla attraverso il PGT e i concorsi di idee. È una visione che va realizzata tassello dopo tassello, sapendo che gli attori coinvolti sono molti e che Legnano non può agire da sola.
C’è poi il tema fondamentale della connessione tra l’area della stazione e il centro città. Nell’ultimo triennale delle opere pubbliche abbiamo stanziato i primi fondi per avviare dal 2027 un intervento sul sistema Piazza Stazione–Monumento–Corso Italia, che oggi necessita di una profonda riqualificazione. È un lavoro che deve procedere in parallelo con il progetto ManiFutura, per la riqualificazione della ex Manifattura, un progetto su cui puntiamo molto e il mandato non è ancora finito. In questi anni sono stati fatti passi importanti: oggi c’è un operatore, la Soprintendenza ha finalmente espresso i propri vincoli ed è in corso l’elaborazione di un progetto. Siamo fiduciosi che si possa vedere un primo passo concreto di quella rigenerazione urbana destinata a cambiare il volto del centro di Legnano».
Ci stiamo avvicinando alla fine del mandato. Quando arriverà la comunicazione sul futuro candidato sindaco?
«Lo ripeto da tempo: abbiamo ancora tanti cantieri aperti e la priorità è finire il lavoro. Dobbiamo portare a un buon punto di conclusione le situazioni ancora troppo indietro o aperte, anche perché alcuni cantieri in ritardo impattano direttamente sulla vita dei cittadini.
Io lavoro in modo lineare: quello che prometto cerco di farlo. All’inizio del mandato avevamo circa 190 impegni e oggi posso dire che ne abbiamo realizzati l’82%. Ma ce n’è uno, uno solo, che manca. È una promessa importante fatta alla città, ed è a portata di mano».
Di cosa si tratta?
«Preferisco mantenere un po’ di suspense. È quel tassello mancante che voglio portare a casa per Legnano e per i legnanesi. Poi parleremo di squadre e di candidati».









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