A Legnano meno reati rispetto a Milano e dintorni. Ma furti, danneggiamenti e minacce sono sopra la media
I dati forniti negli anni passati dalla Prefettura sono stati riportati il 2 dicembre in consiglio comunale in risposta a una interrogazione di Fratelli D'Italia. Il dibattito politico
Reati al di sotto della media provinciale a Legnano – un meno 20% che per alcuni reati arriva anche ad un meno 50 o 60% -, ma non per furti in abitazione, danneggiamenti e minacce, dove i numeri sono invece più alti a quelli fatti registrare nell’hinterland milanese. Una statistica capillare non c’è, ma una prima istantanea della “situazione sicurezza” in città arriva dai dati forniti negli anni passati dalla Prefettura e riportati martedì 2 dicembre in consiglio comunale dalla vicesindaca Anna Pavan, chiamata a rispondere al “triplete” di interrogazioni presentato da Fratelli d’Italia rispetto ai questionari sulla percezione della sicurezza promossi nei mesi scorsi dalle consulte di quartiere.
Proprio i risultati dei 745 questionari compilati hanno riaperto ancora una volta il confronto – o meglio, lo scontro – tra maggioranza e opposizione sulla sicurezza, questione da sempre “calda” che si fa sempre più “bollente” mano a mano che la campagna elettorale scalda i motori. «Mi ha stupito leggere nelle premesse dell’interrogazione l’affermazione: “La sicurezza urbana richiede decisioni fondate su date oggettivi quali statistiche delle autorità di pubblica sicurezza, prefettura e polizia locale, esposti, verbali e non soltanto su percezioni per quanto meritevoli di ascolto” – ha sottolineato Pavan, ricordando anche gli interventi messi in campo in questi anni dall’amministrazione comunale, dalle telecamere agli street tutor passando per lo “sgombero” del parcheggio nell’area Cantoni dai bivacchi e la videosorveglianza al parcheggio di via Colombo -. La percezione per noi è un dato essenziale quanto il dato sulla criminalità, perché rappresenta quello che prova il cittadino ed è in qualche modo un dato oggettivo. Sappiamo benissimo che c’è un divario profondo tra i dati e la percezione, e quindi la percezione non può non interessare. Per questo crediamo che avere a disposizione l’opinione di 745 cittadini, peraltro ben distribuiti per sesso, età e quartiere di residenza pur non avendo rappresentatività statistica, sia un patrimonio di grande utilità».
«Questa interrogazione dimostra quanto, quando parliamo di sicurezza, l’obiettivo sia puramente politico – ha rincarato la dose il sindaco Lorenzo Radice -. È un gioco che la destra sta facendo da tanto tempo: vedo un disinteresse nel provare a risolvere insieme queste tematiche e a fare sicurezza e un interesse crescente per creare paura e far parlare di insicurezza più si avvicina la campagna elettorale. Sindaci di ogni colore politico hanno chiesto e stanno chiedendo al governo di fare uno sforzo per la sicurezza urbana con la legge di bilancio, ma in questo momento troviamo una posta pari a zero euro. Le Polizie Locali dei nostri comuni negli ultimi anni hanno perso 10mila agenti e da Roma non arrivano risposte. Dopo queste interrogazioni è chiaro che la campagna elettorale è iniziata, e che parlare di sicurezza è di destra mentre fare sicurezza è di sinistra».
Campagna elettorale o no, i dubbi di Fratelli d’Italia sui questionari però rimangono. «Non abbiamo in questo momento un dato certo che ci dica se tutti coloro che hanno risposto al questionario siano residenti a Legnano, né se ci siano persone che hanno risposto più volte utilizzando mail diverse – ha sottolineato il consigliere Stefano Carvelli -. Il campione, sempre ammesso che sia integro e congruo, è squilibrato: hanno risposto soprattutto donne e persone che vivono a Legnano da anni, e questo forse è un valore aggiunto, ma i giovani hanno partecipato poco e chi ha poca dimestichezza con la tecnologia non ha partecipato affatto. Centro e Oltrestazione, poi, erano più presenti dell’Oltresempione. Rimane un buon contributo di ascolto, ma non può sostituire dati ufficiali: chiediamoli alla Prefettura per sapere se corrispondono a quello che emerge dalla percezione. All’incontro di presentazione dei risultati non abbiamo partecipato per scelta politica, e anche la sala poco partecipata di quella mattina a nostro avviso è un dato politico».
«Quando poi si parla di strade buie, di spazi isolati e degradati, di parchi e giardini lasciati andare, di spaccio o atti vandalici, si parla di questioni riferite alla sicurezza urbana – ha aggiunto Carvelli -. Queste 745 risposte ci stanno dicendo che ci sono zone governate male: chi le sta governando, la narrazione del centrodestra? Il sindaco ha fatto un bellissimo giro di parole: il governo sta investendo sulla sicurezza pubblica con l’inserimento di agenti ben oltre il turnover in uscita e sul rinnovo dei contratti di queste categorie, ma anche di rimanere negli equilibri di bilancio e nei limiti del fiscal compact che ci impone l’Europa. Sarebbe bello avere più risorse per la sicurezza urbana, ma il comune di Legnano, come tutti i comuni, riceve le risorse che il governo può stanziare in base alle necessità di bilancio che l’Unione Europea chiede di rispettare».










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