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La casa? sempre meno “abbordabile” anche a Legnano e in provincia di Milano

In un convegno sull'abitare promosso a Legnano è stato indicato Lo Spazio 27B come modello da replicare per altri immobili pubblici inutilizzati una buona pratica da valorizzare e far conoscere»

Generico 24 Nov 2025

Anche a Legnano, come in tutte le aree metropolitane italiane, cresce la forbice tra costi abitativi e redditi e la casa diventa un problema sempre più complesso per chi non possiede i requisiti per richiedere una casa popolare e non è in grado di affittare un alloggio ai prezzi di mercato, ovvero si trova in quella fascia “grigia” per cui è carente la disponibilità di alloggi. Se nell’ultimo decennio a Milano i prezzi delle case sono cresciuti di oltre il 50% (ma i redditi medi degli operai solo del 9%) e al tempo stesso gli affitti brevi (tra 1 e 3 anni) sono quasi raddoppiati (passando dal 17 al 30%), anche a Legnano si evidenziano dinamiche che indicano una tensione che va monitorata e gestita.

Secondo le analisi dell’Osservatorio Casa Abbordabile, con il reddito medio annuo cittadino si riesce a comperare tra i 30 e i 50 mq. Come dire che, se si potesse destinare interamente un anno di stipendio alla casa, in 2–3 anni si potrebbe acquistare un appartamento di 100 mq. Insomma, i redditi da lavoro sono sempre più insufficienti per coprire la spesa per la casa. Guardando alle domande di “casa popolare” nell’Ambito dei Comuni del Legnanese, si registra nel 2024 una ripresa delle richieste (dopo un periodo di calo), tornate ampiamente sopra quota 400. Aumentano le domande dei nuclei monopersonali e la quota dei nuclei con redditi sopra la soglia di indigenza (ISEE maggiore di 3.000 euro); mentre la neonata Agenzia dell’Abitare (aperta presso l’URP di corso Magenta) fa registrare accessi in crescita, con richieste soprattutto da parte di famiglie con redditi ISEE tra i 6 e i 20 mila euro.

È stata proprio questa condizione di difficoltà nell’accesso al bene casa il tema di partenza del convegno di martedì 25 novembre, nello Spazio 27B, “Oltre l’housing sociale: percorsi (im)possibili?”, organizzato dall’amministrazione comunale di Legnano e da Fondazione San Carlo per mettere attorno a un tavolo più soggetti — oltre a Comune di Legnano e Fondazione San Carlo, Aler, Città Metropolitana, Comune di Milano, Piano Sociale di Zona, Azienda So.Le e terzo settore — con competenze sull’argomento dell’abitare, per capire a quali soluzioni o progetti si stia lavorando sul territorio metropolitano e lombardo in affiancamento agli alloggi SAP (le cosiddette “case popolari”) e alla coabitazione temporanea.

Il messaggio chiave emerso dai relatori è stato quello di unire le forze e creare collaborazioni fra enti pubblici — Comuni, Regione, Città Metropolitana, Aler, Università, Demanio, ASST, Fondazioni ospedaliere — per rimettere in moto il patrimonio immobiliare inutilizzato e progettare soluzioni abitative adeguate alle nuove esigenze, anche con il coinvolgimento di partner privati e realtà del terzo settore.

In quest’ottica, Massimo Bricocoli, professore del Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano, ha sottolineato il carattere innovativo dell’intervento che ha dato vita allo Spazio 27B, dove un bene comunale è stato rigenerato tramite fondi di Città Metropolitana, creando un polo gestito da Fondazione San Carlo e Coop Intrecci. Qui non si offrono solo alloggi temporanei a studenti, lavoratori e persone con un bisogno abitativo urgente, ma un mix di funzioni sociali (Spazio Incontro Canazza, Terzo Tempo Bistrot), culturali (Biblioteca) e formative (ITS Incom) per il quartiere e la città. Quanto realizzato a Legnano, un unicum nell’area milanese — ha sottolineato Bricocoli — può diventare un modello replicabile per altri immobili pubblici inutilizzati, a Legnano e altrove.

Dichiara Mario Brambilla, consigliere incaricato per le Politiche abitative: «Dal convegno che, come amministrazione, abbiamo organizzato per fare il punto e immaginare soluzioni al problema casa esce confermata la necessità di affrontarlo con una visione ampia, ma soprattutto di continuare a lavorare in stretta collaborazione con tutti gli attori pubblici e del terzo settore impegnati in questa sfida; una collaborazione che, nella nostra città, ha dato buoni frutti, sia nel ridurre gli alloggi pubblici sfitti (43 nel 2021 e una ventina oggi) sia nel rilanciare la possibilità di usare appartamenti che normalmente non erano rimessi in circolo rapidamente. Per esempio promuovendo le assegnazioni di alloggi allo “stato di fatto” (ossia che necessitano piccole manutenzioni effettuate da chi riceve la casa), in canone concordato e con durate temporanee».

L’importanza della collaborazione è stata evidenziata anche da Giorgio Mantoan, consigliere di Città Metropolitana, secondo cui la questione casa va affrontata su scala sovracomunale, valorizzando il patrimonio pubblico inutilizzato e preparandosi a intercettare finanziamenti tramite bandi. «Per questo — ha spiegato — come Città Metropolitana siamo al fianco dei Comuni con determinazione, pronti a costruire insieme soluzioni nuove e coraggiose. Mettiamo in campo competenze professionali ma anche risorse concrete: nel Piano Metropolitano di Ripresa e Resilienza abbiamo previsto interventi specifici sull’housing e il bando dedicato sarà pubblicato nei prossimi giorni».

Collaborazione tra enti pubblici e terzo settore è stata al centro anche dell’intervento di Fabio Bottero, assessore all’Edilizia Residenziale Pubblica di Milano, che ha richiamato la necessità di rispondere a una domanda abitativa in forte cambiamento. Non solo per ragioni economiche, ma anche per la trasformazione delle famiglie. «A Milano — ha ricordato — oggi il 57% dei nuclei familiari è composto da una sola persona. Questo richiede un lavoro continuo sulla qualità delle risposte: non basta la casa come quattro mura, servono servizi che garantiscano cura e socialità. E serve offrire soluzioni a chi arriva per lavorare nella città: autisti, operatori dei servizi, infermieri, docenti».

Questi concetti sono stati ripresi anche dai rappresentanti di Aler, in particolare da Francesca Russo, Responsabile dell’Unità Operativa Valorizzazione, che ha ricordato come, su un patrimonio di oltre 70 mila alloggi nell’area metropolitana, circa 800 siano oggi assegnati ad associazioni che accolgono diverse forme di fragilità sociale. Si moltiplicano inoltre i bandi che aprono a condizioni diversificate per reddito e situazione familiare (come gli alloggi riservati a padri e madri separati), oltre ai progetti in corso per individuare soluzioni abitative dedicate ai lavoratori dei servizi del Trasporto Pubblico Locale.

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Valeria Arini
valeria.arini@legnanonews.com
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Pubblicato il 28 Novembre 2025
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