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“Visionari”, in uscita il nuovo libro di “interviste impossibili” dell’artista legnanese Roberto Bombassei

Il volume è in scita il primo dicembre

Generico 24 Nov 2025

Uscirà lunedì 1° dicembre la nuova fatica letteraria dell’artista legnanese Roberto Bombassei, dal titolo “Visionari”.
«Ci sono voluti tre anni di ricerca, studio e progettazione per scrivere questo mio nuovo libro di interviste impossibili» esordisce l’autore, che in questo periodo ha sviluppato un progetto ambizioso: intervistare grandi personaggi del passato per far conoscere le loro storie e le loro idee, e comprendere attraverso di esse dove stia andando il mondo.

Bombassei racconta come la genesi del libro affondi le radici in un’utopia: «costruire ponti attraverso il tempo e invitare a un tavolo comune uomini e donne che non hanno mai potuto incontrarsi, ma che continuano a parlarci attraverso le loro opere, intuizioni e rivoluzioni silenziose».
Non si tratta di celebrazioni «come statue», precisa, ma di una ricerca di fari capaci di illuminare il presente. Per l’autore, infatti, ciò che rende straordinaria una vita non è l’eccezionalità dell’individuo, bensì «la capacità di trasmettere valori a chi verrà dopo».

“Visionari” non vuole essere storia, né filosofia, né scienza, ma «un dialogo immaginato per risvegliare domande reali»: un invito a imparare «con la gioia dei bambini», a pensare con la profondità dei filosofi e ad agire con il coraggio dei visionari.
Per Bombassei, la domanda centrale resta sempre la stessa: «Cosa possiamo fare, noi singoli, per rendere il mondo migliore?» In un tempo dominato da velocità e distrazione, l’impegno personale, morale e civile diventa «la forma più alta di resistenza e speranza».

Proseguendo, l’autore riflette sul presente e sulle trasformazioni in atto: «Senza essere un profeta, intravedo qualcosa dietro alla nebbia e mi pongo domande alle quali cerco risposte». Da qui nasce la convinzione che l’umanità possa ancora ritrovare i suoi valori millenari e restare umana pur andando incontro a un cambiamento radicale, mentre la tecnologia si avvicina al momento in cui «smetterà di essere un mezzo e diventerà un fine».

Bombassei intravede un futuro in cui l’intelligenza artificiale supererà quella umana, dando origine a una trasformazione irreversibile: «Non immagino apocalissi, non vedo eserciti di robot o città in rovina. Vedo invece un mondo dove l’uomo e la macchina si fondono».
Secondo la sua visione, non ci sarà più un “noi” e un “loro”, ma «un nuovo tipo di coscienza», fatta di carne e di codice, di neuroni e di bit. L’essere umano, afferma, «non verrà spazzato via dalle macchine: diventerà una di esse». Nanorobot nel cervello, interfacce neurali, memoria in cloud: l’uomo del futuro non avrà limiti fisici, potrà «ampliare la mente come si aggiorna un software», non dimenticherà più nulla, non invecchierà come oggi, e forse «non morirà nel senso in cui lo intendiamo ora».

Una prospettiva che può far tremare, ammette Bombassei, ma che lui definisce «dolce e spaventosa allo stesso tempo». Una visione che promette un’immortalità digitale, ma che solleva interrogativi profondi: «Che cosa resterà di noi se la memoria sarà perfetta e infinita? Se ogni emozione potrà essere replicata da un algoritmo?»
La sua risposta è chiara: resteremo noi stessi, anche se in una forma diversa, perché «la vita è solo informazione che cerca di persistere»

Valeria Arini
valeria.arini@legnanonews.com
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Pubblicato il 25 Novembre 2025
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