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La ex Franco Tosi ci riprova. Tornano in vendita l’ex Dopolavoro e il comparto sud

Si parte da poco meno di 1,6 milioni di euro per l'ex Dopolavoro e da poco più di 8 milioni di euro per l'area sud. Per le offerte ci sarà tempo fino al 9 gennaio

ex dopolavoro tosi legnano

Riparte la procedura di vendita per l’ex Dopolavoro Franco Tosi e per il comparto sud della storica fabbrica di Piazza Monumento a Legnano. Dopo che nei mesi si era sbloccata la partita per l’area della ex carpenteria e per il comparto sud ovest, la cosiddetta area ex Ansaldo, con le offerte della LTC, l’amministrazione straordinaria prova a chiudere il cerchio riaprendo i termini per la presentazione delle offerte. Si parte da poco meno di 1,6 milioni di euro per l’ex Dopolavoro e da poco più di 8 milioni di euro per l’area sud; in entrambi i casi per farsi avanti ci sarà tempo fino al 9 gennaio del prossimo anno.

La storia della Franco Tosi

Fondata nel 1881, la Franco Tosi nasce sulle ceneri della Cantoni Krumm, quando il giovane ingegnere di Villa Cortese Franco Tosi, che di quella fabbrica era direttore, diventa socio di Costanzo Cantoni. Il patron della Franco Tosi rimane alla guida di quella che negli anni sarebbe diventata la fabbrica forse più iconica di Legnano fino al 1898, quando viene ucciso a colpi di pistola da un dipendente anarchico.

Alla morte del fondatore l’azienda ha già superato quota mille dipendenti e negli anni della Grande Guerra i nomi a libro paga della Tosi si moltiplicano, grazie anche alla riconversione in chiave bellica della produzione, che già dai primi anni del ‘900 aveva affiancato alle motrici a vapore i motori diesel. La famiglia del fondatore rimane in fabbrica fino al 1936, quando esce di scena l’ultimo figlio di Franco Tosi: per allora la fabbrica ha già vissuto i suoi primi scioperi e ha già ricevuto la visita di Benito Mussolini, venuto a Legnano per la consegna della regia patente di città nel 1924.

La storica fabbrica di Piazza Monumento negli anni della seconda guerra mondiale è anche teatro di uno degli episodi più drammatici della Resistenza a Legnano, quando il 5 gennaio 1944 le SS del generale Otto Zimmerman entrano alla Franco Tosi con camionette e mitragliatrici per un’azione di rappresaglia finalizzata a stroncare uno sciopero, culminata nella deportazione dei membri della commissione interna.

L’apice per la Franco Tosi arriva negli anni ‘70, quando la fabbrica legnanese – nei cui capannoni hanno lavorato anche Ettore Maserati, fondatore dell’omonima casa automobilistica, e i padri della compagnia teatrale “I Legnanesi” Tony Barlocco e Felice Musazzi – arriva a contare 6mila dipendenti. Poi, nella seconda metà degli anni ‘80, complici il referendum sul nucleare e la concorrenza sempre più forte anche a livello internazionale, inizia la crisi di “Mamma Tosi”. Con gli anni ’90 iniziano i passaggi di proprietà e arrivano gli scioperi, tra cui quelli entrati nella memoria collettiva della città con le tute blu che bloccano la tratta ferroviaria Rho-Gallarate e l’autostrada A8.

Fino a che nel 2013 il Tribunale fallimentare di Milano dichiara lo stato di insolvenza, innescando la decisione di mettere la società in amministrazione straordinaria. Nel 2015, infine, l’acquisto del ramo di azienda relativo all’attività principale da parte della Bruno Presezzi, che tuttora porta avanti la storia del marchio Franco Tosi Meccanica in una parte dello storico stabilimento. Rimane aperta, invece, la partita legata alle altre aree un tempo occupate dalla storica fabbrica, ancora in mano all’amministrazione straordinaria.

L’ex Dopolavoro Tosi

pgt legnano ex dopolavoro tosi

Il comparto tra via Cairoli e via Micca che negli anni di gloria ospitava la mensa e il dopolavoro della Franco Tosi di Legnano comprende i 5.500 metri quadri dell’edificio storico di tre piani più il seminterrato e l’area esterna di pertinenza da 4.500 metri quadri che fino ad inizio 2023 è stata in parte utilizzata come parcheggio pubblico ed in parte dall’ex bocciofila, con campi scoperti e coperti ed un fabbricato utilizzato come ex sala riunioni ed ex sala cinema. L’ex Dopolavoro Tosi è già andato all’asta più volte ma senza risultati: l’ultima procedura di vendita si è chiusa una manciata di mesi fa, a fine luglio, con l’ennesimo nulla di fatto.

Per l’ambito di trasformazione dell’ex Dopolavoro il PGT prevede un carattere funzionale misto: in soldoni nell’area potranno trovare spazio destinazioni d’uso differenti nell’ottica di «rigenerare attraverso la sua trasformazione un ambito produttivo storico e dal forte carattere identitario per l’intera città di Legnano».

Il piano di governo del territorio prevede la distribuzione degli insediamenti nella parte nord dell’ambito, quella verso via Cairoli, e il mantenimento e il recupero dell’edificio storico. Il progetto della futura proprietà per l’ambito di trasformazione dovrà inoltre prevedere verso corso Italia la realizzazione di un parcheggio pubblico a carico dell’operatore e dovrà essere garantita una fascia verde di mitigazione di almento 8 metri lungo lo stesso lato. Filari alberati dovranno essere piantumati anche lungo il lato verso via XXIX Maggio. L’operatore dovrà inoltre provvedere alla realizzazione di un percorso ciclopedonale in via Pietro Micca fino all’incrocio con via Quintino Sella.

Il comparto sud

pgt legnano ex tosi sud

Il comparto sud, 120mila metri quadri tra via San Bernardino e il cimitero, invece, in base al nuovo strumento urbanistico avrà principalmente destinazione residenziale, con la possibilità comunque di dare spazio a destinazioni diverse sempre nell’ottica della rigenerazione urbana di un’area che ha fatto la storia della città.

Nella parte nord dell’area verrà recuperato e restaurato a carico dell’operatore l’edificio produttivo esistente da destinare a parcheggio pubblico. Sul lato verso la ferrovia, invece, è prevista la realizzazione di una strada di collegamento nord-sud, con una fascia di verde di almeno 20 metri per attutire l’impatto acustico e un percorso ciclopedonale. Dovranno inoltre essere ceduti almeno 25mila metri quadri di verde, che diventeranno un parco urbano cui si accederà da via S. Giovanni Bosco e da via Cottolengo, e dovranno essere allargate sia via San Bernardino, sia via Alberto da Giussano. Nei piani di Palazzo Malinverni c’è anche una rotatoria tra via Albero da Giussano e via San Giovanni Bosco e l’operatore dovrà inoltre farsi carico del recupero carrabile e ciclabile del sottopassaggio esistente e di un percorso ciclopedonale di almeno 150 metri su via San Giovanni Bosco, 150 metri su via Cottolengo e 850 metri su via Alberto da Giussano.

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 18 Novembre 2025
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