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In centinaia davanti all’Ospedale di Legnano per ricordare i sanitari morti a Gaza

Il flash mob silenzioso ha ricordato i 1.677 medici, infermieri e operatori sanitari uccisi mentre prestavano soccorso alla popolazione civile palestinese

presidio ospedale legnano gaza

Luci accese davanti all’Ospedale di Legnano nella serata di giovedì 2 ottobre mentre venivano pronunciati cento nomi di sanitari uccisi: medici, infermieri e operatori sanitari che fanno parte dei 1.677 morti mentre prestavano soccorso alla popolazione civile palestinese. Luci voluti dal personale sanitario legnanese per richiamare l’attenzione su tutti i colleghi della sanità che hanno perso la vita a Gaza, che si vanno ad aggiungere alle migliaia accese in tutta Italia per la mobilitazione organizzata a livello nazionale dalle reti #DigiunoGaza e Sanitari per Gaza.

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Flash Mob per Gaza e i sanitari morti davanti all’Ospedale di Legnano 4 di 12

Durante la serata è stato letto un messaggio del sindaco Lorenzo Radice, che si trova a Lampedusa per la XII Giornata della Memoria e dell’Accoglienza e non ha potuto essere presente. I partecipanti hanno osservato alcuni minuti di silenzio mentre le luci delle torce illuminavano la sera. «Abbiamo sentito il dovere morale di essere presenti, come professionisti della cura ma anche come cittadini – hanno spiegato i lavoratori davanti all’ospedale di Legnano -. Ogni giorno ci prendiamo cura delle persone, senza guardare alla loro provenienza o alla loro fede. Non possiamo accettare che chi fa il nostro stesso mestiere venga ucciso mentre cerca di salvare vite».

Un gesto semplice, ma carico di significato, che ha unito idealmente Legnano alle oltre 200 città italiane coinvolte nella protesta. «Quello che sta accadendo a Gaza è una tragedia umanitaria inaccettabile», ha sottolineato un medico legnanese. «Colpire deliberatamente ospedali, ambulanze e personale sanitario è una violazione grave delle convenzioni internazionali. Siamo qui per ribadire che il rispetto di chi soffre e di chi li assiste non è un’opinione, ma un principio fondamentale del diritto umanitario».

La mobilitazione, che ha raccolto oltre ventimila adesioni in tutta Italia, ha voluto anche richiamare l’attenzione sulle responsabilità della comunità internazionale. Secondo i promotori, è importante che ogni categoria professionale faccia sentire la propria voce, portando un contributo specifico alla comprensione e alla denuncia delle violazioni in corso. Nel contempo si sono accese le luci non solo davanti agli ospedali di Magenta, di Milano e di Varese, ma anche in tutte le regioni d’Italia. Clicca qui per l’elenco delle adesioni

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Pubblicato il 02 Ottobre 2025
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