Empowerment femminile: al Museo Cozzi di Legnano voci di donne che cambiano società e futuro
“Oltre il caos - Volti di Storia, Voci di Futuro” un momento di riflessione al Museo Fratelli Cozzi di Legnano e organizzato dal Gruppo Imprenditoria Femminile di Confindustria Alto Milanese

L’uguaglianza di genere è un tema che ancora oggi fatica a trovare pieno spazio nella società, segno di una cultura che deve radicarsi con più forza. Di questo e molto altro si è parlato all’incontro “Oltre il caos – Volti di Storia, Voci di Futuro” tenutosi la sera di mercoledì 1 ottobre al Museo Fratelli Cozzi di Legnano e organizzato dal Gruppo Imprenditoria Femminile di Confindustria Alto Milanese. Un appuntamento al femminile che è stato non solo un momento di riflessione, ma anche un viaggio tra passato e futuro, per riconoscere i traguardi raggiunti e dare forza a nuove sfide. Un modo per comprendere che l’empowerment femminile è una conquista collettiva, che passa attraverso cultura, scienza, lavoro e società. A fare gli onori di casa Elisabetta Cozzi, presidente del Museo Fratelli Cozzi, intervenuta anche sul tema degli stereotipi e dell’empowerment. «Che cosa possono fare le donne? Beh, tutto! Ma la vera parità di genere sta nell’agire con gli uomini: insieme e non come due opposti contrastanti».
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Ad aprire i lavori è stata Stefania Solari, referente del Gruppo Imprenditoria Femminile dell’Associazione, che ha presentato le attività e i valori portati avanti dal gruppo, sottolineando l’importanza di continuare a parlare di disparità di genere, un tema che riguarda tutti, perché la disuguaglianza non conviene a nessuno. È intervenuto anche Maurizio Carminati, presidente di Confindustria Alto Milanese. Ripercorrere la storia significa restituire spazio e voce a quelle figure femminili che hanno lasciato un segno indelebile.
Donne tra passato, presente e futuro
Sono seguiti gli interventi che hanno intrecciato testimonianza storica, esperienza professionale e visione del futuro. Nicoletta Bigatti, autrice de “L’altra fatica. Lavoro femminile nelle fabbriche dell’Alto Milanese 1922-1943”, ha raccontato le vicende delle donne e delle bambine impiegate nelle prime tessiture del territorio. Storie di lavoro e fatica di giovani donne, costrette a entrare in fabbrica già a 12 anni, spinte dal bisogno economico e da una cultura sociale che andava oltre la normativa. A seguire, Chiara Viale, avvocato e autrice del libro “Lidia e le altre – Pari opportunità ieri e oggi”, ha approfondito la figura di Lidia Poet e le sue battaglie per il diritto di esercitare la professione legale. Una storia che ripercorre le difficoltà delle donne che volevano avvicinarsi al mondo della legge. Basti pensare che solo nel 1963 vi è stata la prima donna magistrato. Pregiudizi e pretesti assurdi hanno accompagnato per lungo tempo la vita professionale delle donne. Viale ha anche sottolineato l’importanza di educare le donne alla leadership e, al tempo stesso, di rendere il mondo del lavoro più umano anche sul fronte degli orari: non solo per le donne, ma perché è giusto a livello sociale.
Piera Levi-Montalcini, presidente dell’Associazione Levi Montalcini, ha condiviso il lavoro e l’eredità della zia Rita Levi-Montalcini, ricordando l’impegno per formare nuove generazioni di giovani donne leader nella scienza e nella società. «Le donne faticano ancora a ricoprire quei ruoli in cui si guadagna tanto. Ciò accade forse per la nostra incapacità di batterci seriamente per abbattere questi blocchi. Tanto è stato fatto e ancora molto dovremo affrontare. La cultura deve partire dall’infanzia e, a livello educativo». Levi ha sottolineato come ancora oggi molte ragazze facciano un passo indietro nel mondo scientifico, soprattutto in ambito tecnico, perché spesso le famiglie ritengono che la scienza sia una materia “da maschi”, ma non è così. Lo studio delle discipline tecniche è ancora visto come un settore maschile. A confermarlo anche Elena Maria D’Ambrosio, dirigente dell’Istituto Bernocchi di Legnano: «I numeri ci dicono che la presenza femminile nei percorsi tecnici è ancora bassa. Questo percorso non può restare un universo al maschile: c’è spazio anche per le ragazze». Secondo D’Ambrosio, il nodo è culturale e riguarda anche l’orientamento, che deve essere affrontato già a partire dalla scuola primaria.
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