Non chiamiamole piste ciclabili, ma anche i disegni servono
Ricoperti di critiche e insulti, i nuovi percorsi tracciati a Legnano con pittogrammi e linee bianche dall’amministrazione comunale hanno la funzione di tutelare chi sceglie – o spesso è costretto a scegliere – la mobilità dolce per muoversi in città

Non chiamiamole piste ciclabili: meglio definirle corsie per biciclette o, più semplicemente, segnalatori che rendono evidente all’automobilista la presenza dello spazio destinato anche ai ciclisti. Perché, che piaccia o no, i mezzi a due ruote esistono e i ciclisti hanno il diritto di viaggiare come gli automobilisti.
Ricoperti di critiche e insulti, i nuovi percorsi tracciati a Legnano con pittogrammi a forma di bicicletta e linee bianche dall’amministrazione comunale hanno una funzione semplice ma tutt’altro che scontata: tutelare chi sceglie – o spesso è costretto a scegliere – la mobilità dolce per muoversi in città.
Il sogno dei ciclisti e la realtà urbana
In un mondo ideale i ciclisti vorrebbero viaggiare solo lungo le classiche piste ciclabili, quelle con il cordolo, ben separate dalla strada. Ma ampliare i chilometri di piste di questo tipo non è sempre possibile: servono spazi ampi, e realizzarle significherebbe ridurre corsie per le auto o eliminare parcheggi con le conseguenti polemiche. Per questo, adattandosi alla viabilità cittadina, servono compromessi, oggi previsti anche dal codice della strada.
Ed ecco allora comparire a Legnano i pittogrammi a forma di bicicletta: segnalano con chiarezza la possibile presenza di ciclisti e completano le linee della cosiddetta bicipolitana. Dove lo spazio è stretto, come in fondo a via Pietro Micca verso Castellanza, si trovano al centro della carreggiata; altrove, come in corso Garibaldi, sono disegnati a lato strada o inseriti in corsie ciclabili, percorribili anche dalle auto quando non ci sono biciclette.

Più sicuri, ma non del tutto
Questi segni rendono i ciclisti più sicuri? La risposta è: non del tutto, ma di certo più di prima. Chi scrive usa la bicicletta ogni giorno per spostarsi in città e sapere che la propria presenza è riconosciuta dà una sensazione di maggiore tutela. Mi sento più tranquilla anche quando dietro di me c’è un automobilista irritato che non può superarmi.
Viaggiando con le mie figlie, però, la preoccupazione resta: mi rilasso solo sulle piste ciclabili vere e proprie, anche a costo di allungare il percorso. Così, per raggiungere il centro estivo partendo dalla zona centrale, evito via Venegoni e preferisco imboccare via Rossini e i marciapiedi ciclopedonali tinti di rosso che portano a viale Sabotino.
Le biciclette esistono, sono parte della viabilità cittadina e chi le usa ha diritto a essere visto e rispettato. Se nuove piste ciclabili non si riescono a realizzare, per mancanza di spazio o di coraggio per il rischio di nuove proteste, accontentiamoci dei disegni a terra e continuiamo a pedalare rispettando le regole della strada, che anche i ciclisti – ricordiamolo – sono tenuti a rispettare. In totale a Legnano i chilometri di ciclabili sono 25.
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