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Il fondo cinese PAG annuncia la chiusura di NMS a Nerviano: sindacati e ricercatori in stato di agitazione

La chiusura della sede NMS di Nerviano annunciata ad agosto e il trasferimento a Corsico deciso dal fondo cinese PAG mette a rischio i ricercatori: sindacati sul piede di guerra per difendere il centro di eccellenza. Venerdì 18 luglio saranno annunciate le mobilitazioni dei lavoratori

Generico 14 Jul 2025

La sede degli uffici di Nerviano della NMS, storica azienda biotech impegnata nella ricerca di farmaci oncologici, potrebbe chiudere a partire dal primo di agosto. La decisione, comunicata dal fondo PAG, azionista di maggioranza di origine cinese, prevede lo spostamento delle attività a Corsico, lasciando così a rischio circa un centinaio di ricercatori, molti dei quali con una lunga esperienza nel settore. Come hanno precisato le tre rappresentanti sindacali riunitesi nuovamente nel pomeriggio di oggi, giovedì 17 luglio, si tratta al momento solo di una comunicazione ufficiale, non ancora seguita da un avvio formale delle procedure. Ma l’impatto di questa decisione data così a freddo ha fatto tremare le gambe a tanti. I sindacati Femca CISL, Uiltec UIL e Filctem CGIL, insieme al coordinamento delle RSU aziendali, hanno dichiarato lo stato di agitazione denunciando la gravità della situazione.

La comunicazione di questa scelta dettata dai cinesi è arrivata in realtà nei giorni scorsi nella sede di Assolombarda, dove è stata annunciata la possibile chiusura delle attività di ricerca nei reparti di Chemistry e Biology. Per le organizzazioni sindacali, si tratta di una decisione «imposta dall’alto» che compromette sia i posti di lavoro sia l’integrità di un centro riconosciuto a livello internazionale. «Non è accettabile – sottolineano – che un polo strategico venga smantellato per motivi meramente finanziari». I sindacalisti Daniele Calcaterra (Cisl), Luciano Pellizzaro (Filctem Cgil) e Giandonato Pierro (Uil) sono in prima linea nella gestione della vertenza e si preparano a coinvolgere le istituzioni a ogni livello. L’obiettivo è fermare una decisione che rischia di cancellare un centro italiano in grado di seguire l’intero processo di sviluppo di un farmaco oncologico, dall’ideazione alla produzione. Come ha precisato Calcaterra potenzialmente i lavoratori a rischio potrebbero essere molti di più: «Siamo riusciti a rimandare l’avvio di una possibile procedura di licenziamento settembre – afferma il sindacalista -. Non è stato possibile per il momento evitare la chiusura della palazzina. Intendiamo mobilitarci per salvaguardare i lavoratori attivandoci in tutti i modi possibili e chiedendo il supporto a tutti i livelli». Nei prossimi giorni sono previste iniziative pubbliche e nuove forme di mobilitazione, volte a tutelare sia l’occupazione che il valore scientifico e sociale di NMS.

Nerviano Medical Sciences

É una realtà che nasce come centro di ricerca oncologica di alto livello, ereditando una lunga tradizione scientifica che affonda le sue radici nei laboratori farmaceutici un tempo legati a Pfizer. Dopo l’uscita della multinazionale americana e una fase di crisi economica, fu la Regione Lombardia, tramite la Fondazione Regionale per la Ricerca Biomedica (FRRB), a rilevare l’azienda nel tentativo di salvaguardarne il patrimonio scientifico e i posti di lavoro. Grazie a questo intervento pubblico, NMS ha potuto continuare le sue attività di ricerca e sviluppo nel campo dell’oncologia, trasformandosi in un hub biotecnologico integrato che comprende anche i rami di preclinica (Accelera) e produzione farmaceutica (NerPharMa), sotto la struttura societaria di NMS Group. Nonostante la qualità della ricerca e i numerosi progetti innovativi, la sostenibilità economica dell’azienda restava un nodo irrisolto. È in questo contesto che, alla fine del 2017, si affaccia un nuovo attore: il fondo cinese Hefei SARI V-Capital Management, con sede a Shanghai e legato al prestigioso Shanghai Advanced Research Institute. Il fondo decide di investire in modo massiccio su NMS, rilevando il 90% del capitale per circa 300 milioni di euro, coprendo anche l’ingente debito pregresso. L’operazione si conclude formalmente nel marzo 2018, con la FRRB che mantiene il 10% della proprietà. L’arrivo dei cinesi è visto non come una “svendita”, ma come un’opportunità concreta per rafforzare il polo lombardo della ricerca oncologica. I nuovi soci portano capitali, visione industriale e apertura verso i mercati asiatici, pur lasciando inalterata la governance italiana e la sede operativa a Nerviano. Ed oggi ecco la doccia gelata per i lavoratori nervianesi. Nel contempo il Gruppo Chiesi ha rilevato l’ex Teva, ma ci vorranno alcuni anni prima che riesca ad avviare la sua realtà, sempre di natura scientifica farmaceutica, a Nerviano. 

 

Lavoratori in mobilitazione alla NMS di Nerviano, sindacati: “Annunciati licenziamenti c’è preoccupazione”

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Pubblicato il 17 Luglio 2025
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