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Omicidio Vasilica a Legnano: i Ris di Parma al lavoro su coltello e vestaglia, Mostoni resta in carcere

Il 29enne, ritenuto colpevole di questo efferato omicidio, dal momento in cui è stato individuato sino ad oggi non ha mai dato segni di emotività

Omicidio via Stelvio

Mentre Mostoni resta in carcere con l’accusa di aver ucciso lo scorso 24 maggio Vasilica Potincu in un appartamento in via Stelvio a Legnano, i Ris di Parma stanno analizzando le tracce trovate sul coltello. Ad essere analizzati anche i residui biologici rinvenuti sulla cintura della vestaglia trovata intorno al collo della donna, che non è stata utilizzata per strozzarla, ma solo come elemento per bloccarla. Sotto la lente anche la stessa vestaglia che la vittima indossava e che è poi stata ritrovata sul suo volto, come per coprirle la testa.

Il 29enne, ritenuto colpevole di questo efferato omicidio, dal momento in cui è stato individuato sino ad oggi non ha mai dato segni di emotività, tanto che il suo comportamento è stato definito glaciale. Mostoni non voleva neppure essere rappresentato da un legale: «Mi difendo da solo» avrebbe detto agli inquirenti. Tale la mancanza di empatia, la freddezza e la spregiudicatezza dimostrate da far pensare al Pm e al Gip del Tribunale di Busto Arsizio di essere di fronte a una persona pronta a ricommettere quanto commesso. A destare sconcerto è stato anche il fatto che l’uomo, da quanto emerso dalle analisi forensi del cellulare, dopo l’omicidio avesse già preso appuntamento e concordato una prestazione con una prostituta.

Poche le parole dette dal 29enne, tra queste: «Sono estraneo ai fatti» e, quando gli è stato offerto cibo e acqua, ha persino detto: «Non è necessario». Una personalità particolare che si scontra con la descrizione fatta da amici e parenti di un uomo dal carattere particolare, ma decisamente buono. Sarà poi nelle aule del Tribunale che Mostoni dovrà difendersi per provare la sua «estraneità ai fatti» ricostruiti dai carabinieri della Compagnia di Legnano in poco tempo. Tra gli aspetti da chiarire è se la vittima abbia aperto di sua spontanea volontà o meno al suo killer. Due le ipotesi: una è quella che lei sia caduta nella trappola del suo assassino, quindi dell’accusato di cui lei (sempre secondo quanto ricostruito) aveva paura, in quanto si sentiva perseguitata. Oppure che Vasilica abbia fatto entrare il 29enne senza vedere il pericolo. Resta chiaro per gli inquirenti che tra i due non c’è mai stata una relazione sentimentale e che forse lui abbia travisato ogni cosa.

Omicidio Potincu a Legnano: il presunto killer tre giorni dopo aveva già un appuntamento con un’altra prostituta

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Pubblicato il 03 Giugno 2025
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