Palio di Legnano 2025, un’edizione che parla con la voce della città
Alla conferenza post-evento in Sala Stemmi, Comune e Fondazione Palio tracciano un bilancio positivo tra radici condivise, partecipazione e prospettive di crescita per il futuro. Entusiasta il presidente Luca Roveda

Il Palio è Legnano e Legnano è il suo Palio. L’edizione 2025 della manifestazione ha dato un segnale forte: non solo per la grande partecipazione registrata nei giorni clou, ma per il senso di appartenenza che si è respirato in città. A ribadirlo sono stati il gran maestro Lorenzo Radice sindaco di Legnano, il presidente della Fondazione Palio Luca Roveda e il cavaliere del Carroccio Andrea Monaci, nel corso della conferenza post Palio tenutasi venerdì 30 maggio a Palazzo Malinverni a Legnano. Presenti anche il vicepresidente della Fondazione Alberto Romanò e i consiglieri Massimiliano Roveda e Francesca Mineo. In Sala Stemmi il presidente della Fondazione ha subito annunciato: «Siamo già al lavoro per l’edizione del 2026. Sarà l’anno zero perchè sarà il primo con i cavali mezzosangue ed inoltre sarà caratterizzato dall’ottocento cinquantesimo anniversario della Battaglia di Legnano».
Una città che si muove sempre più unita
«Quando si parla di Palio si parla di una città che si muove – ha sottolineato il sindaco Radice –. Dietro questa macchina c’è un lavoro sinergico e condiviso tra il Comune, la Fondazione Palio e il Collegio delle otto contrade. Oggi più che mai siamo uniti da una stessa passione. Il Palio non è più un semplice evento, ma un movimento che rappresenta Legnano e le sue radici». Il presidente della Fondazione Roveda ha ricordato l’intenso lavoro di promozione svolto durante l’anno, citando tra gli altri l’annullo filatelico con il ministro Giorgetti e la mostra storico-culturale portata fino a Bruxelles: «Il Palio è un valore da promuovere anche a livello nazionale. La sfida più grande, resta per noi quella di attrarre nuovi visitatori da fuori, far vivere loro la bellezza e la forza di questi momenti. L’edizione 2025 ha segnato un passo in avanti, non solo per l’organizzazione, ma per il significato collettivo che questa manifestazione continua ad avere per l’intera comunità».

Domenica 25 maggio, giorno del Palio, il Campo era gremito. Migliaia di persone hanno assistito alla sfilata storica lungo le strade cittadine e il parco Falcone e Borsellino è stato letteralmente invaso da famiglie e bambini in occasione della Festa Medievale che visto il successo, ha spiegato Romanò «ci da la spinta a lavorare per proporre questa festa anche nel 2026». Soddisfazione anche per l’evento “Manieri Aperti”, che ha movimentato la città fino a sera: «Non abbiamo dati ufficiali – ha precisato Romanò – ma a colpo d’occhio si percepiva chiaramente il forte coinvolgimento della cittadinanza. È stato bello vederlo e viverlo».
La sicurezza fuori e dentro al Campo
Con uno sguardo più ampio sull’organizzazione il cavaliere del Carroccio Monaci ha spiegato: «Stiamo facendo un salto di qualità notevole. Non sempre è qualcosa che si vede dall’esterno, ma sul piano organizzativo si percepisce e si apprezza sempre di più». Entrando nel dettaglio Monaci ha spiegato quanto lavoro c’è stato sul fronte sicurezza «L’organizzazione della sfilata quest’anno ha mostrato una strutturazione molto articolata. Abbiamo tutti lavorato in concerto e tutto ha funzionato con grande compattezza e tempi eccellenti. Ci sono stati alcuni imprevisti ai quali abbiamo saputo rispondere prontamente, come il Carroccio che, nonostante una revisione accurata durante l’inverno, ha evidenziato alcuni problemi alle ruote e ai freni». Monaci ha poi affrontato il tema dell’esclusione del cavallo della contrada San Domenico: «La decisione della commissione veterinaria, che ha valutato il cavallo troppo stressato, ha certamente vanificato un anno di preparazione per la contrada, ma è stata un scelta giusta e condivisa. È un segnale chiaro: il Palio tiene al benessere degli animali. La reggenza di San Domenico ha accettato con maturità e ha compreso l’importanza di tutelare i cavalli, e questo rappresenta un passo avanti per tutto il mondo del Palio».
Dietro le quinte del Palio di Legnano: un’organizzazione invisibile e affiatata
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