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Fame di tecnici? Confindustria Alto Milanese lancia la sfida: “Formiamo risorse femminili”

L'obiettivo è raccogliere l’adesione di aziende pilota che cercano tecnici e aiutare a formare risorse femminili. Ma bisogna partire dalle scuole: nelle classi di elettronica non ci sono ragazze

Confindustria donne

Esistono ancora lavori e percorsi di studio “maschili”? La risposta è no, ma persistono ancora stereotipi da abbattere.  È questa la grande  sfida di genere intrapresa dal Gruppo femminile di Confindustria Alto Milanese che mira ad avviare un progetto formativo e di inserimento lavorativo di figure tecniche femminili, estremamente ricercate ma praticamente introvabili per ricoprire questi ruoli non tradizionali.

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Eppure – ed è stato dimostrato nel primo incontro organizzato nella sede dell’associazione di categoria – non solo è possibile intraprendere un percorso formativo in materie cosiddette STEM ma le donne quando lo fanno, spiccano per bravura. 

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Il più grosso ostacolo da superare è quello della scuola e, in particolare, degli indirizzi scelti dalle famiglie. I dati presentati da Elisa Albano, ingegnere elettronico laureata con 110 e lode e docente di Telecomunicazioni dell’ISIS Bernocchi di Legnano, sono sufficienti per capire quanta strada ci sia ancora da compiere: «Nelle classi di elettronica ed elettrotecnica  la percentuale di ragazze iscritte è pari allo 0; si passa allo 0,5, con la presenza di una femmina in una sola classe nei 5 anni, nell’indirizzo di meccatronica. In informatica e telecomunicazioni – ha spiegato – la percentuale sale al 10%, comunque molto bassa. Mentre al liceo di Scienze Applicate si arriva al 30% di presenza femminile. Fino a qualche anno fa ero l’unica docente  donna in un dipartimento composto da 30 persone, eppure questo non mi ha impedito di assumere un ruolo importante all’interno della scuola diventando capodipartimento, di crescere e di portare avanti con successo le mie passioni, prima da studentessa e poi da insegnante».

A Debora Nozza, oggi computer scientist e assistant Professor all’Università Bocconi di Milano, è stato consigliato di evitare l’iscrizione all’Itis per coltivare la sua passione per l’informatica e ha dovuto optare sulla ragioneria, più consona a una ragazza. È solo grazie alla sua determinazione che è riuscita a fare la carriera che l’ha portata ad avere una cattedra alla Bocconi e a ottenere il più grande finanziamento europeo (un milione e mezzo di euro) per una ricerca sull’uso dell’intelligenza artificiale per individuare i commenti di cyber bullismo sui social: «Nel momento in cui tu sei una minoranza, – ha spiegato – devi dimostrare che ce la puoi fare e che sei molto brava, che che quel posto ti appartiene. Sono diventata una minoranza anche nel ruolo di docente. Ho avuto problemi con gli studenti: ero una donna giovane e sono dovuta diventare una persona diversa, ho dovuto cambiare il mio modo di essere per fare funzionare la dinamica docente-studente. Ma nonostante questo sono sempre andata avanti».

Ed è sempre grazie alla sua determinazione se Alessandra Sitton della CBS Compositi di Magnago è riuscita, negli ultimi 15 anni, a ottenere nell’azienda dove lavora nelle risorse umane un’importante presenza femminile in reparti esclusivamente maschili.  Ne è un esempio Snezana Stojanovic dell’azienda Colombo di Rescaldina che ha portato la sua  esperienza di donna che ricopre un ruolo svolto in precedenza solo da uomini,  così come Michela Ferrarese, operaia metalmeccanica specializzata in saldatura, protagonista di una videointervista realizzata dall’Istituto Italiano della Saldatura in occasione della giornata dedicata alle donne saldatrici: «Nessuno mi ha mai incoraggiato ad intraprendere questa strada, ma sono andata avanti lo stesso e questo lavoro mi regala grandi soddisfazioni»

A tirare le somme è stata Silvia Testi, psicologa, che ha concluso dicendo che non ci sono i lavori solamente maschili, ma esiste la trappola cognitiva dello stereotipo da combattere dai genitori, fin dal nido. «Si parla molte volte di disparità di genere sul mondo del lavoro – ha spiegato Stefania Solari, in rappresentanza del Gruppo Imprenditoria Femminile di Confindustria Alto Milanese –  E così, mentre le aziende cercano disperatamente lavoratori tecnici, abbiamo un potenziale sprecato di donne che non accedono a lavori considerati ‘maschili’. Per cambiare questo paradigma occorre però partire dall’istruzione. Questo evento – ha detto  Solari – vuole essere un punto di partenza e stiamo già pensando di lanciare un progetto concreto. Pensiamo di raccogliere l’adesione di aziende pilota che cercano tecnici e aiutare a formare e preparare risorse femminili selezionate». Presente anche il presidente di Confindustria Alto Milanese, Maurizio Carminati: «Convincere le ragazze a ricoprire ruoli non tradizionali non sarà semplice ma se ci riusciremo sarà una cannonata».

Valeria Arini
valeria.arini@legnanonews.com
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Pubblicato il 20 Aprile 2024
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