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Don Marco Lodovici: “L’arrivo di un nuovo parroco e di un prete novello è un grande dono”

Scrive il sacerdote: "L’arrivo insieme di un prete novello per la pastorale giovanile e di un nuovo parroco sono da leggere come un grande dono che può dare un nuovo impulso al cammino della comunità cristiana e della pastorale giovanile"

Palio di Legnano - Investitura religiosa della reggenza della contrada San Domenico

“I sacerdoti affiancano la comunità per un certo periodo poi sono chiamati ad andare da un’altra parte ma la comunità cristiana rimane, dunque non bisogna correre il rischio di sentirsi ad ogni cambio di prete all’anno zero”. Così, don Marco Lodovici scrive nel suo ultimo messaggio social, quasi preparando la comunità di San Domenico alla partenza per una nuova destinazione in Diocesi. Un pensiero profondo sulla scia di quelli che l’hanno preceduto, ma in questo caso più indirizzato al cammino che la parrocchia deve intraprendere al cambio di un sacerdote.
Scrive il sacerdote: “L’arrivo insieme di un prete novello per la pastorale giovanile e di un nuovo parroco sono da leggere come un grande dono che può dare un nuovo impulso al cammino della comunità cristiana e della pastorale giovanile. Occorre dunque avere il desiderio e sentire la responsabilità di dare continuità ai cammini intrapresi in un serio discernimento pastorale”.
Giovedì 22 giugno, ricordiamo, conosceremo il nome del nuovo responsabile della pastorale giovanile del centro, la destinazione di don Marco e quella dei giovani sacerdoti di Cerro Maggiore e San Vittore Olona.
Di seguito il testo integrale di don Lodovici.

Questa riflessione mi piacerebbe che avesse il tono di un augurio per il vostro cammino dei prossimi anni.
Lasciare una Parrocchia è impegnativo, il cuore lo sente perché tanti legami sono significativi e la condivisione della preghiera, di gioie e dolori è un dono grande!
Però parto con la certezza che quello che si è costruito col Signore rimane, che anche a distanza quella fraternità continuerà ad essere vera ed a scaldare il cuore.
In questa riflessione vorrei più che altro raccontarvi quello che mi sta a cuore.
Il desiderio più grande che ho è che ognuno di quelli con cui ho camminato e condiviso la fede e la preghiera, dai piccoli della scuola dell’infanzia, ai ragazzi del catechismo, ai preadolescenti, agli adolescenti, ai 18enni, giovani, fidanzati, sposi, famiglie, anziani e ammalati possa continuare a vivere il proprio cammino col Signore.
Quando mi capita di incontrare persone di Settimo Milanese o di Palazzolo e vedere che sono cresciuti e maturati nel loro incontro personale col Signore è sempre una gioia grande. E’ accorgersi che, anche se le strade si dividono, la fede continua a farci sentire in comunione!
Insieme a questo vorrei che i nostri gruppi parrocchiali continuassero con impegno il loro cammino.
I sacerdoti affiancano la comunità per un certo periodo poi sono chiamati ad andare da un’altra parte ma la comunità cristiana rimane, dunque non bisogna correre il rischio di sentirsi ad ogni cambio di prete all’anno zero.
Certamente ogni sacerdote ha sue caratteristiche, capacità temperamento, può portare importanti suggerimenti, idee, innovazioni, può aiutare a leggere in maniera più obiettiva il percorso perché almeno all’inizio è “uno sguardo esterno” e occorre accoglierlo con benevolenza senza difendersi dietro quel terribile “noi abbiamo sempre fatto così” che blocca qualsiasi cammino pastorale.
L’arrivo insieme di un prete novello per la pastorale giovanile e di un nuovo parroco sono da leggere come un grande dono che può dare un nuovo impulso al cammino della comunità cristiana e della pastorale giovanile.
Occorre dunque avere il desiderio e sentire la responsabilità di dare continuità ai cammini intrapresi in un serio discernimento pastorale che sappia aiutare a comprendere come vivere il vangelo di Gesù in questo mondo che cambia rapidamente tenendo insieme progetti collaudati e pronti ad inventare e ad accogliere quello che lo Spirito Santo suggerisce.
In particolare la situazione attuale della Chiesa ci invita con insistenza a ripensare le responsabilità laicali e i compiti specifici dei preti nella comunità. Invito tutti a sentirsi protagonisti di questo percorso.
Insieme è necessario crescere in un cammino di comunione con le altre Parrocchie. Il lavoro insieme con la comunità di san Magno soprattutto nella pastorale giovanile ma anche in quella famigliare, nella Caritas, in alcune celebrazioni liturgiche e nel coordinamento delle catechiste è stato prezioso; questa comunione è significativa, va incrementata ed è necessaria per la costruzione del futuro delle nostre comunità. Impariamo a non alimentare rivalità ma a a costruire ponti e a mettere insieme le forze ricordando che il Signore ci chiede di essere il suo unico popolo.
L’altra grande sfida a cui il papa ci richiama con insistenza è quella della Chiesa in uscita. Diminuendo le forze la tentazione è quella di rinchiudersi all’interno delle comunità cercando di portare avanti quello che si è sempre fatto senza riuscirci e rischiando di demoralizzarci sempre di più. Il Signore ci ricorda che la Parola del Vangelo è annuncio di salvezza per tutti gli uomini e che c’è un mondo che ha bisogno della sua Parola. In ascolto dello Spirito troviamo nuove idee per creare dialogo e testimoniare la gioia dell’incontro col Signore e magari cerchiamo di rivalorizzare forme antiche che continuano ad essere valide se riproposte in modo nuovo.
Questo è il mio augurio per il nuovo cammino.
don Marco Lodovici

Redazione
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Pubblicato il 18 Giugno 2023
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