Un profondo richiamo ai valori della Patria, dell’unità, della pace, ma anche del lavoro nella celebrazione odierna, a Legnano, della Festa della Repubblica.

Nei discorsi ufficiali, accanto alla palazzina dell’Associarma, del sindaco Lorenzo Radice, del presidente ANPI Primo Minelli e del presidente Associarma Antonio Cortese, si sono rincorsi spesso i riferimenti alla guerra russo-ucraina e gli appelli alla pace. Un evento, purtroppo, per pochi intimi, come ormai accade troppo spesso .

«Mi chiedo: come posso io, come possiamo noi vivere una festa, e oggi è la festa della nostra Repubblica, quando ogni giorno si allunga la conta dei morti e non si intravedono possibilità reali di arrivare alla Pace», così il sindaco Radice, che ha proseguito «Purtroppo questa follia non si è ancora fermata e non sembra avere alcuna intenzione di fermarsi. Quindi non devono fermarsi nemmeno i tentativi perché questa follia finisca. Non dobbiamo arrenderci, anche se la situazione, a oggi, non sembra avere vie d’uscita. E i motivi per non arrendersi sono quei valori che oggi celebriamo in una giornata che vorremmo fosse di festa, ma di festa vera, cioè di festa per tutti». QUI IL DISCORSO INTEGRALE DEL SINDACO RADICE

Anche Primo Minelli, presidente ANPI, ha ripreso la drammatica attualità del conflitto in corso. Da qui il suo invito: « Spetta a noi, Istituzioni, Forze Armate e della Resistenza non far arretrare i valori della Repubblica. Spetta ai giovani, che sono il futuro proseguire sul cammino democratico facendo argine contro i venti di guerra che soffiano e contro chi pensa all’uomo forte in alternativa alla democrazia. Per questo ha attualità la famosa frase di Antonio Gramsci ”istruitevi perché abbiamo bisogno di tutta la vostra intelligenza”».

Ma Minelli ha voluto ricordare un altro valore fondamentale per la nostra Costituzione, il lavoro: «Il varo della Costituzione, nata dalla Resistenza, avrebbe poi meglio definito il sistema democratico alla vita della Repubblica. Affermando con forza che la nostra repubblica sarebbe stata fondata sul lavoro. Lavoro non precario, lavoro non povero, lavoro dignitoso nella retribuzione. E’ questo il problema di oggi». PER L’INTERVENTO COMPLETO DI PRIMO MINELLI, CLICCARE QUI

Infine, Antonio Cortese, presidente Associarma. Nel suo discorso l’impegno e l’augurio «perché se il cambiamento non avviene nell’animo di ciascuno, è impensabile che possa avvenire a livello collettivo», la conclusione di un intervento centrato sulle difficoltà create dalla pandemia, su una ripresa ostacolata dall’avvento della guerra in Europa, sull’incertezza di un futuro in cui l’indipendenza energetica assume sempre più importanza. QUI IL DISCORSO INTEGRALE DI ANTONIO CORTESE