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Mai così tanti cantieri a Legnano ma ora la crisi energetica rischia di frenare anche l’edilizia

Paolo Bo di Primo Colombo Legnano, azienda specializzata nel commercio e nella messa in opera di prodotti finiti per la casa, sta osservando un aumento generalizzato di costi di materie prime e prodotti che preoccupa il settore

Primo Colombo

Dopo avere intervistato la titolare della forgiatura San Giorgio, che sta subendo rincari del 300% sul gas, e avere raccolto la preoccupazione dell’attuale proprietà della Franco Tosi di Legnano, abbiamo chiesto a chi opera nell’edilizia come il caro bollette stia impattando su un settore che ha beneficiato dei bonus casa ma si trova, ora, a dovere fare i conti con l’impennata dei costi delle materie che, insieme alle difficoltà di approvvigionamento, sta rischiano di bloccare la produzione.

Paolo Bo, socio titolare di Primo Colombo, azienda specializzata nel commercio e nella messa in opera di prodotti di finiture per la casa, sta osservando un aumento generalizzato dei costi che preoccupa il settore.

A Legnano non si sono mai visti così tanti cantieri (nuovi e di ristrutturazioni) come in questo momento. Come impatta ora la crisi energetica sul settore dell’edilizia?
Impatta in ogni ambito: a catena su tutto. Occorre fare una premessa: il mercato dei materiali edili in generale è un mercato che già da due anni continua a subire aumenti, dovuti soprattutto all’enorme richiesta di materiali che si è venuta a creare e che ha colto i produttori impreparati. La scarsità di materie prime, come ad esempio il legno, i cementi, il ferro, hanno continuato poco alla volta a far lievitare i prezzi, e questo è un problema fisiologico dovuto dal binomio richiesta/offerta. Oggigiorno a questo si va ad aggiungere l’imprevisto aumento dei costi dell’energia, che impatta fortemente sul prezzo dei materiali edili: basti pensare, ad esempio, che le piastrelle in ceramica vengono cotte in alti forni a gas che lavorano a ciclo continuo e sviluppano temperature superiori ai 1000°. Questo per farci un’idea di quanto incida l’energia sul valore del materiale.
Da maggio 2021 i prezzi mensilmente sono lievitati in media del 5% e siamo arrivati ad oggi a registrare un aumento medio dei prodotti finiti del 25-30%.

E le bollette? Può farci qualche esempio di questi rincari? Come stanno impattando sulla vostra azienda?
Dal canto nostro il rincaro dell’energia ha portato sicuramente una maggiorazione dei costi: facendo un raffronto tra le bollette di novembre e dicembre 2020 e quello dello stesso periodo nel 2021, a parità di consumi possiamo dire che sono triplicate. Questo incide non poco sui costi aziendali, e soprattutto sono aumenti che nessuno poteva prevedere.

I bonus edilizi hanno incentivato nuove ristrutturazioni?  Quali sono stati i problemi?
I bonus in edilizia sono stati un enorme aiuto soprattutto dopo la prima ondata pandemica, hanno permesso al settore edile di ripartire subito con l’acceleratore; non dimentichiamo inoltre che l’edilizia è un volano che fa muovere una filiera immensa, quindi gli incentivi indirettamente sono stati d’aiuto non solo al settore edile ma al sistema produttivo italiano in generale.

Negli ultimi mesi le ristrutturazioni, soprattutto quelle con la cessione del credito, hanno subito un leggero rallentamento a seguito delle continue variazioni delle normative che le regolano, e soprattutto alcuni operatori finanziari, data la confusione venutasi a creare, hanno bloccato le liquidazioni dei crediti acquisiti in attesa che il Governo dia delle linee guida più chiare. Aziende come la nostra sono in attesa del nuovo decreto legge per poter capire come procedere in futuro.

Cosa chiedete e cosa vi aspettate dal Governo?
Al Governo chiediamo prima di tutto certezze, che vengano rispettati i patti con i cittadini quando si varano bonus ed incentivi e non vengano continuamente apportate modifiche in corso d’opera.

Auspichiamo poi che vengano approntate le misure necessarie a frenare i rincari fuori controllo dei costi energetici nel breve periodo, e che si adotti nel lungo periodo una politica energetica nazionale autonoma: un Paese industrializzato come il nostro non può basare il suo fabbisogno energetico sull’importazione da altri Paesi.

Valeria Arini
valeria.arini@legnanonews.com
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Pubblicato il 28 Febbraio 2022
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