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Covid-19 e ritardi diagnostici, l’appello dall’ospedale di Legnano: «Non c’è più tempo da perdere, l’Oncologia va migliorata»

Il dottor Sergio Fava, direttore del dipartimento Oncologico di Legnano, è tornato a segnalare le criticità che si stanno affacciando in campo sanitario

ospedale unico Legnano

«Ormai è chiaro: i tumori, a causa dell’emergenza sanitaria, saranno la prima causa di morte. E non c’è più tempo da perdere: occorre ottimizzare al più presto le cure Oncologiche». Così il dottor Sergio Fava, direttore del dipartimento Oncologico dell’Asst Ovest Milanese, è tornato a segnalare le criticità che si stanno affacciando in campo sanitario a causa dei ritardi diagnostici provati dal Covid-19. «Nel territorio dell’Asst Ovest Milanese nel 2019, quindi, prima della pandemia – spiega il dottor Fava -, com’è evidenziato anche dai dati dell’Ats Milano, le malattie cardiovascolari erano la prima causa di decesso, poi seguivano quelle per tumore. Un aspetto che rispecchiava l’andamento in tutta Italia. Ma tutto questo sta per cambiare: le malattie tumorali saranno al primo posto con quelle cardiovascolari come causa di morte. Già oggi il 33% delle morti è dovuto a neoplasie. Ecco perchè l’Oncologia deve diventare un aspetto centrale sia nell’attuale sanità che in quella del futuro».

Il virus Sars-Cov2 ha stravolto la vita quotidiana delle persone e nell’arco di due anni ha pressoché bloccato le attività di prevenzione. La natalità si è abbassata, la mortalità si è alzata ed è rimasto in continuo aumento l’indice di invecchiamento. Nel contempo per contenere il virus le attività chirurgiche sono state fortemente limitate. Secondo una recente analisi di AGENAS durante l’emergenza sanitaria si è registrata una riduzione degli interventi per tumore (passati dal 20 al 30%) e una riduzione dell’attività di prevenzione con il 30 % in meno dei tre screening principali (cervicale -32,20%, mammografico -30,32% e colon rettale -34,70%). Un quadro che si rispecchia anche sul territorio locale, infatti, come segnala il dottor Fava «Durante il periodo pandemico l’Oncologia sia di legnano che di Magenta hanno sempre garantito l’accesso alle cure mantenendo inalterata l’attività di day hospital e di prestazioni ambulatoriali continuando ad erogare terapia e assistenza anche in misura superiore rispetto al periodo pre-pandemico, mantenendo standard di cura degli anni precedenti, abbiamo però registrato un significativo impatto negativo sul numero delle nuove diagnosi e trattamenti. La necessità di ridurre il rischio di contagio ha fatto in modo che si adottassero misure drastiche. Ad esempio pensiamo solo al personale sanitario come gli anestesisti e rianimatori che sono stati dirottati verso l’assistenza ai malati Covid-19 rendendoli così indisponibili per gli interventi chirurgici».

Si è quindi configurato un quadro di vera emergenza oncologica: «L’interruzione e/o il ritardo degli screening, della chirurgia, della radioterapia comporterà alla ripresa dell’attività post pandemia, un incremento di nuovi pazienti oncologici con maggiore necessità di cure – commenta il dottor Fava -. Non possiamo nascondere che a causa della mancata prevenzione e della ripresa della chirurgia vi è da aspettarsi un’ondata di casi oncologici estremamente impegnativi per numerosità e gravità». Proprio perchè con la ripresa degli interventi e dei servizi di prevenzione si registrerà un eccesso di diagnosi oncologiche che appare necessario «ripensare all’organizzazione dell’Oncologia sia in termini qualitativi che quantitativi, nel quadro di una declinazione dipartimentale che abbia come obiettivo principale l’adeguatezza della offerta delle cure rispetto alla domanda anche inespressa in tutto il territorio dell’Asst Ovest Milanese».

D’altro canto per il dottor Fava una realtà ospedaliera che si caratterizza per la sua vocazione chirurgica non può fare a meno di «affiancare alle “grandi chirurgie” una oncologia che sappia “gestire” tutta la patologia oncologia che dalle stesse chirurgie ne deriva». Su questo difficile fronte il “dipartimento Oncologico Aziendale (Cancer Centre di Legnano) appare lo strumento organizzativo più idoneo che «per competenza e funzione – precisa il dottor Fava – può riunire ed unificare settori specialistici. Quindi ottimizzare significherà ampliare l’offerta di cure oncologiche attraverso l’unificazione dei centri di cura Legnano, Cuggiono, Magenta e Abbiategrasso, con protocolli di terapia comuni e maggiore integrazione rispetto a quanto avvenuto finora, nuovi spazi fisici per una migliore accoglienza e comfort per i pazienti, la dotazione di una Radioterapia, l’offerta di una consulenza genetica per i tumori caratterizzati da possibile ereditarietà, uno psico-oncologia a disposizione per pazienti e famigliari e una ottimizzazione dell’integrazione tra Oncologia e cure Palliative precoci».

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 14 Febbraio 2022
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