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Si può ridere sulla Pandemia? Con Malvaldi e le sue “Bolle di Sapone” sì

Generica 2020

Bolle di sapone
di M. Malvaldi
ed. Sellerio
€ 15,00

La pandemia è, a tutti gli effetti, un elefante nella stanza: non puoi far finta che non ci sia. Puoi cercare di farci amicizia, di farlo uscire, di dargli spazio, ma non lo puoi ignorare. Da questo ragionamento è partito Marco Malvaldi quando ha iniziato a scrivere questa nuova, attesissima, avventura della combriccola del BarLume: il fatto poi che quattro dei suoi protagonisti fissi abbiano abbondantemente passato gli ottant’anni, ha reso davvero obbligatorrio raccontare il tragico periodo che abbiamo vissuto tutti, partendo dal punto di vista dei più fragili ed esposti al virus.

Siamo quindi nel marzo del 2020, la chiusura per pandemia ha relegato i vecchietti in casa, in balia delle consorti che hanno diritto di vita e di morte se non sui mariti, di certo sulla loro dieta. Tutte tranne Tilde, la moglie di Ampelio, perchè il suddetto è in ospedale col femore rotto. Il bar è vuoto, nessun chiacchiericcio, nessun pettegolezzo, solo asettico asporto.
Massimo, il barrista, è costretto a una convivenza forzata e non priva di complicazioni con la madre, Gigina, ingegnere dall’intelligenza mastodontica che si diverte a stracciarlo a scacchi mentre recupera un ruolo genitoriale che non ha mai realmente interpretato; Alice, dal canto suo, è bloccata in Calabria dove stava facendo un corso di aggiornamento.
In questa sorta di stasi forzata, ogni singolo personaggio racconta e incarna i comportamenti che in quel periodo erano il nostro quotidiano: la mania della disinfezione, le scuse fantasiose per aggirare i divieti, la trascuratezza nel vestire, l’ossessione per il cibo, le lunghe code per la spesa, l’incubo del famigerato bollettino delle 18,00. E poi la noia delle lunghe giornate tutte uguali e la paura, l’incertezza, l’angoscia, specialmente degli anziani che sono quelli che più hanno pagato per questa situazione.
Ma ecco che arriva la possibilità di tornare alle vecchie abitudini: il caso cui sta lavorando Alice, due strane morti in Calabria, li rimette in moto. Dopotutto, la pandemia ci ha insegnato una nuova accezione di “lontano”: che sia dall’altra parte d’Italia o nella casa al di là della strada, ciò che è fuori da casa nostra è parimenti irraggiungibile. Diciamo quindi grazie a cellulari, tablet, chat e videochiamate che hanno permesso a tutti noi – ma soprattutto ai nostri vecchietti – di restare in contatto e, nel loro caso, di rimettersi in azione, sfoderando, come sempre, battute, curiosità e ingegno per arrivare alla soluzione.

Eccoci davanti a un giallo costruito benissimo, che è anche una commedia che racconta con ironia ciò che tutti abbiamo vissuto, ma che è anche una grande dichiarazione d’amore: l’amore per i nostri anziani, per i nostri affetti, per tutti coloro che ci circondano. Amore che si può dimostrare in un modo solo: avendo cura.
Ecco, questo è un romanzo sulla cura, ed è a sua volta cura. Cura per i nostri animi spaventati, infragiliti dall’incertezza e dalla paura. Cura che passa dai sorrisi e dalle emozioni che arrivano dalle pagine che scorrono via veloci come bolle di sapone nel vento.

Assolutamente da leggere.

Amanda Colombo – Galleria del Libro

Redazione
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Pubblicato il 24 Ottobre 2021
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