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Medicina Democratica: “Incenerire fanghi è pericoloso a Sesto San Giovanni come altrove”

L'associazione ambientalista era presente all'evento dei No Accam a Legnano, perchè "la preoccupazione riferita a Sesto è data dalla pericolosità dell'incenerire i fanghi, cosa che vorrebbe fare anche la Newco a Borsano"

Manifestazione No Accam a Legnano

Borsano come Sesto San Giovanni? Sabato scorso, alla manifestazione indetta dai vari comitati No Accam e dal consigliere comunale di  Legnano, Franco Brumana, tra i presenti, anche rappresentanti di Medicina Democratica che hanno volantinato un documento, con il quale vengono elencati tutti i possibili problemi di carattere ambientale e sanitario che potrebbero scaturire da un nuovo inceneritore a Sesto San Giovanni, che verrà costruito dal Gruppo Cap.

Spiega Giuseppe Marazzini già consigliere comunale a Legnano: «La preoccupazione riferita a Sesto è data dalla pericolosità dell’incenerire i fanghi, cosa che vorrebbe fare anche la Newco a Borsano. Medicina Democratica e i cittadini che appartengono al Comitato Popolare Descantes di Sesto S. Giovanni, Cologno Monzese e quartiere Adriano di Milano hanno presentato un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale contro l’autorizzazione per la costruzione del nuovo inceneritore di fanghi misti». Dovremo fare altrettanto per Borsano? Sembra insinuare, preoccupato, Marazzini.
Di seguito il comunicato di Medicina Democratica.

CONTRO LA COSTRUZIONE DEL NUOVO INCENERITORE A SESTO SAN GIOVANNI COME ALTROVE

104 abitanti e Medicina Democratica hanno presentato un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale contro l’autorizzazione per la costruzione del nuovo inceneritore di fanghi misti. Abbiamo sintetizzato i motivi del ricorso in 12 punti che descrivono mancanze e inadempienze nel progetto e nell’autorizzazione.

    1. Manca la valutazione di dove sarà collocato il nuovo inceneritore. Viene presentato come modifica di un impianto costruito negli anni ’70. Come se in quella zona le case, le scuole, gli abitanti fossero come nel 1970 e non vengono quindi valutati gli effetti delle sue emissioni su quel che c’è oggi.
    2. Non sono rispettate le distanze minime previste dalle norme regionali tra un inceneritore e le abitazioni, le scuole, i nidi, gli spazi sportivi.
    3. Non sono state analizzate e valutate le possibili alternative all’uso dell’inceneritore compresa quella di non costruirlo e della diversa collocazione.
    4. L’indice di efficienza energetica dell’inceneritore è molto bassa e secondo le linee guida europee e la legge italiana ne sarebbe esclusa la realizzazione.
    5. La proposta non è coerente con gli obiettivi dell’economia circolare perchè impostata per avvalorare e confermare la sola opzione dell’incenerimento.
    6. Manca la valutazione dell’incidenza degli effetti dell’inceneritore sui siti comunitari di interesse ambientale compresi nella Rete Natura 2000.
    7. Le perdite di metano e di anidride carbonica nell’aria che si avranno dall’impianto di biometano non verranno eliminate completamente.
    8. Saranno raccolti i residui alimentari industriali e inseriti nell’impianto dell’umido. Manca la valutazione del perchè non vi sia il loro recupero per l’alimentazione animale.
    9. Le norme internazionali indicano l’incenerimento dei fanghi di depurazione tra le fonti che producono un’elevata emissione di diossine, benzofurani, esaclorobenzene e altre sostanze persistenti. Per questo sono previste regole molto tassative. Nel progetto non sono state prese in considerazione.
    10. Le emissioni di inquinanti dal camino indicate come più basse sono solo indicative e auspicabili ma non sono limiti vincolanti. Valgono quindi i limiti di legge com’era per il vecchio forno inquinante. Questo tra le altre cose impedisce una valutazione approfondita dell’impatto sanitario.
    11. Manca una valutazione sull’effetto accumulo dei microinquinanti, tra i quali: diossine, furani, PCB.
    12. Sugli odori il progetto rimanda a una fase successiva la valutazione dell’effettiva entità del fenomeno e si limita ad assicurare, senza garanzie scientifiche riscontrabili, che verranno poi effettuate attività per ridurli.

MEDICINA DEMOCRATICA

Redazione
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Pubblicato il 21 Giugno 2021
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