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Parchi inclusivi e partecipati, concluso il censimento su 40 aree a Legnano

A spiegarlo è il consigliere comunale delegato ai parchi inclusivi, Giacomo Pigni, che ha effettuato personalmente, con l'aiuto di esperti di urbanistica, i sopralluoghi negli oltre 40 parchi della città

Generica 2020

Oltre la manutenzione ordinaria e straordinaria. Il progetto del comune di Legnano sui parchi inclusivi in città ha l’obiettivo di rendere le aree verdi «più vivibili, partecipate, accessibili (a tutti e per tutti), mettendole in rete tra loro». A spiegarlo è il consigliere comunale delegato ai parchi inclusivi, Giacomo Pigni, che ha effettuato personalmente, con l’aiuto di esperti di urbanistica, i sopralluoghi negli oltre 40 parchi della città per constatare lo stato delle aree, ascoltare chi le frequenta e stabilire priorità e interventi da programmare.

Giacomo Pigni Legnano

«Il censimento si è concluso da poco – spiega il consigliere – e ci ha permesso di creare un file exel molto dettagliato dove abbiamo indicato i punti critici e quelli di forza di ogni area analizzata per iniziare a ragionare sullo sviluppo integrato dei parchi. Molti di questi  sono di piccole dimensioni, isolati come “non-luoghi” in prossimità di aree abitate».

L’elenco delle aree da censire è stato dato dagli uffici comunali, escludendo quelli già in oggetto di finanziamenti come il parco delle scuole Mazzini per il quale è stato lanciato un bando da 200mila euro per rinnovarlo. Altri 350mila euro sono stati stanziati nel bilancio 2021 per il verde in città.

Nel corso dei sopralluoghi sono stati quindi individuati i parchetti che hanno maggior bisogno di manutenzione straordinarie con la presenza di giochi rotti e inutilizzabile, come il Parchetto di via Montecassino o quello in via San Bernardino, che saranno oggetto di intervento nei prossimi mesi, e quelli che necessitano interventi a livello strutturale meno urgenti e che richiedono manutenzione ordinaria.

Nell’ottica della valorizzazione dei parchi sono state poi ascoltate le segnalazioni che riguardano soprattutto le aree cani, poco luminose quelle del Falcone e Borsellino e del parchetto di via Venezia e quindi da rendere più sicure, mentre è emersa la necessità di portare uno spazio per  gli amici a quattro zampe a San Paolo come richiesto da un gruppo di residenti.

Un altro obiettivo del progetto è quello di stimolare la partecipazione dei cittadini. «Tante sono le aree di risulta, con parchi creati vicino a un condominio o a villette – spiega Pigni -. Sono parchi pubblici, poco conosciuti, che potrebbero avere grandi potenzialità in un’ottica di collaborazione tra Comune e cittadini per la manutenzione e la gestione. A Milano ci sono diversi esempi virtuosi».

Ci sono poi parchi che potrebbero essere valorizzati con progetti più ampi come il parco di via Venezia o Falcone Borsellino: «Bisogna pensare ai parchi come luoghi di ritrovo: le aree verdi hanno una importanza fondamentale per la socialità, della quale ora più che mai ne sentiamo la mancanza. Socialità che riguarda non solo le famiglie con i bambini piccoli ma anche i giovani, che hanno bisogno di spazi per lo studio, lo svago e per svolgere lo sport all’aperto: le aree attrezzate per queste attività sono carenti».

 

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Pubblicato il 15 Aprile 2021
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