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Pino Landonio e il covid: “Un evento che mi ha toccato come persona e come medico”

Con il libro dall’emblematico titolo “E la gente rimase a casa” uno spaccato di come il virus è entrato nelle nostre case, nella nostra vita

pino landonio

E’ in uscita l’ultimo libro di Pino Landonio dall’emblematico titolo “E la gente rimase a casa”, un viaggio al centro del coronavirus, delle sue cause e dei devastanti effetti sanitari e sociali. Un “Instant book” da leggere tutto d’un fiato, per dare un senso a questo anno vissuto così pericolosamente. In questa intervista, cerchiamo di capire le origini del pensiero di Landonio e le motivazioni che l’hanno spinto a produrre il libro con la collaborazione della Cooperativa Sociale Onlus “La Mano”

Perché questo libro?
Questo libro e’ il frutto del lavoro di un anno: articoli, riflessioni, note in margine a un evento assolutamente straordinario, che mi ha toccato come persona e come medico.

Covid: qual è il tuo approccio?
Come persona, quello di tutti, ossia usare prudenza e razionalità; come medico, cercare di interpretare il significato, i rischi, la pericolosità e i possibili mezzi per contrastare la pandemia: cosa non semplice per la sua ” novità”, per la contagiosità, e per la crudezza con cui ha colpito soprattutto le persone anziane; come scrittore, interpretare e raccontare le ansie, le paure, i lutti che la pandemia ha portato con se’ , cercando però i possibili antidoti nella bellezza, nella fantasia e nell’arte.

Come hanno reagito i lombardi e i legnanesi alla pandemia?
Per lo più con compostezza, dovrei dire, soprattutto nella prima fase. Poi, a partire dall’estate, c’è stata qualche sbavatura ed esasperazione di troppo. Grazie anche alle sirene dei negazionisti o di qualche professionista del ” facciamo casino “. Anche per questo i dati della seconda ondata sono stati, in qualche caso, peggiori della prima. Tuttavia sia della prima che della seconda ondata vorrei elogiare, oltre lo straordinario sacrificio di molti colleghi medici, infermieri e altri operatori sanitari, l’impegno dei tanti volontari che si sono prodigati in azioni di solidarietà. Senza di loro le cose sarebbero andate molto peggio.

Divulgazione scientifica, Arte e bellezza, cosa li unisce?
L’ho già detto prima: arte, bellezza e, aggiungo, fantasia, sono gli antidoti possibili, direi quasi necessari, per non soccombere alle paure e alla depressione. Ho utilizzato i riferimenti letterari per vedere come, nei secoli, sono state raccontate le pandemie; ho fatto ricorso alla poesia per trovare scampoli di speranza; ai testi delle canzoni per una rilettura anche ironica del presente; e non ho rinunciato a un mio vezzo antico delle interviste impossibili, in questo caso al covid-19, o dei racconti paradossali.

Cosa ci ha tolto e cosa ci ha dato il covid?
Quello che ci ha tolto sta nei numeri, ancora oggi impressionanti. Sta nella solitudine patita dai malati, in ospedale e nelle RSA, ma anche a domicilio, quando confinati. Sta nella privazione del lutto. E, fatto non meno grave, nella privazione della scuola per lunghi periodi e per gran parte dei nostri giovani. Oltre all’aggravamento della crisi economica e delle disuguaglianze sociali. Cosa ci ha dato? Uno straordinario avanzamento delle conoscenze scientifiche e della possibilità di avere, in tempi molto più rapidi del passato, alcuni vaccini che si sono dimostrati efficaci. Una solidarietà maggiore dall’Europa , rispetto ai tempi dell’austerità e del rigore. La presenza di figure autorevoli come il nostro capo dello stato e il pontefice, che sono stati di sicuro aiuto. E forse una coscienza più diffusa non solo dei nostri limiti, ma anche del valore della scienza, e della possibilità di una ” resilienza ” collettiva.

La sanità lombarda?
Nel libro ne parlo a più riprese. E’ una sanità che ha sicuramente delle eccellenze, soprattutto nel settore ospedaliero e nei centri di ricerca, ma che, in questa pandemia ha dimostrato tutta la fragilità dell’assetto territoriale e della prevenzione. Una sanità che andrà al più presto riformata, ripartendo dai medici di medicina generale, che hanno bisogno di risorse e di modalità di lavoro molto più coordinate ed efficaci di quelle attuali.

Le prossime avventure letterarie?
Ho in corso di pubblicazione l’ultima tranche dei miei ” dialoghi immaginari ” con poeti di tutti i tempi e paesi ( sono arrivato al IV libro e a 100 dialoghi ). E poi conto di pubblicare un romanzo su di un prete, immaginario, ma ispirato a una lapide locale, che ho collocato nella seconda metà dell’800.

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Pubblicato il 18 Febbraio 2021
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