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Il programma del sindaco di Legnano bocciato dalle minoranze: “Non viviamo sulla luna”

Un elenco di progetti e visioni di città che però non hanno convinto l'opposizione soprattutto per la poca concretezza degli annunci

Generica 2020

Un programma che è ancora ancora da campagna elettorale, troppo “parrocchiale“, poco concreto e privo di visione politica per il futuro della città. Sono state bocciate senza “se” e senza “ma” le linee programmatiche della maggioranza relative alle azioni e ai progetti da realizzare nel corso del suo mandato, approvate con i voti contrari delle minoranze, lunedì 21 dicembre, in consiglio comunale.

Il sindaco Radice, dopo avere ricordato gli sforzi messi in campo per aiutare con quasi un milione di euro famiglie e commercianti in difficoltà, si è augurato di aprire  5 anni di lavoro basati su legalità, ascolto e coinvolgimento cittadini, e in particolare dei giovani. «Puntiamo alla sostenibilità economica, ecologica e sociale – ha detto Radice – e alla rigenerazione delle strutture e delle infrastrutture, ma anche di quei valori e legami che fanno grande e bella la nostra comunità. Occorre generare relazioni per superare la solitudine generata dalla pandemie, bisogna avere il coraggio di essere aperti e solidali e diffondere cultura della sussidiarietà». Il primo cittadino ha poi citato alcuni capisaldi del programma che è stato votato dai cittadini, come la città policentrica e la cultura diffusa:  «La nostra dev’essere una città generativa che unisce e moltiplica anziché dividere. – ha sottolineato – Abbiamo gettato le basi di molte questioni rimaste parcheggiate negli ultimi anni, specie durante la gestione commissariale. Siamo ripartiti dalle cose basilari, per questo in questi primi giorni stiamo insistendo su piccole cose come la spazzatura e i marciapiedi. Ora servono sogni, fantasia e creatività per disegnare una città diversa e tradurre le nostre proposte in azioni possibili. Sono passati solo due mesi, abbiamo il tempo per mettere tutto in atto».

Un elenco di progetti e visioni di città che però non hanno convinto l’opposizione soprattutto per la poca concretezza degli annunci: «La campagna elettorale è finita», ha ricordato il consigliere comunale di Forza Italia, Letterio Munafò: «Ora serve il  coraggio del fare», mentre la consigliera Daniela Laffusa (Lega) ha rivendicato con orgoglio quanto fatto dalla lista Fratus. Ma è stato il consigliere Francesco Toia insieme poi a Franco Brumana ad usare i toni più duri: «Pensavo di essermi collegato al meet sbagliato, quello della Parrocchia San Magno – ha  ironizzato sui buoni propositi del sindaco –  Qui serve un atto di fede più di coraggio, in un momento delicato non vediamo contenuti: «Bisogna lavorare per il futuro – ha detto Toia – aggiustatele queste linee programmatiche, siete sulla luna, questa non è Legnano, non è nemmeno il pianeta terra».

Brumana ha subito punzecchiato sul ruolo a suo parere non più determinante del Partito Democratico: «Dove è finito? – è stata la sua domanda di Bruma  – questa giunta punta tutto al coinvolgimento ma non alla partecipazione. Ha una visione statica e gerarchica: c’è chi decide e deve essere poi chiamato a collaborare, senza un rapporto che non è dialettico. Si pensa alle piccole cose ma manca visione strategica di insieme. Non si parla di urbanistica, se non nel 2022, e intanto avanzano le colate di cemento, stiamo regalando 90mila metri cubi  alla Franco Tosi? Così non va bene». Brumana è stato s subito smentito dal consigliere comunale Umberto Silvestri: «Il Pd è c’è, non preoccupatevi – ha detto il consigliere – il mio discorso sarà scritto e a disposizione per essere verbalizzato, le linee programmatiche descrivono la nostra visione strategica di città e sanciscono gli impegni di chi sta governando».

Polemica la consigliera di centrodestra Carolina Toia che ha definito il consiglio comunale il teatrino dell’ipocrisia: «Ma noi teniamo duro e continuiamo a ‘lavorare sodo’ per il bene della nostra città. Continuiamo inoltre a preferire lo studio e l’approfondimento, a casa, accompagnati a spontaneità e genuinità, in aula. Ci piace “andare a braccio” come dicono in gergo, leggere ‘pedissequamente’ il compitino, scritto chissà da chi, siamo bravi tutti»

Valeria Arini
valeria.arini@legnanonews.com
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Pubblicato il 22 Dicembre 2020
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