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Le operatrici delle pulizie all’Ospedale di Legnano pronte a scioperare

Le lavoratrici aderiranno alla manifestazione nazionale per chiedere il rinnovo del contratto collettivo nazionale. Sciopero indetto da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti

Sindacalisti

Ci saranno anche loro alla manifestazione di venerdì 13 novembre indetta dai sindacati della Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti, per chiedere il rinnovo del contratto nazionale. Si tratta del personale che garantisce i servizi di manutenzione e pulizia all’Ospedale di Legnano. Lavoratrici del settore Multiservizi pagate poco più di 7 euro lordi all’ora e impegnate anche in turni di notte.

Uno sciopero che, come ricorda Fabio Toriello segretario della Filcams Cgil Ticino Olona, non è stato annullato a fronte dell’annuncio di un tavolo di confronto per «discutere del rinnovo del contratto collettivo nazionale scaduto da oltre 7 anni. Non sappiamo di che natura sarà l’incontro, ma di certo la mobilitazione nazionale non sarà annullata».

Nelle strutture dell’Asst Ovest Milanese sono impegnate circa 200 lavoratrici che fanno a capo a una società di Multiservizi. Ottanta di queste dipendenti si trovano a Legnano. Con loro a difendere i propri diritti ci sono anche tutti gli operatori impegnati nella manutenzione della struttura oppure nell’area della guardiola per il controllo degli accessi. «La situazione di questi lavoratori dei Multiservizi è esattamente quella di numerose realtà dislocate in tutta Italia – commenta Toriello -. I lavoratori dei servizi in appalto di pulizia e sanificazione svolgono un ruolo ritenuto essenziale per il contenimento del contagio nei presidi ospedalieri, nelle RSA, nelle case di cura, nelle scuole, nelle università, nei tribunali, nelle fabbriche e negli uffici pubblici e privati, esponendosi in prima linea per garantire l’accessibilità dei luoghi che, senza la loro opera, non sarebbe possibile».

Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti puntano il dito contro il dietrofront delle rappresentanze datoriali del settore che opera prevalentemente negli appalti pubblici. «Molte imprese – precisa il sindacalista – con la pandemia, hanno incrementato in modo consistente lavoro e fatturato, continuando a sfruttare il senso di responsabilità, il grande impegno, i sacrifici, la professionalità e la dedizione di centinaia di migliaia di lavoratori, per il 70% donne, con salari esigui, orari spesso ridotti, carichi di lavoro pesanti e condizioni di lavoro difficili in molte realtà. In questo scenario è inaccettabile che si continui a impedire il rinnovo del contratto nazionale, che finora ha permesso a molte imprese “risparmi” milionari, scaturiti da sette anni e mezzo di mancati adeguamenti delle retribuzioni dei lavoratori».

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 11 Novembre 2020
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