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Legnano Chapter: “Un giro tra natura, storia e buon cibo”

I motociclisti del Legnano Chapter sono tornati in sella. Il loro racconto della gita in Alto Adige

Legnano Chapter

Da assiduo frequentatore dell’Alto Adige, ho sempre desiderato di percorrere le strade che di solito faccio in auto durante le vacanze con un mezzo che di sicuro è meno confortevole ma in grado di dare maggiori emozioni: la motoretta!!!! Decido che quest’anno ad ogni costo, anche da solo, devo fare il tanto agognato giro e comincio a pensare eventuali percorsi fin da gennaio. L’emergenza COVID modifica un po’ la rotta ma non toglie la volontà di proseguire nel progetto.

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Legnano Chapter 4 di 6

Il progetto prende corpo e il giro prevede come campo base Dobbiaco da raggiungere il venerdì passando per il Passo del Tonale. Per il sabato il piano prevede il passaggio per i passi Falzarego, Pordoi, Sella, Gardena con ritorno al campo base passando da Brunico e Braies. Il rientro della domenica passa per il Cadore fino alla diga del Vajont proseguendo verso Bassano del Grappa (o della Grappa per chi preferisce) e quindi a casa. Davide si aggrega al progetto, fissiamo la data, prenotiamo l’hotel e non ci resta che partire!!!

Ci muoviamo venerdì da Legnano senza fretta via autostrada A4 fino a Seriate e poi sulla statale verso il Passo del Tonale. Percorriamo la Val Camonica e, a Sonico, ci fermiamo per una sosta tecnica e il gestore del bar, appassionato centauro, ci consiglia di passare dal passo della Mendola per raggiungere la nostra destinazione finale.

Aggiorniamo il navigatore e ripartiamo verso il Tonale, lasciato alle spalle Ponte di Legno cominciamo la salita verso il passo dove arriviamo all’ora di pranzo. Sul lato destro la funivia Presena-Paradiso porta in quota dove sono presenti molte vestigia della guerra bianca in Adamello, a Temù nell’omonimo museo sono custoditi molti oggetti ritrovati in Adamello, in ottimo stato di conservazione, purtroppo i tempi del nostro viaggio non ci permettono di fare altro che mangiare un boccone e ripartire.

Lasciato alle spalle il Tonale ci addentriamo in Trentino verso il passo della Mendola con i meli della val di Non che ci contornano e sulla destra una vista spettacolare sul lago di Santa Giustina nella valle sottostante. Si sale ancora verso il passo e ci fermiamo per il selfie di rito e una pausa caffè, ripartiamo e i meli vengono sostituiti dai vigneti della famosa strada del vino trentina. La strada continua in quota e sulla destra ci troviamo il lago di Caldaro, e all’altezza dell’omonimo comune inizia la discesa verso la piana di Bolzano. A Bolzano imbocchiamo l’autostrada del Brennero fino a Bressanone dove usciamo per imboccare la val Pusteria. A Brunico ci attente la pioggia come se un monito per il sabato dove le previsioni del tempo sono pessime!!! Sosta per indossare le antipioggia e via fino a Dobbiaco dove arriviamo in hotel intorno alle 18.

Sabato. Le previsioni sono purtroppo realtà. Piove, a tratti a dirotto, e non si vede alcuna possibilità di fare il giro dei passi visto l’altitudine e le condizioni del tempo proibitive. Con calma scendiamo per la colazione e adottiamo il piano alternativo che avevamo già abbozzato per cui spostiamo il giro dei passi alla domenica sulla via del ritorno eliminando le tappe alla diga del Vajont e Bassano del Grappa.

Decidiamo di andare al lago di Braies per cui indossiamo le antipioggia e partiamo. Lasciamo l’hotel imboccando la statale delle Pusteria verso Brunico e all’altezza di Villabassa la lasciamo svoltando a sinistra nella valle di Braies. Saliamo al lago ed entriamo al parcheggio a pagamento. Il ragazzo ci aiuta con il biglietto e ci indica dov’è il parcheggio per le moto, dove troviamo lo sterrato perfettamente in piano e una striscia di blocchi in cemento per appoggiare il cavalletto …. Rimaniamo impressionati dall’efficienza. Da quando sul lago è stata girata la fiction “Ad un passo dal cielo” con Terence Hill il lago è meta di moltissimi visitatori e anche con la pioggia la presenza di persone è importante. Facciamo un pezzo del sentiero che circonda il lago per fare le foto di rito sotto la pioggia che comunque non toglie minimante il fascino e la magia di un posto che è veramente unico e carismatico.

Torniamo al parcheggio riprendiamo i nostri mezzi e ci rimettiamo in strada, ripassiamo per Dobbiaco, proseguiamo per San Candido e Sesto Pusteria per salire al passo Monte Croce di Comelico al confine tra Alto Adige e Veneto. Sempre sotto una pioggia battente ci ripariamo all’interno del bar e pranziamo a base di canederli, Schlutzkrapfen e per finire come dolce un Kaiserschmarren da condividere visto la porzione. Purtroppo, il clima non ci permette di vedere le splendide cime che sovrastano il passo e le opere di difesa militare progettate alla fine degli anni ’30 per difesa contro una possibile invasione tedesca (!!!) e riutilizzati negli anni della guerra fredda come linea difensiva contro una possibile invasione da est. Si rientra in hotel ad asciugare guanti scarpe etc. e chiaramente come da copione verso sera arriva il sole.

Finalmente domenica, clima bello ma freddo si caricano le moto e si parte. Prendiamo la SS51 di Alemagna in direzione Cortina, si passa con a sinistra il forte di Landro, opera di sbarramento austriaco della Grande Guerra posto a difesa di Dobbiaco e della Val Pusteria, ci fermiamo all’omonimo lago per ammirare il monte Cristallo. Proseguiamo e a Carbonin svoltiamo a sinistra per salire verso il lago di Misurina. Sosta al lago per le più classiche delle foto con le moto, il lago e le Tre Cime di Lavaredo sullo sfondo e poi ancora in sella. Si prosegue si sale al Passo Tre Croci dove ci si deve destreggiare tra le macchine parcheggiate e le persone che prendono il sentiero per il lago Sorapis e si scende a Cortina d’Ampezzo. Decidiamo di non fermarci e di proseguire.

Lasciamo Cortina e ci dirigiamo verso il passo del Falzarego, ci fermiamo poco prima del passo per ammirare le cime che ci circondano. Le 5 torri (ormai 4 e mezzo visto che una torre è caduta e adesso e adagiata su un fianco) a sinistra, il Lagazuoi e il Piccolo Lagazuoi sulla destra. E una zona densa di storia dove durante la Prima guerra mondiale sono state combattute grandi battaglie che hanno cambiato la morfologia delle montagne con le grandi mine, sia italiane che austriache, che con le costruzioni di manufatti sia in caverna che esterni che ancora contornano queste grandi cime. Non ultima la mitica Cengia Martini conquistata dagli italiani all’inizio della guerra dolomitica e mai riconquistata dagli austriaci nonostante le 5 mine e i ripetuti attacchi di artiglieria e fanteria. La posizione fu abbandonata dagli italiani durante la grande ritirata del 1917. Il posto e magico e a dopo l’ultimo sguardo ci rimettiamo in sella verso il passo e scendere verso Arabba.

Proseguendo dopo Arabba saliamo verso il Pass Pordoi che raggiungiamo dopo una salita abbastanza impegnativa. Sul passo il panorama da brividi e sosta per tirare il fiato e le foto di rito.

Si riparte e si scende verso Canazei, prima di arrivarci giriamo a destra verso l’ultimo passo della giornata. Saliamo verso il passo Sella dove arriviamo verso mezzogiorno. Ci godiamo il panorama e l’ultimo pranzo tirolese a base di Gulasch e canederli. Riposati, ma tristi, riprendiamo le moto per il ritorno a casa attraverso la val Gardena e poi le autostrade A22, A4, A8.

ALBERTO

Valeria Arini
valeria.arini@legnanonews.com
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Pubblicato il 23 Luglio 2020
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