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“La Martinella”, versione digitale del numero di maggio 2020

Impossibilitata a distribuire la copia cartacea come da tradizione, la Famiglia Legnanese ci offre comunque la possibilità di leggere il numero di maggio della Martinella

Generico 2018

Impossibilitata a distribuire la copia cartacea come da tradizione, la Famiglia Legnanese ci offre comunque la possibilità di leggere il numero di maggio della Martinella cliccando qui

EDITORIALE

Nonostante sia iniziata la fase 2 il sogno, o meglio, l’incubo continua. Ha le sembianze del drago (forse
per la sua origine). Creatura mitica, leggendaria, dai tratti serpentini, il drago è l’essere malefico portatore
di morte e distruzione nell’immaginario collettivo occidentale. Insomma un mostro da eliminare, come fece
San Giorgio, secondo quanto racconta Jacopo da Varagine nella sua “Legenda Aurea” e Raffaello nel suo
quadro. Il santo salvò la principessa che doveva essere sacrificata per sfamare la bestia che infestava la città
libica di Selem, al tempo di Diocleziano, compiendo un miracolo capace di convertire al cristianesimo re
e popolo del luogo. Una presenza infernale che, una volta sconfitta, portò alla redenzione delle genti, ma
soprattutto a un cambiamento radicale nei comportamenti della comunità. Nel passaggio dai riti pagani a
quelli monoteisti fu nodale la scoperta di nuovi valori sociali. Dunque il drago non era stato che il tramite di
un cambiamento radicale della società.
Una leggenda che ci porta a meditare, tramite il dramma del coronavirus, sui tanti mali che ammorbano l’umanità odierna: guerre, povertà, cambiamento climatico. Dopo la sconfitta del mostro, e gli enormi sacrifici cui molti sono chiamati a sopportare, sapremo approfittare per impostare nuovi comportamenti sociali? O, per una mal intesa ritrovata libertà, spingeremo ancora di più il piede sull’acceleratore dell’egoismo, del divertimento a tutti i costi, del mordi e fuggi, lasciando poco spazio a pensieri e azioni che riguardano il futuro a breve dell’uomo sulla Terra?
E può sembrare paradossale richiamare l’attenzione sul fatto che nella cultura cinese, il drago gode di una
connotazione fortemente positiva: è l’incarnazione del concetto stesso di yang, lo spirito fecondo e creatore,
quindi è la creatura che regola i fenomeni atmosferici secondo le esigenze della natura e dell’essere umano,
e non il mostro distruttore come lo vuole la tradizione occidentale.
Comunque sia visto, da ovest o da est, il drago è una figura mitico-leggendaria e non importa se in qualche epoca è stata considerata anche creatura reale.
Aderendo al pensiero dell’antropologo e sociologo polacco Bronisław Malinowski, “… il mito non è una spiegazione che soddisfi un interesse scientifico, ma la resurrezione in forma di narrazione di una realtà primigenia, che viene raccontata per soddisfare profondi bisogni religiosi, esigenze morali, esso esprime, stimola e codifica la credenza; salvaguarda e rafforza la moralità; garantisce l’efficienza del rito e contiene regole pratiche per la condotta dell’uomo. Il mito è dunque un ingrediente vitale della civiltà umana; non favola inutile, ma forza attiva costruita nel tempo.»
Dalla tragedia che ci affligge i popoli tutti sapranno trarre il giusto insegnamento e, soprattutto, ci saranno
governanti illuminati che sapranno vedere oltre il proprio orto, piccolo o grande che sia?

Fabrizio Rovesti

Per l’edizione digitale della Martinella, cliccare qui

Marco Tajè
direttore@legnanonews.com
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Pubblicato il 14 Maggio 2020
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