Sindacati pronti a vigilare sulla salute di tutti i lavoratori che da, lunedì 4 maggio, sono rientrati al lavoro. «Intendiamo evitare che l’entusiasmo della riapertura provochi situazioni di insicurezza generale: non siamo fuori dall’emergenza». A ricordarlo Antimo De Col della segreteria Cgil Ticino Olona nella sede di via Volturno a Legnano.

Nella “nuova normalità” tutte le attività devono tassativamente favorire lo smart-working, ma, come sottolinea Del Col, è necessario anche garantire il «diritto alla disconnessione».

Le ditte che riapriranno i comparti produttivi, così come le attività del commercio e gli uffici che tornano ad essere operativi, dovranno assicurare tutte le misure di sicurezza, ad esempio la misurazione della temperatura per i dipendenti, il distanziamento sociale e anche l’entrata e l’uscita contingentata. «Il posto di lavoro dovrà essere sanificato e in completa sicurezza – commenta Del Col -. Va salvaguardata la salute».

Nei posti di lavoro le misure devono essere concordate con le RSU e le RLS (rappresentante dei lavoratori per la sicurezza) e qualora all’interno dell’azienda non ci sia un rappresentante RLS «ci si può rivolgere a quelli territoriali – spiega il sindacalista -. Questa situazione di emergenza non può comportare una riduzione del diritto e dell’agibilità sindacale. La ripresa non dev’essere incentrata sulla produttività, ma sulla tutela della salute».

Per quanto riguarda il trasporto pubblico secondo Del Col la Regione non ha predisposto linee guida abbastanza esaustive: «Le regole attualmente in vigore sono insufficienti per tutelare i conducenti e i passeggeri. L’unica cosa certa è che il sovraffollamento pre-Covid non dovrà più verificarsi. Allo stesso tempo va garantito al lavoratore la possibilità di recarsi sul posto di lavoro in sicurezza e in orario».