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Cgil Ticino Olona: «È mancato un confronto con l’Ats per le RSA»

Dai sindacati lettere e diffide inviate all'Ats Città di Milano per chiedere chiarimenti sulla situazione delle RSA del territorio, rimaste senza risposta

Una dozzina di lettere e diffide inviate dalla funzione pubblica della Cgil all’ATS Città di Milano per chiedere chiarimenti sulla situazione nelle RSA del territorio dove sono state segnalate situazioni critiche. Domande quelle poste dai sindacalisti rimaste tutte senza risposta. Quello che è mancato, secondo Giuseppe Pascarelli della  Segreteria CGIL Ticino Olona, è un tavolo di confronto, e oggi «siamo di fronte al fallimento gestionale da parte di tutti i soggetti coinvolti, a partire dalla Regione e dall’ATS, l’ente controllore». Situazione che preoccupa Cgil Cisl, Uil e il Sindacato Pensionati non solo per gli ospiti, ma anche per il futuro degli operatori socio-sanitari. Questi, a seguito dello screditamento della reputazione delle case di riposo, rischiano il posto di lavoro.

I sindacati, non avendo un quadro a 360 gradi delle RSA del territorio, hanno sollecitato i sindaci a chiedere alle RSA informazioni e dati sui contagi per ottenere una mappatura. «In questo momento – spiega Pascarelli – siamo a conoscenza della situazione della Fondazione Sant’Erasmo  e della Accorsi di Legnano, dell’Oasi di Cerro Maggiore, de La Villa di Parabiago. Abbiamo inviato diverse richieste per capire quale sia lo stato di fatto, anche per quanto riguarda l’accoglimento in struttura di pazienti Covid, ma non abbiamo mai ottenuto risposte».

«Gli operatori socio-sanitari non sono stati tutelati – continua Pascarelli, critico sul rimpallo di responsabilità tra Regione e ATS –. È mancato un controllo, le misure di sicurezza per i lavoratori come i dispositivi e le misure di distanza». Nel mirino del sindacalista non c’è solo la delibera regionale sul trasferimento di pazienti Covid dagli ospedali nelle RSA, ma anche l’atteggiamento di ATS che, «oltre a non aver accuratamente monitorato la situazione, non ha mai preso decisioni. A questo si aggiunge la centralizzazione di tutti i servizi conseguente alla riforma sanitaria, che avrebbe dovuto portare alla realizzazione del PreSST, un presidio socio-sanitario nell’ambito del quale erano previsti anche posti letto per le dimissioni protette. La struttura a Legnano avrebbe dovuto prendere forma nel vecchio ospedale, ma al momento è ancora in fase embrionale».

La situazione è drammaticamente fuori controllo per Pascarelli: la speranza è che «vengano individuate le responsabilità e gli ospiti e i lavoratori possano essere tutelati»

Gea Somazzi
gea.somazzi@legnanonews.com
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Pubblicato il 23 Aprile 2020
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