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SI APRE AL “FALCONE” IL PRIMO CORSO IN LOMBARDIA DI MULTIMEDIALITÀ APPLICATA ALLA DIDATTICA

Le lezioni, sponsorizzate dallo stesso istituto, si rivolgono a una trentina tra studenti e docenti interni e puntano a portare in classe le nuove tecnologie

 

Video e presentazioni multimediali invece di lavagna e gessetto, tablet al posto dei libri, file interattivi invece che fogli di quaderno. La scuola del futuro avanza all’istituto “Falcone”, il primo in Lombardia ad organizzare un corso sulla multimedialità applicata alla didattica.
 
La presentazione del progetto, che coinciderà anche con la prima lezione in programma, è prevista per venerdì 2 marzo a partire dalle 14.30 nell’aula conferenza dell’istituto di via Matteotti 4. Ad introdurre i lavori sarà la dirigente scolastica Carmela Locatelli, da sempre molto attiva nel promuovere l’uso della tecnologia in classe: “Dopo la riforma degli istituti superiori di due anni fa, abbiamo avuto la consegna, come istituto professionale, di promuovere in aula l’utilizzo di file audio e video e di programmi di publishing – spiega la dirigente -. Dal momento che già dal 2001 la nostra scuola è accreditata come test center di Aica, l’associazione italiana per l’informatica e il calcolo automatico (la stessa, per capirci, che rilascia le ambite patenti europee per il pc ECDL), ci è sembrato naturale, oltre che doveroso, promuovere questo tipo di esperienza”.
 
Il corso, che si intitola “Multimedia” e ha una valenza extracurriculare, ha una durata di due anni e sarà gestito da docenti esterni esperti del settore. A parteciparvi saranno 20 alunni delle classi terze e quarte degli indirizzi grafico e fotografico. Accanto a loro siederanno, nella medesima qualità di allievi, dieci docenti interni del “Falcone”, in particolare quelli già attivi sul progetto ministeriale “Classe 2.0” che li impegna all’innovativo compito di far incontrare computer e studenti anche a scuola e in tutte le discipline, anche quelle apparentemente più estranee alla tecnologia.
 
“Per gli studenti la frequenza al corso ‘Multimedia’ avrà una ricaduta in termini di crediti formativi o sarà scalata dal monte ore della prevista alternanza scuola – lavoro – spiega la docente Fausta Zibetti, coordinatrice interna del progetto insieme al professor Vito Ilacqua -. Il corso è diviso su tre moduli: audio, video e publishing. Al termine dei due anni, tutti i partecipanti otterranno un attestato di frequenza e potranno sostenere i tre esami previsti dalla certificazione Multimedia di Aica”. Senza che né gli studenti né i docenti coinvolti sborsino un euro, perché, a riprova di quanto il “Falcone” stia investendo in quest’ambito, sarà la scuola ad accollarsi la spesa delle lezioni, così come quella dell’esame finale, che sarà puntualmente rimborsata ai corsisti che l’affronteranno e lo supereranno.
 
“A quel punto ci attenderemo di vedere potenziato l’utilizzo della tecnologia in classe – ribadisce Zibetti -. Un professore, per esempio, potrà fare lezione con l'ausilio di materiali didattici interattivi. I ragazzi potrebbero filmare le lezioni e in seguito montarle, analizzando, nelle ore di studio a casa, il metodo del professore e le loro stesse reazioni. I file così archiviati costituirebbero un supporto prezioso per tutti: per lo studente che, invece del libro, preferisce memorizzare i concetti spiegati dal professore rivedendo la lezione, per l’alunno assente che può recuperare facilmente la spiegazione perduta, per l’allievo di un’altra sezione o di un altro anno che intende approfondire meglio alcuni argomenti”.
 
“Lo scopo non è tanto quello di formare dei professionisti delle nuove tecnolgie, ma di diffondere una cultura tecnologica per approcciarla alla didattica – sottolinea Locatelli -. Non dimentichiamo che quello multimediale è il linguaggio più usato dai giovani, quindi sarebbe anacronistico ipotizzare una scuola ancorata al vecchio modello di carta e penna”.
 
Il corso si svolgerà su piattaforma Apple e utilizzerà esclusivamente programmi di default, cioè già disponibili nelle impostazioni di base dei pc Mac, così da promuovere l’uso di software che non comportino ulteriori spese alla scuola e agli studenti.

Redazione
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Pubblicato il 01 Marzo 2012
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