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Sindacati NIDIL-CGIL: “Rosaria licenziata dopo il tumore. Aperta una doppia vertenza contro l’azienda di Rescaldina”

La speranza era che la ditta cambiasse posizione e ritirasse il licenziamento, permettendo a Rosaria di continuare a lavorare. Invece non è stato così. A fronte di ciò il sindacato ha avviato due vertenze contro la ditta

Cgil

La NIDIL-CGIL del Ticino Olona punta il dito contro quello che definisce un “utilizzo improprio e abusivo del lavoro in somministrazione” da parte di numerose aziende, tra cui un’azienda di Rescaldina, al centro di un caso che riguarda una lavoratrice dell’azienda, Rosaria F malata di tumore.  A denunciarlo è Giorgio Ortolani, segretario della NIDIL-CGIL territoriale, che racconta una vicenda iniziata nel 2022 e culminata il 4 novembre 2025, data di licenziamento che l’azienda aveva già annunciato alla lavoratrice somministrata. In questi mesi la speranza era che la ditta cambiasse posizione e ritirasse il licenziamento, permettendo a Rosaria di continuare a lavorare dopo il rientro dalla malattia. Invece non è stato così. A fronte di ciò il sindacato ha avviato due vertenze contro l’azienda. «Il caso di Rosaria è emblematico di come, in generale ci sia un’utilizzo improprio della somministrazione da parte di molte aziende utilizzatrici – afferma Ortolani segretario della NIIDIL-CGIL del Ticino Olona -. La direttiva europea e le sentenze della Corte di Giustizia Europea e della Magistratura Italiana danno lavoratori somministrati che sono stati impiegati nella medesima azienda per periodi lunghi di richiedere la stabilizzazione del rapporto di lavoro».

Il caso di Rosaria

Rosaria lavorava dal gennaio 2022 con un contratto di staff leasing a tempo indeterminato. Nel marzo 2025 la donna aveva subito un intervento per un tumore, rientrando poi al lavoro nel giugno dello stesso anno, fino al 4 novembre. «Abbiamo atteso nella speranza che Recuperator rivedesse la propria posizione e ritirasse il licenziamento di Rosaria –  spiega Ortolani – Purtroppo l’azienda ha confermato la propria scelta di allontanarla, nonostante non ci fosse alcuna motivazione legata al suo operato». Secondo il sindacato, mentre comunicava all’agenzia la fine della missione di Rosaria, Recuperator assumeva nuovi lavoratori somministrati tramite un’altra agenzia. «Alcune delle nuove lavoratrici sono state inserite proprio nella posizione ricoperta da Rosaria. Un tale comportamento non sarebbe stato possibile se Rosaria, invece di essere una lavoratrice somministrata a tempo indeterminato in staff leasing, fosse stata una lavoratrice direttamente assunta da Recuperator. Per questo insieme alla vertenza per uso improprio del contratto di staff leasing valuteremo possibilità di promuovere vertenza per discriminazione».

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Somministrazione usata come strumento di licenziabilità

Per il sindacato, la vicenda non è un episodio isolato, ma si inserisce in un contesto più ampio. «In Italia oggi ci sono circa 500 mila lavoratori somministrati – sottolinea Ortolani -. Oltre due terzi a tempo determinato e un terzo a tempo indeterminato. Tutti loro, come Rosaria, rischiano di vedersi privare del lavoro dalle aziende che li utilizzano senza che venga neppure formalizzata la motivazione del loro allontanamento».  Il nodo, secondo il sindacato, sta nell’uso distorto della somministrazione, prolungata per anni presso la stessa azienda utilizzatrice.  «Molte imprese abusano della somministrazione, trasformandola in un rapporto permanente. È una violazione del carattere di temporaneità previsto dalla Direttiva 2008/104/CE».  Richiama inoltre la giurisprudenza europea e italiana, che ha più volte stabilito come «l’utilizzo continuativo e prolungato della somministrazione nella stessa impresa è contrario alla normativa – afferma Ortolani – . Senza il limite della temporaneità il rapporto si trasforma in uno strumento di licenziabilità mascherata da parte dell’utilizzatore. Come organizzazione sindacale abbiamo già seguito diversi lavoratori rimasti somministrati per anni nella stessa azienda. Tutte queste vertenze si sono concluse positivamente per i lavoratori. Continueremo a difendere Rosaria e tutti i lavoratori che subiscono abusi di questo tipo. La somministrazione non può diventare un modo per eludere diritti e tutele».

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Pubblicato il 18 Novembre 2025
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