Consiglio comunale aperto a Nerviano per la crisi NMS
Il futuro del centro di ricerca, eccellenza nella lotta ai tumori, verrà infatti discusso in un consiglio comunale aperto martedì 30 settembre.

Tre anni fa era toccato alla crisi del gruppo Teva. Ora tra i banchi del consiglio comunale di Nerviano arriverà la crisi del Gruppo NMS, che in estate ha annunciato l’intenzione di staccare la spina alle attività di ricerca licenziando di conseguenza i ricercatori dei reparti Chemistry e Biology, avviando la procedura di licenziamento collettivo e preannunciano l’intenzione di anticipare anche la procedura di ristrutturazione per BioNerviano, inizialmente prevista per il 2026. Il futuro del centro di ricerca, eccellenza nella lotta ai tumori, verrà infatti discusso in un consiglio comunale aperto martedì 30 settembre.
Intanto l'”affaire NMS” è già finito tra i banchi del parlamentino cittadino attraverso due mozioni presentate durante l’ultima seduta consiliare da Lega e Fratelli d’Italia e dal Partito Democratico. Dal centrodestra è arrivata la richiesta per sindaco e giunta di «farsi promotori presso Regione Lombardia, Governo e Parlamento affinché sostengano gli interessi pubblici e di promuovere la costituzione della fondazione scientifica indipendente per salvaguardare e valorizzare il patrimonio di conoscenze ricercatori e piattaforme tecnologiche oggi a rischio». Lega e Fratelli d’Italia, inoltre, hanno chiesto all’amministrazione di lavorare con la proprietà anche per «il mantenimento in efficienza della chemoteca e della banca cellule fino alla loro eventuale presa in carico da parte della fondazione al fine di scongiurare la dispersione o la svendita» e di «valutare la possibilità che il comune, singolarmente o insieme ad altri enti locali del territorio, entri come socio fondatore o sostenitore della costituenda fondazione».
I Dem, invece, hanno chiesto la convocazione di «un tavolo politico istituzionale che individui le strade per contrastare le scelte della proprietà» e «un consiglio comunale aperto che consenta alla comunità di esprimere il fermo sostegno alla continuità dell’attività del centro ricerche e che veda la presenza di rappresentanti della Regione, del Parlamento, del Governo perché possano raccogliere questa esigenza e trasferirla in concrete azioni di governo». Mozione poi ritirata anche a seguito dell’emendamento proposto alla maggioranza alle richieste del centrodestra per chiedere anche l’attivazione con Regione e Governo per «l’applicazione dei poteri speciali Golden Power quale alternativa alla costituzione di una fondazione», a valle del quale l’intero parlamentino ha scelto di convergere su un’unica mozione sostenuta da tutte le forze politiche.
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