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Crisi Nerviano Medical Sciences, CGIL: “L’azienda nega la delocalizzione, ma apre una filiale a Shangai”

La sigla sindacale chiede l’apertura immediata di un tavolo interministeriale, la definizione di un progetto industriale pubblico che garantisca continuità alla ricerca oncologica e la sospensione di ogni procedura di licenziamento

NMS Group Nerviano

«Mentre nega la delocalizzazione in Lombardia, Nerviano Medical Sciences apre una filiale in Cina». A dare l’allarme sono Filctem CGIL Lombardia e CGIL Ticino Olona, pronte alla levata di scudi dopo l’annuncio da parte dell’azienda – che a Nerviano intende staccare la spina alle attività di ricerca licenziando di conseguenza i ricercatori dei reparti Chemistry e Biology – dell’apertura di una nuova filiale a Shanghai.

«Nerviano Medical Sciences ha annunciato oggi, attraverso un comunicato ufficiale, la costituzione di una nuova filiale a Shanghai, in Cina, con l’obiettivo dichiarato di rafforzare la pipeline oncologica e consolidare partnership strategiche nel mercato asiatico – sottolineano Luisa Perego, segretaria generale di Filctem CGIL Lombardia, e Mario Principe, segretario generale di CGIL Ticino Olona -. Tale scelta conferma quanto da settimane denunciamo con forza: è in atto un processo di delocalizzazione, che colpisce al cuore l’intera struttura di ricerca, sviluppo e innovazione finora insediata in Lombardia, in particolare a Nerviano. La natura e la tempistica della comunicazione aziendale appaiono ancor più gravi se si considera che, appena pochi giorni fa, nel corso dell’audizione in Quarta Commissione Attività Produttive di Regione Lombardia, l’azienda ha negato esplicitamente qualsiasi progetto di delocalizzazione, parlando di razionalizzazione interna e di riduzione dei costi. Una smentita che oggi si rivela non solo falsa, ma strumentale e gravemente lesiva della fiducia tra le parti».

«Quella che viene presentata come una semplice “espansione internazionale” è in realtà parte di una strategia globale che indebolisce le basi scientifiche e industriali italiane, minaccia decine di posti di lavoro qualificati, e compromette il futuro della ricerca oncologica pubblica nel nostro Paese – aggiungono Principe e Perego -. Oltre 90 ricercatori altamente specializzati rischiano di essere espulsi dal circuito produttivo nazionale, mentre si confermano gli investimenti all’estero, in contesti dove, come la stessa azienda scrive, sono presenti “forti sostegni governativi” e “ecosistemi dinamici”. È legittimo allora domandarsi: perché non garantire lo stesso sostegno qui? Perché Regione Lombardia e Governo non hanno ancora attivato strumenti straordinari per salvaguardare Nerviano e la sua missione?»

«Le lavoratrici e i lavoratori, insieme al sindacato, non accetteranno passivamente lo smantellamento di un polo di eccellenza costruito con decenni di investimenti pubblici e sacrifici professionali – concludono i segretari generali di Filctem CGIL Lombardia e CGIL Ticino Olona. Chiediamo con urgenza l’apertura immediata di un tavolo interministeriale con il coinvolgimento di Regione Lombardia e delle organizzazioni sindacali, la definizione di un progetto industriale pubblico che garantisca continuità alla ricerca oncologica e blocchi ogni processo di esternalizzazione o dismissione e la sospensione di ogni procedura di licenziamento fino alla definizione di un piano trasparente e condiviso sul futuro del sito di Nerviano. La ricerca oncologica non può essere trattata come una voce di costo. Difendere Nerviano significa difendere la salute pubblica, il sapere scientifico, l’occupazione qualificata e il ruolo strategico dell’Italia nel campo delle biotecnologie. Non staremo a guardare. Nerviano vive».

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 01 Agosto 2025
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