Crisi NMS, dopo l’audizione in Regione si guarda a Roma: “Nerviano ha una storia, non molleremo”
Il prossimo passo dopo l'audizione al Pirellone di martedì 29 luglio arriverà con le interrogazioni parlamentari già presentate da Lega e PD

«Nerviano ha una storia: siamo all’inizio, ma noi non molleremo». All’indomani dell’audizione in Regione Lombardia sulla crisi della Nerviano Medical Science, il coordinamento sindacale interno dell’azienda è pronto alle barricate per salvare il centro di ricerca e sviluppo, l’unico in Italia che ad oggi può gestire l’intera filiera dello sviluppo di farmaci oncologici, dalla chimica alla biologia fino alla produzione.
Del resto a Nerviano alle battaglie sono abituati. Inaugurato nel 1965 dopo sei anni di lavori di costruzione, il centro di ricerca e sviluppo che oggi fa parte di NMS è nato con l’insegna di Farmitalia, e da allora ne ha cambiate tante, così come sono tanti i farmaci “di peso” che sono usciti dal sito, in primis per la ricerca antitumorale. Lungo il percorso le fasi di crisi aziendale non sono mancate, e anche oggi i camici bianchi e i sindacati sono pronti ad arrivare fino a Roma per far sentire la loro voce. Il prossimo passo dopo l’audizione al Pirellone arriverà infatti con le interrogazioni parlamentari già presentate da Lega e PD che chiameranno in causa il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, il Ministro del Lavoro, il Ministero dell’Università e della Ricerca e il Ministero della Salute.
«Se chiudiamo la ricerca, stiamo smantellando un centro che produce scienza, cultura, lavoro, che continua ad attirare “cervelli” e cerca strenuamente di “dare sempre speranza” ai pazienti, come ha scritto meravigliosamente un oncologo italiano di fama mondiale, Virgilio Sacchini – sottolineano dal coordinamento sindacale interno dell’azienda -. I ricercatori di NMS fanno appello alle istituzioni italiane per aprire un tavolo di discussione con l’azienda per salvaguardare l’immenso capitale scientifico dei lavoratori di NMS e per continuare a dare ai pazienti oncologici la speranza di farmaci sempre più innovativi che possano salvare la loro vita».
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