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Parere negativo della Corte dei Conti sull’adesione del comune ad Euro.PA. Bagarre a Busto Garolfo

Alla base della decisione della Corte dei Conti una serie di carenza motivazionali nella delibera di consiglio comunale per l'adesione ad Euro.PA

comune busto garolfo

È bagarre tra le forze politiche che siedono in consiglio comunale a Busto Garolfo dopo il parere negativo espresso dalla Corte dei Conti sulla delibera del parlamentino che ha dato il via libera all’adesione ad Euro.PA, multiservizi che annovera tra i suoi soci 19 comuni dell’Alto Milanese.

Alla base della decisione della Corte dei Conti una serie di «carenze motivazionali del provvedimento in ordine ai parametri della convenienza economica, della sostenibilità finanziaria e dell’analisi dell’alternativa tra gestione diretta o esternalizzata del servizio affidato». «La lettura della deliberazione consiliare – spiega la Corte del Conti nel parere -, pur integrata dagli allegati, non definisce, innanzitutto, i contorni dell’operazione, ovvero se l’acquisto di quote per l’importo di 56.785,61 euro da corrispondere in tre anni derivi, per esempio, dalla cessione da parte di altri soci o da un aumento di capitale, né la percentuale di capitale sociale che il comune di Busto Garolfo va ad acquisire in esito all’operazione, né la durata della partecipazione alla società, dichiaratamente finalizzata alla gestione di servizi e lavori secondo il modello organizzativo in house providing per un orizzonte temporale che risulterebbe indeterminato, o quanto meno, allo stato degli atti, venticinquennale, con riferimento all’attuale durata della società».

«Inoltre – aggiunge la Corte dei Conti -, dell’unitaria operazione di acquisizione della partecipazione e affidamento in house providing dei servizi […] non sono rappresentati i costi annui stimati e i corrispettivi ordinari delle diverse attività che è intenzione del comune di Busto Garolfo affidare alla società con l’acquisizione della partecipazione. Né risulta un quadro economico di raffronto rispetto all’ipotesi dell’esternalizzazione o alla modalità di gestione attuale dei servizi e dei lavori, né viene presa in considerazione l’ulteriore alternativa della gestione associata delle funzioni dell’ufficio tecnico-patrimoniale con i moduli organizzativi tipici della convenzione o del consorzio».

Il centrodestra: “Gestione spericolata della cosa pubblica”

Il parere reso dalla Corte dei Conti ha suscitato una levata di scudi da parte dell’opposizione. A partire dal centrodestra, che ha chiesto al sindaco Giovanni Rigiroli di riferire in consiglio comunale «spiegando come intende rimediare a questo caos» e ha preteso l’annullamento della delibera relativa all’adesione di Palazzo Molteni ad Euro.PA e di quelle per l’affidamento alla società in house del servizio di pulizia e dei lavori per la piscina comunale. Il tutto parlando, senza mezzi termini di «un modo di amministrare preoccupante, fatto di superficialità e di atti che mettono a rischio i soldi pubblici» e di «un modus operandi inaccettabile, che tratta le procedure di legalità e trasparenza come un fastidio da aggirare».

«Siamo di fronte a un pasticcio amministrativo senza precedenti – sottolineano i consiglieri del centrodestra Marco Binaghi, Ilaria Cova e Sabrina Lunardi -. L’amministrazione ha messo il carro davanti ai buoi, impegnando quasi un milione e mezzo di euro dei cittadini sulla base di un’operazione che la Corte dei Conti ha definito priva dei requisiti minimi di legge. Questa non è solo una leggerezza, è una gestione spericolata della cosa pubblica».

«Le critiche della Corte dei Conti non sono dettagli di poco conto, ma colpiscono al cuore la scelta dell’amministrazione – aggiungono Binaghi, Cova e Lunardi -. Il nostro voto contrario alla delibera su Euro.PA era motivato proprio dalle ragioni che oggi la Corte dei Conti ha messo nero su bianco. Avevamo contestato l’assenza di un’analisi sulla convenienza e la mancanza di trasparenza, ma la maggioranza, con arroganza, ha preferito ignorare le nostre fondate obiezioni. Ora, la Corte certifica che avevamo ragione. L’amministrazione ha agito senza le necessarie garanzie, e adesso? L’affidamento dei lavori della piscina e quello delle pulizie, dichiarati immediatamente eseguibili, su cosa si poggiano? Sul nulla».

Insieme per Busto chiede le dimissioni del sindaco

Sulla stessa linea la civica Insieme per Busto, che a marzo «aveva votato convintamente contro questa scelta, sia perché non crediamo nell’affidamento di lavori pubblici senza gara, sostanzialmente il fine di Euro.PA, sia perché ritenevamo la spesa per l’operazione esagerata».

«Purtroppo l’amministrazione Rigiroli, senza aspettare il parere della Corte dei Conti, ha già provveduto ad affidare ad Euro.Pa una serie di lavori, tra cui il rifacimento della piscina – sottolineano da Insieme per Busto -. È gravissimo che un’amministrazione riceva un parere contrario della Corte dei Conti, cioè della magistratura che vigila sulla correttezza delle spese degli enti pubblici, ed è ancora più grave che prenda decisioni per milioni di euro prima di avere il parere su un proprio atto simile. L’incompetenza e il pressappochismo di questa amministrazione sono senza precedenti nella storia di Busto Garolfo. Un fatto del genere è gravissimo, inaudito e non può essere taciuto».

«Chiederemo prima di tutto un consiglio comunale straordinario affinché il sindaco urgentemente riferisca su questo disastro, ma ci chiediamo soprattutto come il sindaco e l’assessore al Bilancio possano restare al loro posto dopo un fatto del genere – concludono dalla civica -. Lanciamo anche un appello ai consiglieri di maggioranza: state rischiando la vostra reputazione per sostenere una giunta che sta portando il paese al disastro. Prendete una decisione consapevole e responsabile. Busto Garolfo non merita una gestione simile».

La maggioranza: “Nessun illecito e nessun danno”

Critiche, quelle delle opposizioni, respinte al mittente in blocco dalla maggioranza, che parla di«attacchi scomposti e accuse pesanti, oltre che prive di alcun fondamento» e accusa l’opposizione di tentare di «buttare fumo negli occhi», paventando il rischio che come «sempre rimarrà accecata dal suo stesso fumo».

«Busto Garolfo è l’ultimo di 19 comuni ad aver aderito ad Euro.Pa e lo ha fatto con la medesima procedura effettuata precedentemente da tutti gli altri comuni – replica la maggioranza -. Nell’atto di adesione ad Euro.PA il Comune ha individuato alcuni servizi che potrebbero essere affidati ad Euro.Pa, come la manutenzione dei cimiteri e la gestione dei servizi annessi, la gestione della pulizia degli stabili comunali, la manutenzione degli alloggi ERP e degli impianti sportivi, dei quali alcuni sono già attivi ed altri no, e i rispettivi uffici hanno prodotto le relazioni di congruità ed economicità degli affidamenti».

«Il parere della Corte dei Conti non ha carattere vincolante e non inficia in nessun modo gli atti dell’amministrazione comunale – concludono Giovanni Rigiroli e i suoi, ribadendo che «non è stato riscontrato nessun illecito e nessun danno da parte dell’amministrazione comunale» -. Evidenziamo che è stata la stessa amministrazione comunale a richiedere il parere alla Corte dei Conti inviando alla stessa tutta la documentazione tecnica ritenuta necessaria ed identica a quella prodotta nei procedimenti fatti dai comuni che ci hanno preceduto. Sostanzialmente, la Corte dei Conti richiede semplicemente al Comune di giustificare in modo più completo le motivazioni che determineranno, o hanno determinato, gli affidamenti dei servizi ad Euro.Pa. Il Comune di Busto Garolfo, in ottemperanza a quanto suggerito dal parere della Corte dei Conti, provvederà ad integrare la documentazione in modo più esaustivo. Il parere della Corte dei Conti è stato pubblicato sul sito del Comune ed il sindaco informerà il consiglio comunale, come già previsto e senza che le minoranze lo debbano chiedere».

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 21 Giugno 2025
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