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Il Terzo Polo lancia la campagna elettorale a Cerro Maggiore: “Sull’energia troppi no”

Serata dedicata alle comunità energetiche rinnovabili e alle "vie dell'energia" a Cerro Maggiore con esperti e politici di primo piano del Terzo Polo

Serata dedicata alle comunità energetiche rinnovabili a Cerro Maggiore con il Terzo Polo

Il Terzo Polo lancia la campagna elettorale verso le prossime elezioni regionali e comunali dell’Alto Milanese e lo fa da Cerro Maggiore – non a caso uno dei comuni che tra qualche mese torneranno al voto -, dando il via ad un roadshow che toccherà diversi territori e diverse tematiche. A partire dall’energia, tema tanto “caldo” quanto attuale con i prezzi dell’energia schizzati alle stelle a seguito dell’invasione russa dell’Ucraina, ultimo atto in ordine di tempo di una crisi che in realtà era iniziata già prima che nel cuore dell’Europa tornassero a soffiare venti di guerra dopo 70 anni di pace.

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In una serata incentrata sulle comunità energetiche e soprattutto sulle comunità energetiche rinnovabili che ha spaziato dal quadro normativo alla realizzazione pratica passando per gli output e i benefici per cittadini e comuni senza trascurare il tema delle fonti rinnovabili, a tracciare la cornice più tecnica sono stati il responsabile RSE Ricerca e Sviluppo Energia Fabio Armanasco, il ricercatore ENEA Matteo CalderaMaria Adele Prosperoni di Confercoop, Helena Rochat, project manager energy efficiency di SwissLife, Fabio Zanellinni dell’Energy Team del Gruppo Falck, e Giacomo Cantarella, business development manager di EPQ.

A dettare la linea politica su un tema di cui si parlerà ancora per molto tempo, invece, sono state la senatrice Mariastella Gelmini e l’onorevole Giulia Pastorella. «Non c’è una via soltanto, è un percorso che ci responsabilizza tutti e che per essere attuato necessita di una serie di azioni che devono innanzitutto vedere la collaborazione dei diversi livelli di governo, perché troppe volte i rapporti tra enti locali e diversi livelli di governo sono improntati o all’isolamento dei sindaci o al conflitto – ha sottolineato l’ex ministro per gli affari regionali e le autonomie -. Invece un piano energetico nazionale per essere efficace ha come presupposto ideologico il gioco di squadra, altrimenti ci si infila in un contenzioso infinito che è la storia degli ultimi 20 anni ma anche una della ragioni per la quale siamo così dipendenti dall’estero e così in difficoltà nell’autoproduzione. Sono i tanti “no” che sono stati il portato di questi anni ad aver messo messo il nostro Paese più di altri in una condizione di estrema difficoltà di fronte all’aumento del costo dell’energia».

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«Nei 18 mesi del Governo Draghi abbiamo dovuto affrontare l’emergenza, abbiamo messo a disposizione risorse per far fronte ai rincari, ma per la prima volta abbiamo provato ad affrontare anche il tema a livello strutturale, prendendo atto che la dipendenza dal gas russo per ragioni geopolitiche non era più una strada sostenibile – ha aggiunto Gelmini -. Non c’è stata seduta del Consiglio dei Ministri senza che si approvasse un provvedimento di semplificazione, e sulle cosiddette comunità energetiche rinnovabili ce ne sono state tante: mi preoccupo che quelle proposte vengano effettivamente realizzate, perché altrimenti ripartiamo dal via. Dobbiamo partire dalla consapevolezza che il PNRR è basato sulle comunità energetiche, sul risparmio dell’energia e sulla diversificazione della produzione, ma serve un percorso di sensibilizzazione: in fondo il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza non è solo un insieme di investimenti da mettere a terra ma una nuova governance per il nostro Paese partendo dai municipi, dalle comunità».

Nuova governance che, parlando di energia, per il Terzo Polo deve ripartire anche da proposte che non necessariamente parlano alla pancia degli elettori. «In un Paese come l’Italia che ha più volte detto “no” al nucleare, dire che forse dovremmo riaprire la discussione ci ha reso impopolari, così come in certe aree del Paese ci ha reso impopolari dire che sono necessari rigassificatori e termovalorizzatori – ha spiegato Pastorella, snocciolando proposte come il price cap, l’efficientamento energetico, l’autoproduzione e l’autoconsumo e, tornando al tema della serata, le comunità energetiche -: sono decisioni che la politica però deve avere il coraggio di prendere, se ci si limita sempre solo a tappare i buchi dell’emergenza non si va da nessuna parte. E dobbiamo anche avere il coraggio di portare queste decisioni a livello Europeo».

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 15 Novembre 2022
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