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Dal Radaelli di Parabiago a Piano City Milano, la “storia di amore” tra Lucia e il pianoforte

Lucia Carminati suona il piano da quando aveva 4 anni e recentemente si è esibita a Piano City Milano e con lo Studium Musicale d'Ateno dell'Università Cattolica

pianoforte

È una “storia d’amore” che parte da lontano quella che lega Lucia Carminati, studentessa 22enne di Casorezzo prossima alla laurea triennale in Scienze Linguistiche e Letterature Straniere, e il “suo” pianoforte. Una storia d’amore che inizia dall’Istituto Musicale Radaelli di Parabiago quando Lucia ha solamente quattro anni, per arrivare fino a Piano City Milano e allo Studium Musicale d’Ateno dell’Università Cattolica.

A far scattare la scintilla tra Lucia e il pianoforte è il fratello maggiore. «Tutto è cominciato grazie a mio fratello maggiore, da sempre amante della musica classica, il quale ha iniziato per primo ad avvicinarsi a questo strumento dopo che i miei genitori avevano provato ad iscriverlo proprio all’Istituto Musicale Radaelli – racconta Lucia -. Mio fratello però, non riuscendo a suonare a causa di difficoltà motorie, si limitava unicamente ad ascoltare la musica eseguita e ad apprezzarla così com’era, senza mai mettere mano sulla tastiera. Notando il mio interesse per il pianoforte mentre assistevo alle sue lezioni, i miei genitori hanno deciso di iscrivermi, benché io fossi molto piccola – avevo solo quattro anni – e non avessi nessuna conoscenza a riguardo».

Da lì è un crescendo, prima prendendo confidenza con i tasti bianchi e neri in gruppo – scoprendo anche di possedere il cosiddetto “orecchio assoluto”, ovvero la capacità di riconoscere e dare un nome a qualunque suono senza avere alcun punto di riferimento – e poi studiando in solitaria con quello che è ancora oggi il suo insegnante, Alessandro Lettieri, che per Lucia è tuttora un punto di riferimento per discutere i brani da eseguire, la partecipazione ai concerti o anche solo le ultime novità che gravitano intorno all’universo del pianoforte. Fino ad arrivare ai primi palcoscenici importanti.

«Ho sempre affrontato il palcoscenico in occasione dei consueti “saggi di fine anno” – spiega Lucia -, fino a quando ho conosciuto una meravigliosa realtà che ancora oggi accoglie musicisti-studenti/laureati di qualsiasi formazione e facoltà e che da ormai un decennio ha lo scopo fondamentale di coniugare la parte esecutiva alla riflessione “cultural-musicologica” della musica: lo Studium Musicale d’Ateneo dell’Università Cattolica di Milano. La mia prima esperienza con lo Studium risale a due anni fa, precisamente a marzo 2019, in occasione di “Piano City Milano”. Suonare tre brani da una delle raccolte più famose di Robert Schumann, le Scene Infantili, davanti alla mia famiglia, ai miei amici, agli altri pianisti e al prof. Enrico Reggiani (professore di Letteratura Inglese e del corso di Linguaggi Musicali in Prospettiva Storica all’Università Cattolica di Milano, nonché direttore dello Studium) è stato certamente fonte di tensione non essendo abituata a parlare in pubblico prima della performance, ma anche di grande emozione e felicità: sapevo che, in fondo, ero lì non solo per eseguire i miei brani ma anche per raccontare una storia, quella che sta dietro ad ogni composizione e che è sempre interessante scoprire e divulgare».

Con “Piano City Milano” Lucia ha fatto il bis nel 2020, anche se questa volta solo da remoto a causa della pandemia. E grazie allo Studium è arrivata anche l’occasione di esibirsi in una manifestazione che di Piano City un po’ ricalca lo stile: i “Dialoghi in forma di concerto” organizzati in occasione del 250° anniversario dalla nascita di Ludwig van Beethoven, trasmessi proprio in questi giorni. «Nonostante l’assenza di pubblico l’emozione è rimasta sempre la stessa, pur con una consapevolezza e una maturità diverse… e posso dire con orgoglio che dopo un periodo così duro, ma formativo allo stesso tempo, ritornare a suonare “in presenza” è stata una soddisfazione enorme non solo per me e per gli altri pianisti, ma per tutti coloro che vivono di musica e che hanno sofferto molto per tutto questo tempo. Ancora una volta, il recente evento pianistico a cui ho partecipato e i prossimi che verranno dimostrano che la cultura (non solo italiana) sta finalmente ripartendo, per fortuna con più forza di prima».

Foto di wal_172619 da Pixabay

Leda Mocchetti
leda.mocchetti@legnanonews.com
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Pubblicato il 20 Luglio 2021
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