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Valentina: “Mi mancano le giornate in università ricche di socialità”

Storie di giovani in un anno di pandemia. Interviste di ragazze e ragazzi del territorio. Oggi ci racconta la sua esperienza Valentina, 21 anni, studentessa di scienze della comunicazione all'Università dell'Insubria.

Generica 2020

Young Covid è una rubrica nata per dare voce ai giovani che in quest’anno di pandemia non hanno avuto molte possibilità di esprimersi. Questo progetto del network V2 Media, di cui fa parte Legnanonews, è a cura della stagista Roberta Pariota, studentessa dell’Università degli Studi dell’Insubria.

Questa rubrica vuole puntare l’attenzione sui giovani, che hanno visto annullarsi dall’oggi al domani la loro vita ricca di socialità, luoghi di ritrovo con gli amici e dell’ambiente universitario. Vittime collaterali del covid lasciate in disparte quando in realtà saranno il futuro del nostro Paese.

Se volete scriverci per raccontarci come avete vissuto questo anno pandemico, fatelo scrivendo a info@legnanonews.com .


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Valentina, 21 anni, è una studentessa universitaria di Scienze della Comunicazione dell’Università degli Studi dell’Insubria. È quasi al termine del suo percorso di studi, pensa già al futuro ed è preoccupata che la sua laurea possa essere considerata di valore inferiore rispetto a quella di uno studente laureato in una situazione normale.

Come hai vissuto l’emergenza sanitaria all’inizio e ora?
Durante il primo lockdown dell’anno scorso, non ero eccessivamente provata dalla situazione, perché pensavo che non sarebbe durata così tanto. Mentre adesso ogni giorno passato in casa mi pesa, non riesco ad avere la mente lucida. Anche le lezioni universitarie iniziano a pesarmi, perché se in aula era impegnativo seguire una giornata con 4 ore di lezioni, al pc diventa infattibile essere sempre attenta e prendere bene gli appunti.

Cosa ti mancava inizialmente? E ora dopo un anno, cosa senti che ti è mancato maggiormente?  
Inizialmente mi mancava solamente non poter vedere i miei amici. Adesso non saprei decidere, mi manca qualsiasi cosa della mia quotidianità prima del covid: svegliarmi presto al mattino e prendere il treno per andare in università, le pause tra le lezioni dove potersi confrontare e far amicizia con i miei compagni di corso. Mi mancano tutte quelle piccole cose che ora, spero ancora per poco, noi ragazzi non possiamo più fare.

Hai sempre rispettato le misure del DCPM, se no perché? Che hai fatto?
No, non sempre. A volte sono uscita dal comune per piccole commissioni o per incontrare i miei cari o amici anche se la zona non lo permetteva, ma sempre tutto in sicurezza e con la mascherina. Perché sono dell’idea che se le cose si fanno rispettando le regole di prevenzione dal covid, non si sbaglia. È solo un modo per superare questo periodo mantenendo un minimo di socialità con le persone a me più care.

Cosa farai appena ci sarà la vera libertà?
Quando si potrà tornare alla “vera libertà” ho una lista con mille posti che vorrei visitare: città, parchi, musei, teatri, villaggi. Organizzerò sicuramente gite con le mie amiche per visitare più luoghi possibili.

Alla luce di quanto accaduto in questo anno, che idee ti sei fatto del futuro che ed in generale i tuoi coetanei?
Ora mi sembra un po’ presto, è ancora tutto un dubbio, un timore. Nella gestione ed organizzazione di questa emergenza sembra quasi siano stati dimenticati gli studenti universitari. Temo che la mia preparazione e la mia laurea possano essere oggetto di pregiudizi e possa essere considerata di valore inferiore rispetto a quella di uno studente laureato in una situazione normale.

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Pubblicato il 05 Maggio 2021
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