Il cane sta male ma il padrone non lo porta dal veterinario: condannato
Per la Cassazione è maltrattamento di animali la mancata cura di una malattia che determina il protrarsi della patologia, con sofferenza per l'animale e compromissione della sua integrità
La cagnolina sta male, ma il padrone non la porta dal veterinario. Scelta che è valsa al 42enne una condanna per maltrattamento di animali e di conseguenza 10mila euro di multa.
Il cane era stato trovato dagli operatori del canile mentre vagava in pessime condizioni di salute: vari tumori mammari, dermatite in varie zone del corpo, calli da decubito e artrosi agli arti posteriori ed anteriori. Così il Tribunale di Modena prima e la Corte di Appello di Bologna poi avevano condannata l'uomo, e la decisione è stata confermata anche dalla terza sezione penale del Palazzaccio, cui l'uomo si era rivolto sostenendo di non essersi reso conto della «gravità della malattia del cane»: a lui, insomma, si poteva rimproverare la «trascuratezza», ma non la «volontà di cagionare una sofferenza e una malattia al cane».
[pubblicita] Piazza Cavour, invece, ha deciso di dare rilievo alla ricostruzione della Corte felsinea in base alla quale l'assenza di cure doveva essere ritenuta intenzionazionale e non solo frutto di colpa. Anche perchè le condizioni dell'animale erano evidenti: l'uomo, con il suo comportamento, aveva causato «notevoli sofferenze all'animale, tanto da rendere necessario un immediato intervento chirurgico».
Gli Ermellini, a tutela degli amici a quattro zampe, hanno stabilito che «configura la lesione rilevante per il delitto di maltrattamento di animali l'omessa cura di una malattia che determina il protrarsi della patologia con un significativo aggravamento fonte di sofferenze e di un'apprezzabile compromissione dell'integrità dell'animale».
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