Tra etruschi, santi e vulcani: un viaggio a Materia nella Tuscia e Viterbo
Il primo dicembre un incontro che ha il sapore del viaggio. Protagonisti con il viterbese, direttore di Varesenews, Marco Giovannelli, il narratore di comunità Antonello Ricci e i sindaci Marco Fazio e Massimo Mastromarino
Un viaggio tra antiche necropoli e borghi di pietra, la Tuscia svela un’anima sospesa tra mito e natura. Terra di vulcani dormienti e sorgenti termali, racconta storie di santi e civiltà perdute. Viterbo, con il suo cuore medievale, ne custodisce la memoria e il fascino intatto.
L’incontro del primo dicembre a Materia nasce da un giro in una libreria viterbese. Uno di quei momenti di svago dove lascio correre la curiosità. Ecco allora che quella copertina colorata con sullo sfondo Civita di Bagnoregio, non poteva non colpirmi. Finalmente la Lonely Planet aveva scoperto Viterbo e la Tuscia e a quella terra dedicava almeno una sua piccola guida, la Pocket.
Di fianco, in bella vista, proprio sulla cassa, c’era un piccolo volume dalla copertina magnetica. Un titolo semplice: Viterbo. L’autore è una vecchia conoscenza, e si ama definire Narratore di comunità. Non saprei trovare parole migliori per parlare di Antonello Ricci. Professore, ma più di tutto amante della sua terra, un divulgatore, un affabulatore. Partecipare a una sua passeggiata con racconto è un’esperienza che non dimentichi facilmente. L’editore Sette città ha così ripreso un suo lavoro per la collana delle Guide sentimentali.
Come vedete abbiamo già due ingredienti forti per mettere insieme qualcosa. Non ho mai partecipato a un incontro con Antonello. Poterlo vivere a Materia mi sembrava un dono. A me e a tutta la comunità che da mesi ci segue nell’avventura della nostra nuova sede. L’ultimo ingrediente era trovare qualche protagonista diretto del viaggiare nella Tuscia. La memoria è stata d’aiuto ed ecco spuntare due sindaci del nostro territorio: Marco Fazio di Germignaga e Massimo Mastromarino di Lavena Ponte Tresa. Entrambi hanno da poco vissuto le loro vacanze in quella terra. Chi meglio di loro potrà arricchire il racconto. Marco Fazio è un professore d’arte e Massimo Mastromarino un architetto. Insomma, due che quando viaggiano guardano oltre le semplici bellezze. Dialogare con loro sarà una vera sorpresa.
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Ma lasciamo per un momento parlare i due protagonisti delle due diverse guide.

VITERBO E LA TUSCIA – LONELY PLANET
La Tuscia è una terra dove il tempo cammina a passi lenti lungo sentieri ombrosi e dove la natura si fa complice dell’arte, la abbraccia e la protegge, si mischia con essa. I paesi galleggiano sui calanchi, le forre scavate dai millenni si confondono con le vie cave, le tombe rupestri spuntano negli spazi fra la boscaglia, le distese brulle celano nel sottosuolo le esplosioni di colori delle pitture etrusche. Così, fra i vicoli di Viterbo o in insospettabili paesi di campagna, si nascondono affreschi incredibili, logge, chiese romaniche, castelli e palazzi rinascimentali spesso intoccati dalle folle, immersi in una solitudine che consente loro di parlare al visitatore con voce calma e profonda.
Piero Pasini è viaggiatore per professione. Ha lavorato a 20 guide della Lonely Planet

VITERBO – GUIDE SENTIMENTALI
Sei a Zaira, mio caro lettore-viaggiatore, città dagli alti bastioni. Una fra le più belle Città invisibili di Italo Calvino. Tanto bella da non potersi raccontare. Città della memoria. Una città, spiega Calvino, non racconta la propria storia. Essa la porta scritta nei suoi luoghi, come le linee che solcano il palmo di una mano.
I suoi panorami, gli scorci di vie e piazze, i ritratti della sua gente, i dettagli dei suoi edifici e monumenti: sono nient’altro che “porte”. Porte del tempo.
Al tramonto del secolo XIX, dopo un silenzio lungo secoli, scrittori e viaggiatori tornarono a evocare l’idea del Genius Loci. Lo sfregarono dalla lampada magica della storia: esso rivelò al mondo che ormai, per noi uomini moderni (cittadini troppo spesso inconsapevoli, turisti troppo spesso frettolosi), non c’è più viaggio nello spazio che non sia anche, e soprattutto, un viaggio nel tempo. Sei a Zaira, ma potresti essere ovunque.
A Viterbo, per esempio.
Antonello Ricci nel parlare del suo lavoro dice: “gente come noi, onesti passionisti-certosini, continua incessantemente a studiare, a rileggere-approfondire, a fare nuove scoperte, a correggere il tiro”.











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